giovedì 21 Novembre 2024

La verità è che su internet non esiste un luogo dove scoprire nuova musica

Può sembrare un paradosso, no? Nell’era in cui la musica è un ‘’contenuto’’ fondamentale nella vita dei social, non esiste una vera piattaforma per la scoperta e per la discussione musicale. Tu che leggi, ad esempio, dove hai scoperto la tua canzone preferita?

Dal 2015 a oggi, i social sono drasticamente cambiati, così come la musica e i modi di comunicare di chi la fa. Eppure, le piattaforme di streaming, in termini di tipologia di esperienza offerta all’utente, sono rimaste ancorate a 10 anni fa. Anche le playlist, che sono i luoghi deputati alla scoperta della nuova musica, in qualche modo seguono TikTok e quello che succede nei social, dove però è difficile trovare un referente unico e autorevole per scoprire nuova musica diversa. Il ruolo che un tempo avevano ad esempio i blog è sostanzialmente svanito: un posto per agevolare un confronto tra pari per scoprire nuova musica.

I social sono luoghi confusi e, sebbene la musica sia uno dei contenuti più forti sui social e anche più determinanti in generale nell’esperienza digitale (ad esempio pensate ad un TikTok senza musica che social diverso sarebbe), rimane sempre un elemento di contorno e non l’elemento principale della discussione. Sono grosse piazze i social, non certo salotti ordinati. Che alternative ci sono? Se è vero che il mondo della musica e del cinema hanno tante dinamiche in comune, è lì che c’è una risposta interessante. Qualcuno di voi ha sentito parlare di Letterboxd? Un social in realtà esistente da un bel po’ di tempo ma che dopo la pandemia ha avuto una crescita molto importante.

Alla fine, Letterboxd, non è molto diverso dai blog di un tempo, solo che funziona su un’app che quindi offre una discreta possibilità di personalizzazione dell’esperienza. Soprattutto, è un po’ un safe space nel mondo dei social. Si parla solo di cinema, in completo contrasto con l’ambizione dei social per come li intendiamo: quella di parlare a tutti e per sempre e per farlo con tutti i contenuti possibili, senza nessuna eccezione. Su Letterboxd puoi votare i film che hai visto, li puoi commentare, li puoi consigliare, puoi tenere una sorta di watchlist. Non un’esperienza così complessa, appunto, ma molto piacevole per chi ama il cinema e per chi si fida del parere di altri appassionati di cinema.

Questi social di nicchia si basano su due pilastri fondamentali:

  • la voglia di dire la propria, nell’umano e eterno bisogno di condividere con gli altri ciò che hai visto;
  • la fiducia negli altri. Senza questo elemento di fiducia, se non penso che il commento generale di chi frequenta il social non abbia valore, allora è chiaro che non ho nemmeno motivo per aprire l’app e guardare.

Ecco, immaginatevi se il venerdì, quando escono le nuove uscite della settimana, gli appassionati di musica potessero avere tutti uno spazio del genere per recensire, analizzare, consigliare, approfondire, con educazione e mutuo rispetto, al posto della caciara a cui siamo abituati. Un luogo digitale che assomigli più ad un negozio di vinili e meno ad una chiacchiera da bar. Sarebbe bello, no? In generale, non solo per la musica, ma per ogni singolo argomento umano interessante. Sarebbe bello, no?

[di Alessandro Quagliata]

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1 commento

  1. Caro Alessandro,
    Effettivamente sarebbe bello se questo processo di esaltazione musicale fosse possibile.
    Ma di quale musica Parliamo? Dagli anni 1980 è iniziata una fase di dissacrazione della musica – chiariamo – dell’armonia e la melodia regolamentate da norme che disciplinano la composizione musicale per affascinare l’orecchio dell’auditorio.
    Norme, regole modificate nei millenni e migliorate nel corso degli ultimi secoli, da Johann Pachelbel a Verdi passando da Johann Sebastian Bach e tutti i classici del romanticismo per incantare persino l’anima dell’ascoltatore.
    Armonia che ha trasportato decine di miliardi di amanti ascoltatori di musica per arrivarne alla musica leggera, del secondo dopoguerra fino all’inizio degli anni 1980, quando gli USA hanno decretato la fine della musica leggera, quindi di quell’armonia che accarezzava l’anima, con l’introduzione della musica “pestata” ove prevale il rumore presentato alle nuove generazioni come la nuova “musica”. Non parliamo neanche del RAP che propone una “musica” mono-tono mono-tempo e con totale assenza di una melodia.
    Strategia ben mirata per un appiattimento cerebrale anche nell’ambito della musica che, per vari millenni, aveva accompagnato la vita quotidiana degli esseri di questo pianeta.
    A tale decadimento culturale musicale, si associa l’assenza delle istituzioni che un tempo sostenevano i giovani musicisti meritevoli a valorizzarli nelle pubbliche rappresentazioni. Oggi le istituzioni (tutte!) lasciano i musicisti, anche di elevato livello, soli, senza un minimo accompagnamento.
    Quindi si può dedurre che le politiche in questo ambito, come in altri, stanno contribuendo al decadimento della cultura musicale, oggi ridotta a un semplice rumore, se esuliamo dalla Musica Classica e Jazz.
    Se una possibilità di scambio di dialoghi sarebbe stato utile tra amanti della musica, come lo enuncia giustamente Lei, di fronte a quella odierna, quale tipo di dialogo è possibile sulla base della concezione odierna della “musica”?
    Cordiali saluti.

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