venerdì 22 Novembre 2024

Speciale elezioni europee 2024: il programma di Pace Terra Dignità

Dopo un’iniziale esclusione, il TAR ha riammesso nella circoscrizione nord-ovest la lista Pace Terra Dignità, che alle prossime elezioni europee correrà dunque in tutta Italia. Il progetto politico è nato il 14 febbraio 2024 su iniziativa di Michele Santoro e Raniero La Valle, i due capolista. Il programma è stato lanciato il 6 maggio scorso e ruota intorno alle tre parole scelte per il nome: pace, Terra, dignità. A ognuna di essa è dedicato un capitolo che riportiamo nei soli tratti riguardanti l’Unione europea – coerentemente con l’obiettivo del nostro speciale elezioni: bypassare la mera propaganda e le misure inattuabili a livello comunitario. Alla lista hanno aderito Rifondazione Comunista, Mera25 Italia e il Movimento Equità Territoriale. Quest’ultimo è stato fondato dall’ex M5S Piernicola Pedicini, che correrà nella circoscrizione meridionale. Nelle liste di Pace Terra Dignità ci sarà anche Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista. Tra gli altri candidati più noti figurano il vignettista Vauro Senesi, la politologa Benedetta Sabene e lo scrittore Nicolai Lilin.

Carta d’identità

Leader: Michele Santoro e Raniero La Valle

Collocazione politica: Sinistra. Tra le ideologie si annoverano il pacifismo e l’ambientalismo

Gruppo politico al Parlamento europeo: Non iscritti

Ultima legislatura: nessun eurodeputato eletto

I capolista nelle cinque circoscrizioni: Raniero La Valle (nord-est), Michele Santoro (nord-ovest, centro, sud e isole)

Programma

  • Stop alle armi all’Ucraina “coadiuvandola in un negoziato che garantisca la reciproca sicurezza alle parti e risolva con procedure democratiche e di autodeterminazione il contrasto sulle terre contese”;
  • Pressione sull’Unione Europea affinché condanni, oltre “alla strage del 7 ottobre“, anche “il massacro in corso dei palestinesi, il regime di apartheid e la pulizia etnica realizzati da Israele”. L’Unione europea deve operare attivamente per il cessate il fuoco a Gaza e fare da mediatrice nella questione palestinese. A tal proposito vengono citate le classiche soluzioni: due popoli due Stati e lo Stato unico binazionale, pendendo verso quest’ultima;
  • Impegno dell’Ue a favore dei curdi e dei loro diritti, ottenendo la liberazione del leader Abdullah Ocalan (incarcerato da 25 anni) e dei prigionieri politici in Turchia;
  • Iniziativa legislativa – dunque la facoltà di presentare disegni di legge – al Parlamento europeo (oggi spetta alla Commissione) e della sua partecipazione al processo decisionale nell’ambito della politica estera e della sicurezza comune (settore gestito da Consiglio europeo e Consiglio dei ministri dell’Ue);
  • No all’esercito europeo. Riprendere piuttosto la strada dei trattati sul disarmo e ridurre la spesa militare, riconvertendo con finalità civili le industrie belliche. Superamento delle contrapposizioni militari tra i blocchi e della NATO, con un’Europa protagonista in un mondo multipolare e non sottoposta a domini esterni;
  • Tassazione delle aziende del fossile, l’estensione della Carbon tax europea, la detassazione delle tecnologie verdi e l’abolizione di qualsiasi detrazione fiscale per chi inquina. Le tasse delle multinazionali devono essere pagate dove le società acquisiscono i loro ricavi ed i paradisi fiscali in Europa vanno aboliti”. No al nucleare;
  • La politica economica deve essere decisa dagli europarlamentari e non dalla BCE, che deve rinunciare alla riscossione degli oltre 2.500 euro di debito pubblico gravanti sugli Stati membri. Relativamente a economia e sostenibilità, la lista Pace Terra Dignità afferma che gli interventi debbano ispirarsi all’economia circolare, di cui l’Italia è leader;
  • Revisione degli accordi di Maastricht, dunque dell’essenza neoliberista dell’Unione Europa che si manifesta, tra le altre cose, nelle cosiddette politiche di austerità. Abolizione del Patto di stabilità e crescita “che impone vincoli antisociali alla spesa per la sanità, la scuola, i servizi e consente deroghe solo per nuovi armamenti”;
  • Riduzione dell’orario lavorativo in tutta l’Ue a 32 ore settimanali – slegata però a un abbassamento dei salari. Anzi, va applicata a livello europeo la scala mobile, dunque l’adeguamento degli stipendi e pensioni all’inflazione;
  • Sì al salario minimo europeo e a un sostegno economico universale a chi resta senza lavoro. “Chi percepisce il reddito deve partecipare a corsi di formazione tenendo conto delle sue capacità e delle sue aspirazioni”. L’obiettivo è quello di contrastare le condizioni lavorative degradanti che la massa di disoccupati – tra cui donne, giovani e lavoratori stranieri – è costretta ad accettare per sopravvivere;
  • Ampliamento della rete di assistenza ai migranti, con l’abolizione dei centri di detenzione e rimpatrio (CPR). Mancano delle prese di posizione chiare su questioni concrete come la gestione degli accordi con Paesi terzi o le politiche sui visti.

La comunicazione politica

L’occhio vuole la sua parte, anche in politica. Pace Terra Dignità ha invece puntato su una presentazione spartana per il proprio programma elettorale, caricato sul sito senza essere accompagnato da una versione “in pillole” o da un file pdf che ne facilitasse la lettura. Anche sui social media la lista appare carente, scevra di un coordinamento centrale e affidata alle singole iniziative locali. Con comparsate in tv e post sui propri profili, Michele Santoro ha provato a limitare l’emorragia, basando la sua campagna elettorale su dibattiti circa le “parole proibite”, come lavoro, genocidio, pace.

In poche parole

Pace Terra Dignità ha superato la sfida della raccolta firme e alle prossime elezioni europee sarà presente in tutte e cinque le circoscrizioni italiane. Per entrare nel Parlamento europeo la lista, come tutte quelle in corsa, dovrà raccogliere almeno il 4 per cento dei voti totali. Nel caso di una formazione politica nuova, di piccole dimensioni o poco conosciuta, la soglia di sbarramento può rappresentare un ostacolo non irrisorio, soprattutto alla luce del “voto utile”, ragionamento sempre più comune tra gli elettori che preferiscono sacrificare parte dell’aderenza ideologica con una lista la cui aspettativa di vittoria è bassa per votare una lista “più sicura”, così da non vedere il proprio voto sprecato.

Pace Terra Dignità deve poi fare i conti con un programma vasto – a tratti impopolare, controcorrente o di radicale trasformazione dello stato delle cose – soprattutto per una forza neonata con un radicamento pressoché nullo sul territorio. In alcuni punti appare generico, come nella gestione del fenomeno migratorio. Le elezioni europee potrebbero servire come un primo banco di prova, tanto nella risposta dell’elettorato quanto nella coesione interna della lista, tra i fattori principali della riuscita di un progetto politico.

All’interno del programma emergono elementi di ecologismo, pacifismo, comunismo, antiliberismo a cui si aggiunge un sostrato cattolico (la presenza e il ruolo di Raniero La Valle – simbolo del cristianesimo sociale italiano – è in tal senso emblematico). In parte viene riesumata la linea ecopacifista degli anni ’70 e ’80 che andò poi sfumando dopo la caduta del muro di Berlino. Dopo l’appoggio a due governi di centrosinistra e il relativo suicidio politico, Rifondazione Comunista persevera nel tentativo di ricostruirsi un’immagine e, sganciatosi dall’universo di Unione Popolare (UP), ha deciso di unirsi a Pace Terra Dignità. Nonostante le avances di Santoro si è defilato dal progetto proprio l’ex leader di UP, Luigi de Magistris, che ha preferito preservare le forze in vista delle elezioni comunali di Napoli del 2026. Il partito italiano del movimento internazionale DiEM25 (Mera25 Italia), fondato dall’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis e dal filosofo croato Srećko Horvat, ha invece aderito con convinzione al progetto di Santoro e La Valle. Nel 2025 il movimento punta a convocare un’Assemblea Costituente per una riforma delle istituzioni europee. In Italia, Pace Terra Dignità cercherà di contendersi con Libertà e Alternativa popolare il ruolo di outsider e dunque di superare la soglia di sbarramento.

[di Salvatore Toscano]

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