Cortei, blocchi autostradali e roghi con le immagini dei capi di Stato dei Paesi più industrializzati: questa l’accoglienza che attivisti e cittadini hanno riservato nel finesettimana alla delegazione del G7, che si riunirà tra lunedì 29 e martedì 30 aprile a Venaria Reale (Torino) per discutere di Clima, Energia e Ambiente. Nella serata di sabato 27 aprile si sono registrate tensioni nei pressi del cantiere di San Didero, in Val di Susa, tra il Movimento No TAV e le forze dell’ordine, le quali hanno bloccato l’autostrada e fatto ingente uso di lacrimogeni e idranti. Nella giornata di domenica, invece, circa un migliaio di persone hanno preso parte a un corteo che ha marciato per le strade di Venaria, occupando anche la tangenziale e bloccando per breve tempo il traffico. Il corteo si è poi fermato in piazza Vittorio Veneto, dove è stato realizzato un falò con la bandiera americana e le gigantografie dei leader del G7. Collettivi e associazioni hanno annunciato che nuove iniziative e mobilitazioni proseguiranno per tutta la durata dell’evento.
L’incontro dei ministri dell’Ambiente del Gruppo dei Sette in corso a Venaria ha come obiettivo «individuare azioni coerenti, complementari e interconnesse per affrontare la crisi climatica, energetica e ambientale in atto, con un’attenzione particolare alle aree e alle popolazioni più vulnerabili». Per tale motivo, «I Paesi del G7 si confronteranno per individuare le tecnologie adatte a fornire un’adeguata disponibilità di energia e a garantire energia pulita e sostenibile per i Paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione al Continente africano, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nel 2050». Tuttavia, secondo Climate Analytics (l’istituto di scienza e politica climatica con sedi in tutto il mondo), «Nessuno dei membri del G7 è sulla buona strada per raggiungere i propri obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030, che non sono ancora collettivamente allineati a 1,5°C». Secondo quanto previsto dalle politiche attuali, infatti, i membri del G7 dovrebbero complessivamente ridurre le emissioni di un valore compreso tra il 19 e il 33% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019. Tuttavia, sottolinea Climate Analytics, il dato costituisce appena la metà di quanto necessario, in quanto tali riduzioni dovrebbero ammontare, per lo stesso periodo, almeno al 58%.
Proprio contro queste contraddizioni hanno protestato attivisti e ambientalisti lo scorso week end, al termine di una settimana di iniziative di sensibilizzazione nei confronti dell’evento. Sabato sera, alcuni membri del Movimento No TAV hanno portato la protesta in Val di Susa presso i cantieri dell’Alta Velocità, da sempre considerata «un crimine climatico e ambientale». Ieri pomeriggio, invece, circa un migliaio di persone hanno sfilato per le strade di Venaria, recando striscioni con scritte quali “Sette governi decidono, il mondo intero brucia” e “Lottiamo contro le vostre guerre in difesa delle nostre terre, voi sette noi 99%”. I gruppi hanno annunciato che le azioni dimostrative continueranno fino alla fine della riunione dei capi di governo: «Siamo qui non per dialogare, ma per protestare contro il modello di sviluppo che ci vuole imporre il G7» hanno dichiarato ieri, nel corso del corteo svoltosi a Venaria. Alla protesta hanno partecipato gruppi quali Extintion Rebellion, Cambiare Rotta, Potere al Popolo e Movimento No TAV, che si sono dati appuntamento per una nuova iniziativa oggi alle 19, presso la sede dell’Università di Palazzo Nuovo.
[di Valeria Casolaro]
Io mi chiedo con quale faccia questi pezzi di m. del G7 possano ancora parlare di ambiente dopo che stanno fomentando guerre a go-go! Gente senza vergogna!