domenica 30 Giugno 2024

Speciale elezioni europee 2024: il programma del Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle ha presentato il suo programma politico per le elezioni europee il 9 maggio scorso, ricevendo l’approvazione degli iscritti cinque giorni dopo. Il M5S si presenta alle urne a chiusura di un ciclo durato un decennio, iniziato nel 2013 e chiuso con il tonfo delle ultime elezioni politiche e amministrative. Dopo essere nato come una forza fermamente euroscettica, il M5S ha cambiato pelle e oggi si mostra più moderato e dunque incastrato nelle regole del gioco. Al voto dell’8 e 9 giugno il partito guidato da Giuseppe Conte si presenta con un programma lungo più di cento pagine e suddiviso in diciassette capitoli. In linea con lo scopo della presente rubrica, analizzeremo le proposte riguardanti esclusivamente l’ambito comunitario, così da filtrare propaganda e misure irrealizzabili in tale sede.

Carta d’identità: Movimento 5 Stelle

Leader: Giuseppe Conte

Collocazione politica: Trasversale. Tra le ideologie si annoverano il progressismo e l’ambientalismo.

Gruppo politico al Parlamento europeo: Non ancora dichiarato. Nella scorsa legislatura il M5S è confluito nel gruppo dei Non iscritti

Ultima legislatura: 14 eurodeputati eletti

I capolista nelle cinque circoscrizioni: Maria Angela Danzì (nord-ovest), Sabrina Pignedoli (nord-est), Carolina Morace (centro), Pasquale Tridico (sud), Giuseppe Antoci (isole)

Programma

  • Stop all’invio di armi in Ucraina e promozione di “incisive azioni diplomatiche volte all’immediato cessate il fuoco e all’avvio di negoziati per il raggiungimento di una soluzione politica, giusta, equilibrata, duratura”;
  • Due Stati e due popoli in Medio Oriente, in base ai confini precedenti al 1967 e dunque alla Guerra dei Sei giorni. “La pace è l’unica opzione possibile in Medio Oriente. Condanniamo gli attacchi e le violenze perpetrate da Hamas il 7 ottobre e tutte le forme di terrorismo. Chiediamo l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi israeliani. La risposta dell’esercito israeliano a Gaza non ha risparmiato civili, donne e bambini. Bisogna perseguire il “cessate il fuoco” immediato. Israele deve rispettare le risoluzioni dell’ONU. L’occupazione della Palestina è illegale e impedisce qualsiasi opzione di pace. Per questa ragione l’Unione europea deve combatterla mettendo anche in discussione l’accordo di associazione UE-Israele siglato nel 1995”;
  • “Proponiamo il divieto di cambio di destinazione dei fondi europei per scopi militari”. Il riferimento è alla proposta della Commissione di usare 500 milioni di euro dei fondi di coesione e del Recovery Fund per produrre un milione di munizioni. “Lo scorporo dal Patto di stabilità e crescita deve riguardare solo le politiche di decarbonizzazione e resilienza ed autonomia strategia industriale, o di supporto alla sanità ed istruzione, e non le spese militari”. “La difesa comune europea deve essere uno strumento di peacekeeping al servizio delle Nazioni Unite”;
  • “Sostituire il voto all’unanimità con il voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio e attribuire al Parlamento europeo il diritto di iniziativa legislativa come avviene in tutti i Parlamenti nazionali”. Sì all’istituzione del referendum abrogativo a livello europeo e al potenziamento della democrazia diretta;
  • “Vogliamo inoltre adottare un piano d’azione europeo per i media utilizzando le risorse del bilancio europeo per sostenere il giornalismo indipendente”;
  • Ampliamento delle direttive europee sulla violenza domestica, procreazione medicalmente assistita come nuovo diritto, pari diritti per le famiglie arcobaleno;
  • Superamento dell’austerity. A tal proposito il M5S rivendica nel programma il voto contrario nei confronti della riforma del Patto di Stabilità che ha reintrodotto i rigidi vincoli economici sospesi durante la pandemia da Covid-19;
  • Lotta ai paradisi fiscali, al riciclaggio e alla corruzione. Tra le altre cose il M5S propone “di introdurre una tassazione per tutti i Paesi membri che si applichi all’utile mondiale consolidato applicando una formula per ripartire la tassazione nei diversi Paesi combinando fatturato, capitale e manodopera”;
  • Istituire vie legali di accesso per “raggiungere il duplice beneficio di minare il modello di business dei trafficanti di esseri umani e di permettere a chi è costretto ad abbandonare il proprio Paese di origine di esercitare il diritto di asilo in maniera legale e sicura”. A ciò si deve aggiungere un sistema di ricollocamenti obbligatori e automatici, che tengano conto delle necessità del richiedente asilo e della reale capacità di accoglienza del Paese membro;
  • Sì al reddito di cittadinanza e al salario minimo europei. Va sostenuta l’imprenditoria femminile e la parità salariale uomo-donna e riconosciuto, a livello europeo, il congedo per chi soffre di dismenorrea;
  • Rafforzamento del Green Deal. Sì a un Energy Recovery Fund, sul modello di quanto fatto in risposta alla pandemia, per finanziare la transizione ecologica e non farla gravare esclusivamente sui lavoratori dei settori interessati. È necessaria la “progressiva eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) e la loro trasformazione in sussidi ambientalmente favorevoli (SAF)”. Bisogna puntare sull’economia circolare, di cui l’Italia è leader in Europa.
  • “Il sistema alimentare attuale è insostenibile. Vogliamo favorire lo sviluppo delle tecnologie che consentano produzione di cibo sano che riduca le emissioni di CO2, il consumo di suolo e di acqua e l’utilizzo degli allevamenti intensivi”.

Le votazioni in Europa

  • Recovery Fund (9 febbraio 2021): voto a favore. L’indirizzo delle risorse del fondo (209 miliardi di euro) è stato definito dall’Italia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR);
  • Regolamento sull’identità digitale (29 febbraio 2024): voto contrario. La nuova identità digitale conterrà tutti i dati dei cittadini europei e permetterà loro di accedere a servizi pubblici e privati con un click, in tutta l’Unione. Norma che ha sollevato parecchi dubbi circa i possibili “effetti collaterali” in termini di sorveglianza e repressione;
  • Direttiva sulle emissioni industriali (12 marzo 2024): voto a favore. La norma prevede multe del 3% del fatturato annuo per gli allevamenti di medio-grandi dimensioni che non adottato le “migliori tecnologie disponibili” per minimizzare le emissioni inquinanti. Il voto contrario non aveva l’obiettivo di tutelare i piccoli allevatori, piuttosto forniva l’ennesimo assist a favore dell’insostenibile sistema degli allevamenti intensivi;
  • Nuovo Patto su migrazione e asilo (10 aprile 2024): voto contrario a otto delle dieci leggi che lo compongono. Il M5S ha votato contro il meccanismo di redistribuzione dei rifugiati perché non obbligatorio e di fatto bypassabile dai Paesi membri attraverso dei “contributi finanziari” o “un sostegno tecnico-operativo” (un meccanismo che dunque non supera il controverso regolamento di Dublino); le procedure di asilo più rapide, che si tradurranno in analisi superficiali e incomplete, complicando una situazione di per sé difficile; lo screening alle frontiere, sempre più luoghi di impunità. Tutte queste misure sono state ampiamente criticate dalle ong per i diritti umani. Il M5S ha invece votato a favore di un meccanismo, attivabile a discrezione dei Paesi membri, che in poche parole garantisce l’accesso legale e sicuro all’Europa per le persone a cui l’ONU riconosce lo status di rifugiato;
  • Riforma del Patto di Stabilità (23 aprile 2024): voto contrario. Delle controversie della misura abbiamo più volte scritto su L’Indipendente, sottolineandone l’obiettivo principale: limitare il più possibile l’intervento statale nell’economia per promuovere, invece, il ruolo dei privati secondo uno dei pilastri del modello economico liberista.

La comunicazione politica

Il Movimento 5 Stelle ha puntato forte sulla campagna social, alternando proposte da attuare in sede europea e critiche al governo Meloni. Raccogliendo la “sfida” di Renzi, Giuseppe Conte ha dato prova delle sue abilità calcistiche nel pieno della campagna elettorale per le europee, facendo leva su quel binomio pallone-politica tutto italiano. Ad accompagnare l’ex presidente del Consiglio è stata Carolina Morace, simbolo del calcio femminile italiano che correrà alle ormai imminenti elezioni europee per la circoscrizione centro. L’obiettivo, perseguito anche attraverso la pubblicazione dei classici “bagni di folla” riservati durante i comizi, è mostrarsi quanto più vicino al popolo possibile.

A via di Campo Marzio si è deciso di parlare alla pancia degli italiani, trattando nel corso della campagna elettorale i temi caldi dell’agenda del pubblico, come “il massacro del popolo palestinese” o il rischio escalation verso la Terza Guerra Mondiale.

In poche parole

Il Movimento 5 Stelle è il partito che negli ultimi anni ha perso più eurodeputati a Strasburgo, passando dai 14 del 2019 ai 5 attuali. Una parabola coerente con il tonfo elettorale degli ultimi anni, in particolare alle amministrative. Il M5S proverà dunque a invertire la rotta già all’appuntamento dell’8 e 9 giugno, a cui il partito guidato da Giuseppe Conte si presenta in veste pacifista, con una particolare attenzione verso il contenimento delle spese militari; non viene ripresa la storica posizione anti-NATO dei pentastellati: nel programma – il più lungo tra quelli presentati – si legge infatti che l’Alleanza non va “messa in discussione ma sviluppata in chiave puramente difensiva”.

Giuseppe Conte ha reso noto che nella prossima legislatura gli eurodeputati del M5S abbandoneranno il gruppo dei Non Iscritti per entrare a far parte dell’area progressista, lasciando un alone di mistero che ha attirato non poche critiche in virtù della consapevolezza del voto.

[di Salvatore Toscano]

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