domenica 22 Dicembre 2024

Speciale elezioni europee 2024: il programma di Fratelli d’Italia

A circa venti giorni dal voto dell’8 e 9 giugno ha fatto la sua comparsa il programma elettorale di Fratelli d’Italia. Ad anticiparlo, nelle settimane scorse, slogan e cartelloni disseminati nelle città dello stivale. Si pensi, ad esempio, allo scambio di accuse con la giunta campana guidata da Vincenzo de Luca, che a febbraio aveva tappezzato Napoli e dintorni con le scritte “il governo Meloni tradisce il sud” e “il governo Meloni chiude i pronto soccorso”, in riferimento al blocco dei fondi di sviluppo e coesione. Fratelli d’Italia ha replicato, scaricando proprio su De Luca le inefficienze della Regione. Sulla diatriba è intervenuto il Consiglio di Stato, dando ragione alla Campania e riconoscendo dunque le responsabilità del governo.

Carta d’identità: Fratelli d’Italia

Leader: Giorgia Meloni

Orientamento: Estrema destra. Tra le ideologie si annoverano nazionalismo e conservatorismo.

Gruppo politico al Parlamento europeo: Conservatori e Riformisti Europei (ECR)

Ultima legislatura: 5 eurodeputati eletti

I capolista nelle cinque circoscrizioni: Giorgia Meloni (tutte)

Programma

  • Maggiori investimenti per le imprese, semplificazione delle procedure, della burocrazia e delle limitazioni imposte dall’Europa. “Detassazione verso le aziende che creano nuova occupazione di qualità, sul modello italiano del più assumi meno paghi”;
  • Revisione del Green Deal, restringimento della Politica Agricola Comune (PAC) e della normativa sul Ripristino della natura, ad esempio attraverso l’abrogazione delle norme che riducono le superfici coltivabili (e che favoriscono la biodiversità). “Proseguire la battaglia contro la produzione e commercializzazione di carne e cibi sintetici” e contrastare l’adozione di etichette alimentari, utili per una maggiore consapevolezza circa la produzione dell’alimento e dunque la salute del consumatore. Modifica radicale della direttiva sulle case green e cancellazione del blocco alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035;
  • No al green pass globale proposto dall’OMS e dall’UE. “Fare luce sugli errori commessi nella gestione della pandemia e garantire giustizia alle persone che hanno subito danni permanenti dopo la vaccinazione contro il Covid-19”;
  • “Investire una significativa parte del bilancio europeo per finanziare le politiche di supporto alla famiglia e alla natalità intraprese dagli Stati membri”;
  • Revisione del Patto di Stabilità e Crescita nell’ottica di una maggiore flessibilità. “La sostenibilità del debito può essere raggiunta solo con una crescita vigorosa, figlia di spese per investimenti, e non con tagli selvaggi alla spesa pubblica che deprimono ulteriormente l’economia”;
  • Tutelare il mercato unico, contrastare i paradisi fiscali europei, fermare la concorrenza sleale sia all’interno sia all’esterno dell’UE. A tal proposito viene previsto il completamento della riforma del Codice Doganale UE, così da intensificare l’attività anti-contraffazione e anti-frode. “Garantire un’adeguata applicazione della Global Minimum Tax”;
  • “Proteggere i confini d’Europa”. Non dall’escalation militare ma dai migranti, per cui vanno promossi accordi di cooperazione con gli Stati terzi, sullo stile di quanto fatto di recente nella Tunisia di Saied, il cui governo è impegnato in una sistematica attività di discriminazione e deportazione degli africani subsahariani. Nonostante ciò la Tunisia è stata inserita dall’Italia nella lista dei “Paesi sicuri”. Nel programma è previsto il potenziamento del ruolo di Frontex, Europol ed Eurodac per il rafforzamento delle frontiere, a cui si aggiunge il contrasto alle “organizzazioni criminali che gestiscono la tratta di esseri umani”;
  • “Proseguire nell’impegno a prevenire e risolvere ogni conflitto, per una pace giusta in Ucraina e per il perseguimento del principio “due popoli, due Stati” in Medio Oriente”. Tuttavia in sede ONU l’ambasciatore italiano, che agisce in coordinamento con il governo, si è più volte astenuto sulle risoluzioni a favore della Palestina e del suo popolo.
  • Costruire una politica industriale comune nel settore della difesa”. Previsto il potenziamento della produzione militare sia in termini quantitativi sia per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo. Il ruolo della NATO non viene messo in discussione;
  • Diversificazione energetica. Sì al nucleare di ultima generazione. Sviluppare nel quadro del Piano Mattei accordi di cooperazione e partenariati strategici in ambito energetico con gli Stati africani produttori di energia. Allo stesso modo, vanno conclusi accordi con Paesi terzi per l’approvvigionamento di terre rare e incrementate le capacità estrattive degli Stati membri favorendo la nascita di imprese europee per l’estrazione e la raffinazione di materie prime critiche e strategiche;
  • Migliorare la normativa europea sulla violenza contro le donne, promuovere l’occupazione e l’imprenditoria femminile. No alla “teoria gender” e al “mercato transnazionale dell’utero in affitto”;
  • “Stanziare fondi europei per la creazione di un polo comune di ricerca e sviluppo delle tecnologie dell’Intelligenza Artificiale”;
  • Promuovere la collaborazione tra Stati membri nella lotta alla criminalità organizzata, integralismo religioso e terrorismo islamista.

Le votazioni in Europa

  • Recovery Fund (10 febbraio 2021): astensione. L’indirizzo delle risorse del fondo (209 miliardi di euro) è stato definito dall’Italia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR);
  • Regolamento sull’identità digitale (29 febbraio 2024): astensione. La nuova identità digitale conterrà tutti i dati dei cittadini europei e permetterà loro di accedere a servizi pubblici e privati con un click, in tutta l’Unione. Norma che ha sollevato parecchi dubbi circa i possibili “effetti collaterali” in termini di sorveglianza e repressione;
  • Direttiva sulle emissioni industriali (12 marzo 2024): voto contrario. La norma prevede multe del 3% del fatturato annuo per gli allevamenti di medio-grandi dimensioni che non adottato le “migliori tecnologie disponibili” per minimizzare le emissioni inquinanti. Il voto contrario non aveva l’obiettivo di tutelare i piccoli allevatori, piuttosto forniva l’ennesimo assist a favore dell’insostenibile sistema degli allevamenti intensivi;
  • Nuovo Patto su migrazione e asilo (10 aprile 2024): voto a favore per cinque delle dieci leggi che lo compongono, appoggiando ad esempio lo screening alle frontiere, sempre più luoghi di impunità. FDI si è astenuto sulle procedure di asilo più rapide, che si tradurranno in analisi superficiali e incomplete, complicando una situazione di per sé difficile. Infine, si è schierato contro il meccanismo di redistribuzione dei rifugiati perché non obbligatorio e di fatto bypassabile dai Paesi membri attraverso dei “contributi finanziari” o “un sostegno tecnico-operativo” (una procedura che dunque non supera il controverso regolamento di Dublino); e il meccanismo, attivabile a discrezione dei Paesi membri, che in poche parole garantisce l’accesso legale e sicuro all’Europa per le persone a cui l’ONU riconosce lo status di rifugiato;
  • Riforma del Patto di Stabilità (23 aprile 2024): voto contrario. Delle sue controversie abbiamo scritto più volte su L’Indipendente, sottolineando l’obiettivo principale della misura: limitare il più possibile l’intervento statale nell’economia per promuovere, invece, il ruolo dei privati secondo uno dei pilastri del modello economico liberista.

La comunicazione politica

Giorgia Meloni ha capito come conquistare il pubblico. Attraverso lo strumento del framing, dunque del come viene “confezionata” una notizia o anche una semplice parola, la leader di Fratelli d’Italia nonché presidente del Consiglio si è dimostrata capace non solo di rispedire al mittente le critiche ma anche di cavalcarle per aumentare il consenso popolare. Le opposizioni la accusano di aver trasformato il servizio pubblico d’informazione nel suo giocattolo personale, nella Telemeloni? Lei risponde rinominando così la sua rubrica web “Gli appunti di Giorgia”, sgonfiando e delegittimando la protesta. Pochi giorni fa la leader di Fratelli d’Italia ha sfruttato l’inaugurazione di una struttura sportiva a Caivano per togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, presentandosi a quest’ultimo come «quella stronza della Meloni». Il video è andato virale, riscuotendo ampio consenso dal suo elettorato (e non solo).

In poche parole

Dopo essersi affermato come primo partito alle elezioni legislative del 2022, Fratelli d’Italia parteciperà al voto dell’8 e 9 giugno da favorito. Il peso dell’aspettativa si è fatto sentire e la leader, nonché presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha deciso candidarsi come capolista in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali in cui è divisa l’Italia. Una mossa condivisa da altri leader con incarichi governativi o parlamentari, come Antonio Tajani, Carlo Calenda o Elly Schlein, e definita negli ambienti politologici come voto-truffa. Questo perché attrae voti – soprattutto dagli indecisi, facendo leva sul fascino personalistico degli ultimi decenni – senza però arrivare al risultato promesso: l’incarico da europarlamentare verrà infatti rifiutato, così da mantenere la posizione attuale, e i voti raccolti aiuteranno gli altri candidati della lista ad arrivare a Strasburgo.

Giorgia Meloni e Joe Biden.

Il programma presentato da Fratelli d’Italia conferma la metamorfosi iniziata con la scalata al potere. Riposti i vessilli più sovranisti in soffitta, il partito guidato da Giorgia Meloni mostra un volto accondiscendente nei confronti della NATO, non mette più in discussione il ruolo della BCE o dell’euro. Per quanto conservatrice, la linea sul fenomeno migratorio si mostra scevra della vecchia retorica sul blocco navale. Fratelli d’Italia cerca dunque il compromesso, tra la presenza nell’ECR e una nuova identità.

Il programma si mostra carente e vago in politica estera. Manca una posizione chiara sui negoziati in Ucraina o nei confronti di Israele, protagonista di un genocidio a Gaza. Quest’ultima non viene mai nominata. Al massimo si cita il sostegno alla missione Aspides, “sotto il comando tattico italiano, avviata per garantire la sicurezza della navigazione delle navi UE nel Mar Rosso e tutelare l’economia italiana ed europea”. L’operazione è contro gli Houthi, il gruppo ribelle dello Yemen, che da mesi cerca di far pressione su Israele e sui suoi alleati, attaccando le navi dirette a Tel Aviv.

C’è incertezza anche nei confronti della direttiva Bolkestein, su cui Fratelli d’Italia si è limitato ad affermare l’intenzione di “garantirne la corretta applicazione”, senza specificare altro. Nel programma appare invece chiara la strizzata d’occhio alla protesta dei trattori, a cui abbiamo dedicato il Monthly Report n. 32. È presente un ammiccamento anche al Sud Italia, che però fa fatica ad attecchire visto il piano, a livello nazionale, dell’autonomia differenziata presentato dal governo Meloni. Una misura che rischia di spaccare il Paese, facendolo correre ancor di più a due velocità.

[di Salvatore Toscano]

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