Maltrattamenti, concorso in tortura e tentata violenza sessuale, con l’aggravante di aver commesso gli atti ai danni di minori: sono questi alcuni contestati nei confronti di ben 21 agenti della polizia penitenziaria impiegati nel carcere minorile Cesare Beccaria di Milano. Per tredici di essi (dodici dei quali ancora in servizio presso l’istituto) è stata disposta la custoria in carcere, altri otto sono invece stati sottoposti ad altre forme di misure cautelari e sospesi dal servizio. A dare il via alle indagini sono state alcune segnalazioni, presentate anche dal Garante per i diritti delle persone private della libertà personale, ma anche le intercettazioni avvenute all’interno del carcere e le immagini delle telecamere di sorveglianza. L’istituto Beccaria di Milano era salito agli onori della cronaca nel dicembre del 2022, quando sette giovani erano riusciti a evadere dalla struttura. Già in quell’occasione erano emerse le forti criticità interne all’istituto, per anni considerato un modello della detenzione minorile in Italia.
Gli episodi incriminati risalgono all’agosto 2022, quando un detenuto di 17 anni fu sottoposto a tortura da parte di un altro giovane, condannato per i fatti lo scorso 7 marzo. Nel corso di quel processo era emersa l’ipotesi che gli agenti in servizio non fossero intervenuti per impedire le violenze e che, per annullare i sospetti sulla propria condotta e su eventuali controlli omessi, sarebbero arrivati ad eliminare le prove materiali della violenza stessa. In ragione di tali sospetti (e a seguito di quanto avvenuto nel dicembre dello stesso anno, quando 7 ragazzini erano riusciti a evadere) sono state avviate le indagini, che hanno condotto ora all’arresto di 21 agenti. Secondo quanto riportato da una nota della procura, «I reati a vario titolo contestati dalla Procura della Repubblica di Milano e positivamente vagliati dal gip in relazione alle condotte degli agenti, riscontrate a partire almeno dal 2022 ad oggi e reiterate nel tempo nei confronti di diversi detenuti di età minore, sono quelli di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall’abuso di potere del p.u. nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di falso ideologico ed infine una tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto».
Nonostante per anni l’istituto Cesare Beccaria sia stato considerato un modello assoluto da seguire in tutta Italia, le criticità al suo interno sono numerose, da tempo denunciate dall’associazione per i diritti dei detenuti Antigone. Si tratta delle stesse che riguardano pressochè la totalità delle strutture carcerarie italiane: celle troppo piccole, sovraffollamento, mancanza di personale e attività rieducative che alla fine non portano da nessuna parte. Oltre alla cronica assenza di personale, inoltre, all’interno della struttura vige una situazione “caotica” dovuta al continuo cambio della figura dirigenziale, con l’assenza dunque di un direttore stabile.
Nel dirsi «sgomento e incredulo» per la notizia degli arresti degli agenti, il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa ha ribadito come «la disfunzionalità del sistema d’esecuzione penale, specie quello inframurario, sia per adulti sia per minori è conclamata, laddove evidentemente non garantisce né custoditi né custodi e, anzi, incattivisce le coscienze generando e alimentando violenze e atrocità» e auspicato, ancora una volta, la fine dell’indifferenza politica a un fenomeno sempre più urgente e grave.
[di Valeria Casolaro]
Indubbiamente la carenza di personale è probabilmente la mancanza di una preparazione adeguata dello stesso, creano queste situazioni assolutamente inamissibili in un Paese considerato civile e democratico. Purtroppo i nostri politici si danno altre priorità che non sempre sono le nostre.
cosa aggiungere a mi vergogno di vivere in un paese che non si accorge di tutto questo, anzi inasprisce le pene detentive per i minori?