Con un verdetto unanime i dodici giurati della corte di New York hanno stabilito che Donald Trump è colpevole per tutti e 34 i capi d’accusa per aver falsificato altrettanti documenti contabili al fine di occultare il pagamento di 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels per convincerla a non rivelare la relazione sessuale che sarebbe intercorsa tra i due. La sentenza, giunta dopo due giorni di camera di consiglio, segna due prime volte nella storia americana: Trump diventerà il primo ex presidente a subire una condanna penale, nonché il primo candidato ad arrivare al voto presidenziale da pregiudicato. Il verdetto del giudice arriverà l’11 luglio prossimo, a meno di quattro mesi dalle elezioni del 5 novembre: Trump sarà condannato e la pena prevista può raggiungere i quattro anni di carcere, anche se per reati come quelli contestati al leader conservatore spesso si ottengono pene più brevi, multe o libertà vigilata. Dopo la sentenza Trump ha parlato di un «processo farsa» e di una «vergogna», sottolineando che la vera sentenza la emetteranno gli elettori. Mentre sul sito internet della sua campagna elettorale è comparsa una raccolta fondi straordinaria dove l’ex presidente viene definito «prigioniero politico».
La sentenza non avrà particolari conseguenza dal punto di vista giudiziario. È del tutto probabile che Trump non passerà nemmeno un giorno in prigione e che potrà anzi essere libero su cauzione mentre si discuterà l’appello, dopo il ricorso che i legali del magnate certamente presenteranno. Nella peggiore ed improbabile delle ipotesi potrebbe essere costretto a qualche settimana di arresti domiciliari, ma in nessun caso potrebbe essere costretto a ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca. La Costituzione degli Stati Uniti richiede solo che i presidenti abbiano almeno 35 anni, che siano cittadini statunitensi nati entro i confini della nazione e che vivano nel paese da almeno 14 anni. In teoria, Trump potrebbe anche prestare giuramento e governare dal carcere se dovesse vincere le elezioni.
Altro discorso, invece, quello delle possibili conseguenze elettorali in vista del voto. I sondaggi attualmente preannunciano che il nuovo scontro tra Trump e Biden sarà molto combattuto. Trump viene dato in leggero vantaggio e tutto dipenderà dal risultato delle urne in una manciata di stati chiave. Secondo molti analisti, principalmente quelli di stampo liberal, la sentenza di condanna potrebbe alienare ulteriori consensi tra l’elettorato moderato a Trump, costandogli la vittoria. Ma non è affatto detto. Trump è infatti determinato a usare il caso giudiziario come uno strumento di marketing elettorale. Già nell’agosto del 2023 trasformò la foto segnaletica scattatagli in Georgia (dove lo attende un altro processo) in un simbolo elettorale da apporre su migliaia di magliette e cappellini, mentre nell’aprile dello scorso anno, dopo la prima udienza del processo sul caso Stormy Daniels, gli analisti verificarono un suo balzo del 4% nei sondaggi tra l’elettorato repubblicano mentre la campagna elettorale raccolse 7 milioni di donazioni in poche ore. Nei prossimi giorni The Donald, punterà a fare lo stesso. La raccolta fondi straordinaria secondo quanto riportato dal suo staff procede a gonfie vele, e il candidato punterà a rafforzare la propria aurea di candidato anti-sistema e perseguitato dalla giustizia.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti affinché la questione giudiziaria si trasformi in una gigantesca arma elettorale per gli staff elettorali di Joe Biden e Donald Trump, con i media che faranno da cassa di risonanza a una campagna elettorale polarizzata tra “innocentisti” e “colpevolisti” e che verosimilmente distrarrà il dibattito pubblico da altre questioni politiche decisamente più interessanti per gli elettori statunitensi e per i cittadini del mondo, a cominciare dalle strategie sulla guerra in Ucraina e sul massacro in corso a Gaza.
“Aura”, non “aurea”.
Auspico che all’Indipendente si faccia un po’ più di attenzione alla correttezza lessicale.
Il problema vero è il decadimento di questa società provata dal fatto che un paese come gli USA non ha di meglio che presentare due candidati del genere: uno demente e l’altro delinquente. Scelta che fa capire che chi comanda veramente sono i poteri occulti.
ma per novembre sarà acqua passata e il favorito sarà lui. Povera umanità!
Negli Imperi tutto diventa proibito e tassato e i DemonioCratici stanno creando l’Impero perfetto che porterebbe l’umanità all’estinzione: W Trump!