domenica 24 Novembre 2024

Le proteste costringono l’Università Federico II ad allontanarsi dall’industria bellica

Venerdì 12 aprile presso l’Università Federico II di Napoli si è svolto un incontro tra il Professore Matteo Lorito (rettore dell’ateneo) e gli studenti, in cui Lorito ha annunciato le proprie dimissioni dal comitato scientifico della fondazione culturale Med-Or, facente capo a Leonardo, la principale industria bellica italiana. Le dimissioni del vertice dell’università napoletana da Med-Or arrivano al culmine di una importante mobilitazione attiva da giorni a Napoli e che sta investendo in generale molte delle città universitarie italiane. Quest’ondata di proteste è iniziata in solidarietà con la Palestina e contro la partecipazione degli atenei della Penisola ai bandi di cooperazione con Israele, e si è rapidamente allargata e generalizzata contro la “militarizzazione dei saperi” e contro le interferenze delle aziende di armi negli atenei. Quest’ultima conquista, però, è in verità solo la prima: gli studenti hanno infatti annunciato che le proteste continueranno fino a che anche gli altri 11 rettori che siedono nel medesimo comitato di Leonardo non rassegneranno le proprie dimissioni.

L’incontro di venerdì 12 aprile ha visto il rettore Matteo Lorito dialogare con circa 700 studenti per promuovere iniziative comuni contro la guerra, ed è durato all’incirca 4 ore. Il dibattito arriva all’apice di una serie di mobilitazioni relative al conflitto in corso in Medioriente e alla smilitarizzazione delle università che hanno interessato gli studenti della Federico II; con esso è infatti terminata l’occupazione delle aule del rettorato che andava avanti da quattro giorni, e che ha impegnato gli studenti della Rete Studentesca per la Palestina. In seguito all’incontro, Lorito ha annunciato le proprie dimissioni dalla fondazione Med-Or di Leonardo e si è fatto carico dell’onere di presentare al Senato accademico una proposta che valuti gli accordi con gli atenei israeliani, decidendo se interromperli oppure no. Lorito risulta il secondo rettore di una università italiana ad annunciare le proprie dimissioni dalla fondazione di Leonardo, e viene così compiuto un importante passo avanti in quel progressivo allontanamento dell’istituzione universitaria dall’industria bellica.

Non è la prima volta che gli studenti dell’Università di Napoli si mobilitano per questioni riguardanti il genocidio palestinese e il distorto rapporto delle università italiane con l’industria bellica: il mese scorso c’erano infatti già stati attriti in occasione della presenza in università del Direttore di Repubblica Maurizio Molinari, che era stato chiamato dall’ateneo per presentare il suo ultimo libro sul conflitto in Medio Oriente; in quell’occasione Molinari, accusato dagli studenti di promuovere dal 7 ottobre «una propaganda sionista e distorta di quello che in realtà è un genocidio perpetrato da Israele nei confronti del popolo palestinese» è stato cacciato dalle aule dell’università. Gli studenti dell’università napoletana non sono i soli a essersi mossi contro il modo di narrare il massacro palestinese, gli accordi interuniversitari con Israele, e in generale contro la sempre più incombente presenza della cultura militare negli atenei: è infatti da novembre che gli studenti occupano le aule delle proprie università e lottano in nome della solidarietà con il popolo palestinese. Poco dopo la metà di marzo, a Torino c’è stato il primo caso in Italia di approvazione di una mozione che sospende la partecipazione di una università al bando MAECI per la collaborazione con le università israeliane, e qualche giorno dopo tale soluzione è stata approvata anche dalla Normale di Pisa, cui studenti si sono raccontati a L’Indipendente. In generale la mobilitazione nelle università si sta facendo sempre più sentita e si sta allargando in tutta Italia. Negli ultimi giorni gli studenti si stanno muovendo anche per chiedere il licenziamento dei professori e dei rettori dal comitato scientifico della fondazione culturale Med-Or per eliminare la presenza dei rapporti con l’industria bellica dalle università; a oggi, dei 13 vertici d’ateneo, solo il rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini dice di aver presentato le dimissioni a Med-Or, e l’unico altro rettore ad aver risposto agli appelli degli studenti è proprio Lorito.

[di Dario Lucisano]

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1 commento

  1. Grazie per aver portato all’attenzione un argomento tanto importante quanto ignorato o minimizzato . Il volere e le rivendicazioni di questi giovani , non possono essere liquidate con generico sostegno al popolo palestinese se non addirittura additato come antisemitismo. In ballo c’è molto di più e di più importante per il loro futuro che è anche il nostro: RIFIUTO DEL BELLICISMO .

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