Nel Brasile del sud, le piogge record legate a El Niño hanno causato inondazioni senza precedenti nello stato di Rio Grande do Sul, con un numero crescente di vittime e ingenti danni infrastrutturali ed economici. Quel che sta accadendo è un vero e proprio dramma al quale non sembra esserci tregua immediata in vista, poiché in questi giorni sono attese ancora forti piogge. Lo Stato brasiliano, che conta circa 10 milioni di abitanti, vede colpiti dall’alluvione e dalle esondazioni 401 comuni su un totale di 496, con intere città completamente sott’acqua. Sono almeno 200.000 le persone sfollate e centinaia di migliaia si trovano senza elettricità e acqua potabile. Le forze schierate dal governo, 15.000 tra soldati, poliziotti e vigili del fuoco, sembrano essere del tutto insufficienti a far fronte alla catastrofe in corso.
Da diversi giorni il Brasile del sud è colpito da intense piogge causate da El Niño, le quali hanno provocato esondazioni e inondazioni che hanno colpito la maggior parte dei comuni dello Stato di Rio Grande do Sul, che confina con l’Uruguay e l’Argentina. Circa 401 comuni, su un totale di 497 in tutto lo Stato, sono stati colpiti dall’alluvione e dalle esondazioni, con intere città completamente sott’acqua. Il conto dei morti è in continua crescita, così come quello dei dispersi. Al momento in cui scriviamo, sono più di 100 le persone che hanno perso la vita, mentre di altre 200 si è persa ogni traccia. Il governatore di Rio Grande do Sul, Eduardo Leite, ha descritto la situazione come una «catastrofe» e, nel corso della conferenza stampa di martedì, ha detto che i numeri stanno aumentando ogni giorno e che i dati sono quindi «imprecisi». «Le dimensioni della crisi nel Rio Grande do Sul sono ciò che rende questa situazione particolarmente difficile da affrontare per noi. Praticamente l’intero Stato è colpito in qualche modo», ha detto Leite. Almeno 200.000 persone sono sfollate e senza casa e solo 49.000 di queste hanno ottenuto un posto nei rifugi allestiti dal governo, mentre il resto della popolazione è ancora in cerca di una nuova sistemazione. «Una prima proiezione mostra che, tra venerdì e domenica, avremo di nuovo piogge molto forti nella metà settentrionale dello Stato, che colpiranno i fiumi che sono già saliti e che hanno causato tutti questi danni», ha detto Leite, esortando le persone a non tornare ancora alle loro case, poiché c’è ancora il rischio di ulteriori inondazioni.
Ieri, il municipio di Porto Alegre, capitale dello Stato, con circa 1,4 milioni di abitanti e completamente sott’acqua, ha avvertito i soccorritori civili di interrompere le loro operazioni, date le previsioni di pioggia, tempeste di fulmini e venti superiori a 80 chilometri orari. Circa 15.000 tra soldati, poliziotti e vigili del fuoco sono stati schierati dal governo per far fronte all’emergenza ma sembra proprio non bastare vista la dimensione della catastrofe in corso. A Canoas, appena a nord di Porto Alegre, le acque hanno raggiunto i circa tre metri di altezza e l’unico modo con cui ci si può muovere sono le barche. Situazione analoga che si ripete in ampie zone dello Stato brasiliano, con le autorità che hanno chiesto alla popolazione civile di mettere a disposizione barche e mezzi anfibi da poter utilizzare durante le operazioni di soccorso.
Ieri, la marina brasiliana ha inviato a Porto Alegre la sua nave NAM Atlantico con due stazioni mobili di trattamento delle acque. Infatti, nella capitale di Rio Grande do Sul quasi tutti gli impianti di trattamento delle acque sono fuori uso e si teme per le possibili conseguenze di carattere igienico-sanitarie. Intanto, un numero imprecisato di persone, probabilmente molto sopra al milione, si trovano senza corrente elettrica e acqua potabile e il cibo scarseggia in varie zone dello Stato.
Insomma, in Brasile è in corso una vera e propria tragedia che, purtroppo, rischia di diventare ancora più grave nei prossimi giorni, con il ritorno di forti piogge e l’elevato rischio di nuove esondazioni dei fiumi che attraversano il Rio Grande do Sul.
[di Michele Manfrin]
L’articolo è apprezzabile, soprattutto perché l’attuale tragedia del Brasile è quasi del tutto sparita dalle prime pagine del mainstream media. Sarebbe stato però ancora più apprezzabile se, tra le cause delle inondazioni, fosse stato menzionato, oltre a El Niño, anche l’orrendo scempio urbanistico che ha devastato vastissimi ecosistemi del pianeta, dal Brasile alla Cina, frutto avvelenato del mito della crescita e dell’omologazione al modello di vita democratico-occidentale. Comunque, da quel che vedo, un buon giornale, indipendente di nome e di fatto. Buon lavoro.
Intanto c’è chi spreca miliardi in armi e guerre assurde….
Proprio così!
Ma l’importante è continuare a mandare soldi per la guerra.
Già… tristemente ed incocepibilmente!