«L’apertura dei cantieri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto nel 2024 sarà un evento mondiale. E molti, da ogni parte del mondo saranno attratti dal ponte più lungo, più innovativo, più sostenibile del mondo». Con queste parole, lo scorso 10 gennaio, il ministro dei Trasporti e leader leghista Matteo Salvini annunciava in pompa magna a un convegno organizzato da un’Università calabrese – per poi confermarlo pubblicamente più volte nei mesi successivi – che l’inizio dei lavori per la costruzione del Ponte sullo Stretto avrebbe avuto luogo entro l’anno corrente. Eppure, i fatti lo stanno clamorosamente smentendo. In seguito all’enorme quantità di richieste di chiarimento avanzate dalla commissione Via-Vas al progetto approvato dal cda della Stretto di Messina, infatti, il presidente della società ha chiesto al Ministero dell’Ambiente altri 4 mesi di tempo per rispondere ai rilievi. La data di inizio dei lavori, che addirittura il leader del carroccio ipotizzava potessero partire entro l’estate, slitterà quindi sicuramente al 2025.
La decisione di chiedere una sospensione di 120 giorni dei termini per la presentazione della documentazione integrativa richiesta, ha dichiarato Pietro Ciucci, Amministratore delegato della Stretto di Messina, «è motivata dalla eccezionale rilevanza dell’opera e riflette la volontà e il massimo impegno della Società nel fornire puntuali ed esaurienti risposte alle richieste di integrazioni e chiarimenti sugli elaborati tecnici del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina, presentate dalla Commissione Via e Vas del Mase». Ciucci ha riferito che «alcuni approfondimenti prevedono indagini di campo, come ulteriori rilievi faunistici terrestri, batimetrici e subacquei, ai quali la Società intende dedicare la massima attenzione utilizzando pienamente i tempi consentiti dalla normativa». Inizialmente, la Stretto di Messina e il Ministero delle Infrastrutture avevano assicurato che la risposta ai rilievi della Commissione Via del ministero dell’Ambiente – una vera e propria “stroncatura” di molte parti del progetto – sarebbe arrivata entro un mese. Una proiezione decisamente ottimistica, come erano state peraltro quelle inerenti la data per l’inizio dei lavori, smentite dallo spaccato di realtà che fa da sfondo alle procedure in atto. La Stretto di Messina ha affermato che a partire da metà settembre ci saranno altri 30 giorni per una consultazione pubblica, a cui si aggiungeranno ulteriori 30 giorni perché venga emesso il parere sull’opera. Solo allora, entro la fine del mese di novembre, il Cipess potrà intervenire per vagliare le carte. Le ruspe, insomma, non potranno sicuramente entrare in azione prima dell’anno prossimo. Nonostante questo, il Ministero delle Infrastrutture ha diramato una nota in cui scrive che “il 2024 sarà l’anno del Ponte sullo Stretto”, aggiungendo che “con senso di responsabilità, è stato ritenuto opportuno fare tutte le verifiche del caso, andando oltre i doveri previsti dalla legge, perché un’opera così rilevante a livello mondiale merita massima scrupolosità”.
Nello specifico, nella cornice della valutazione del progetto del Ponte sullo Stretto, il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ad aprile aveva richiesto ben 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A e a Eurolink. 155 integrazioni sono state chiese per la Valutazione di impatto ambientale (Via), 66 integrazioni per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica gli effetti delle opere sui siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, per la Verifica di ottemperanza (Vo) 2. Dalla Valutazione di impatto ambientale svolta dal Ministero è emerso inoltre che all’interno del progetto “definitivo” è presente un Pdf pieno di tabelle incomprensibili e dati non aggiornati. Il dicastero di via Cristoforo Colombo ha infatti rilevato che “molte tabelle” dell’elaborato riferito all’aggiornamento dello studio del traffico “risultano materialmente non leggibili per problemi di caratteri”, chiedendo dunque di “produrre un documento revisionato”. Invece che numeri e lettere, sono infatti presenti una serie di caratteri privi di senso, risultando indecifrabili non solo i dati, ma anche le stesse diciture delle tabelle. A esultare erano state le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Man e Wwf e i comitati cittadini messinesi in lotta contro il progetto, che in una nota congiunta avevano dichiarato come l’idea di passare al Progetto Esecutivo e aprire i cantieri, prima dell’estate o entro fine anno sia “semplicemente una chimera”. E le novità sopraggiunte sembrano, ancora una volta, dar loro ragione.
[di Stefano Baudino]
Sono decenni che ci frullano i cosiddetti con il ponte… Non capisco come si possa ancora credere alla sua fattibilità!
Nessuno si potrà mai prendere la responsabilità di una tale opera w quindi il business sta nel fare girare soldi per appalti, studi, penali ecc ecc… Si spera solo che nessuno cantiere sia mai avviato, magari lasciando ai posteri un’area di scavi e costruzioni abbandonata…