domenica 30 Giugno 2024

Speciale elezioni europee 2024: il programma di Libertà

Libertà è la lista più eterogenea e numerosa che parteciperà alle prossime elezioni europee. Trattando la questione come l’arrivo di un colossal al cinema, Cateno De Luca ha tenuto aggiornati lettori e curiosi circa la composizione della sua ultima creatura politica, che ad aprile è andata delineandosi. Il progetto ingloba ben 19 tra partiti e movimenti. A Sud chiama Nord, guidato proprio da De Luca, si sono aggiunti: Sicilia vera, i Civici in Movimento, Confederazione Grande Nord, Popolo Veneto, Noi Agricoltori e Pescatori, Noi Ambulanti Liberi, Vita, Fronte Verde, Progresso Sostenibile, Capitano Ultimo, Sovranità, il Vero Nord, Il Popolo della Famiglia, Insieme Liberi, Rizzi, De Luca Sindaco d’Italia, il Partito Moderato d’Italia e il Movimento per l’Italexit. Libertà ha pubblicato il suo programma per le elezioni europee l’8 maggio scorso.

Carta d’identità: Libertà

Leader: Cateno De Luca

Collocazione politica: Trasversale. Tra le ideologie si annoverano il sovranismo, l’euroscetticismo, il federalismo.

Gruppo politico al Parlamento europeo: Non iscritti

Ultima legislatura: nessun eurodeputato eletto

I capolista nelle cinque circoscrizioni: Cateno De Luca (tutte)

Programma

  • “Serve un accordo di pace per fermare la strage di vite umane”, è l’appello generico con cui la lista Libertà apre il proprio programma. Non ci sono riferimenti precisi né a Gaza né in Ucraina né tantomeno ad altri Paesi stravolti da violenze e guerre;
  • Riduzione dei poteri dell’Unione europea. “Ogni Stato ha diritto di preservare la propria identità economica e sociale che connota la sua sovranità”. Superamento delle regole del Patto di Stabilità e Crescita;
  • No alla direttiva Bolkestein. “Non possiamo accettare che multinazionali e comitati d’affari si impadroniscano di spazi produttivi del nostro Paese a discapito di autonomi e delle Picolle e Medie Imprese”. Il riferimento è alla fine delle concessioni balneari che, a seguito della scadenza nel 2023, dovranno fare spazio alle gare pubbliche;
  • “Serve un intervento di incentivo europeo per sostenere le spese di efficientamento energetico”, come quelle previste dalla direttiva case green;
  • Concentrare “maggiori risorse per le politiche a sostegno della famiglia” e dunque della natalità;
  • Revisione della nuova Politica Agricola Comune (PAC) entrata in vigore nel 2023 per implementare il Green Deal e ad oggi largamente derogata a seguito della rivolta dei trattori. La PAC prevede, tra le altre cose, la rotazione delle colture o l’obbligo di lasciare incolto il 4% del terreno in modo da favorire la biodiversità;
  • “Vogliamo un serio contrasto alla concorrenza sleale tra Paesi europei per eliminare definitivamente i paradisi fiscali e per eliminare l’elusione fiscale delle grandi multinazionali. Va fatta una seria lotta al dumping salariale”, quindi la tendenza al ribasso dei salari;
  • No al green pass globale presentato da OMS e UE;
  • Incrementare a livello europeo la lotta alle mafie, tutelando le vittime di racket;
  • Stop agli allevamenti intensivi e alla sperimentazione animale. “Vanno banditi i finanziamenti europei volti al sostegno degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM)”;
  • Maggiore cooperazione e solidarietà dell’Europa nei confronti dell’Italia per la gestione dei flussi migratori;
  • “Libertà di promuovere una tecnologia a misura e a servizio dell’uomo”. A tal proposito bisogna “battersi per la libera circolazione delle informazioni sul web”.

La comunicazione politica

Partiamo dalle basi. Libertà ha una propria pagina Facebook ma non un sito web e per le comunicazioni si affida a quello di Sud chiama Nord. È una campagna elettorale vecchio stampo, fatta di incontri a tappeto, con un De Luca in versione maratoneta che gira lo Stivale a bordo del “camper della libertà”. Tra tiktok in cui mangia “la burrata in libertà”, sponsorizza i taralli di Taranto e viaggia su trattori a sostegno del movimento esploso a marzo, il sindaco di Taormina intende trasmettere l’immagine del politico del popolo, pronto a portare le istanze dell’italiano medio a Strasburgo. L’immagine trasmessa sarà invece nota dopo il voto dell’8 e 9 giugno.

In poche parole

A marzo Cateno De Luca ha lanciato il progetto Libertà, invitando partiti e movimenti a unirsi al suo Sud chiama Nord per “battersi per la pace, per la sovranità del nostro Paese, per tutelare i diritti di tutti i cittadini”. Il Partito Popolare del Nord è stato il primo a rispondere presente, salvo abbandonare il progetto qualche giorno dopo. Hanno invece continuato a credere nella lista il Movimento per l’Italexit, i Civici in Movimento, il Popolo Veneto e Capitano Ultimo, l’uomo che 31 anni fa mise le manette a Totò Riina. Libertà è andata via via espandendosi, fino a raggiungere la sua forma finale a inizio aprile: 19 tra partiti e movimenti, uniti sotto la bandiera dell’euroscetticismo, del sovranismo e del federalismo. Nel simbolo campeggia il nome del leader, in linea con quanto deciso da altre liste quali Siamo europei, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia (in questo caso è stato scelto il nome di Berlusconi e non di Tajani).

Il programma appare in più punti generico, come nel caso del genocidio in corso in Palestina, e con ampi richiami al contesto nazionale, dunque al di fuori del perimetro del voto dell’8 e 9 giugno. Che sia il segno della volontà di rilanciare il progetto anche in futuro e di usare le europee come banco di prova?

La lista neonata è formata da forze altrettanto recenti o comunque da organizzazioni presenti in territori circoscritti, il che rappresenta il maggiore ostacolo per il superamento della soglia di sbarramento. Libertà cercherà di attrarre voti lungo l’intero arco politico, contendendosi il ruolo di underdog con Pace Terra Dignità e Alternativa Popolare.

[di Salvatore Toscano]

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