Stati Uniti d’Europa ha pubblicato il suo programma a tre settimane dal voto, dopo aver organizzato convegni e tappezzato le città con i manifesti dei candidati. Una tendenza diffusa e coerente con la trasformazione della comunicazione politica, sempre più alla ricerca della spettacolarizzazione e del meme per catturare l’attenzione e convincere a votare. Nella lista figurano sei simboli: +Europa, Italia Viva, Partito Socialista Italiano (PSI), Radicali italiani, Liberal Democratici (LIBDEM) e L’Italia c’è, che hanno unito le forze in un progetto che punta a rendere l’Unione Europea uno Stato sovrano. Di seguito riportiamo, in linea con il lavoro svolto fin qui, i punti programmatici compresi nel raggio d’azione europeo e la posizione circa le votazioni salienti dell’ultima legislatura.
Carta d’identità: Stati Uniti d’Europa
Leader: Matteo Renzi, Emma Bonino, Riccardo Magi
Collocazione politica: Centro. Tra le ideologie si annoverano europeismo e liberalismo
Gruppo politico al Parlamento europeo: Renew Europe
Ultima legislatura: nessun eurodeputato eletto ma a seguito della scissione tra Partito Democratico e Italia Viva, quest’ultimo ha guadagnato nel 2019 due eurodeputati: Nicola Danti e Sandro Gozi.
I capolista nelle cinque circoscrizioni: Emma Bonino (nord-ovest), Graham Robert Watson (nord-est), Giandomenico Caiazza (centro), Vincenzo Maraio (sud), Rita Bernardini (isole)
Programma
- Modifica dei Trattati istitutivi per arrivare agli Stati Uniti d’Europa, “con un governo che risponda al Parlamento europeo, una politica estera, di difesa, fiscale e migratoria comune”. Dunque uno Stato federale su modello americano;
- “Serve l’abolizione del diritto di veto, l’attribuzione del diritto di iniziativa legislativa al Parlamento europeo (oggi in capo alla Commissione, ndr) e la prospettiva dell’elezione diretta del Presidente della Commissione europea, la cui carica potrebbe essere unificata con quella di Presidente del Consiglio europeo”;
- Ferma collocazione atlantica, maggiore spesa militare e creazione di un esercito europeo. “Aiutare l’Ucraina a vincere la guerra contro l’aggressore russo, attraverso nuovi stanziamenti e nuove forniture militari, procedere con la confisca degli asset russi congelati dalle sanzioni”. Non viene menzionato Israele né tantomeno la pressione economica e diplomatica nei suoi confronti affinché cessi il genocidio a Gaza;
- “Istituzione di una #18app europea per permettere ai neo 18enni di investire in cultura, libri, musei, teatri e musica in tutta Europa, quali autentici cittadini europei”. Creazione di “un Fondo unico europeo per la mobilità universitaria, al fine di consentire ai giovani di iscriversi a qualsiasi università del territorio UE, con sostegno economico per trasferimento e permanenza all’estero, sulla base di requisiti di merito“;
- Vincolare l’accesso di tutti i fondi europei al pieno rispetto dello stato di diritto, “sul modello di condizionalità in vigore per le risorse del Recovery Fund”. “L’Unione europea è e deve rimanere il punto di riferimento per quanti nel mondo vedono conculcata la propria libertà di espressione e i propri diritti umani e civili”. A tal proposito va ostacolata l’esternalizzazione delle frontiere, migliorata la procedura di accoglienza e lanciato “un nuovo piano d’azione europeo per le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo dando priorità alla sicurezza e alla dignità delle persone in pericolo”;
- Aumentare il bilancio europeo, dunque i fondi versati dai singoli Paesi membri, e puntare sulla strada del debito comune tracciata dal Recovery Fund;
- “Promuovere l’imprenditoria giovanile su tutto il territorio dell’Unione, garantendo alle start up l’accesso diretto agli investimenti pubblici europei, sviluppando piattaforme digitali che mettano in condivisione le opportunità di investimento e di lavoro oltre i confini nazionali”. Sì all’istituzione di un sussidio di disoccupazione europeo;
- Far leva sull’Intelligenza Artificiale “per ottimizzare i servizi pubblici e l’utilizzo delle risorse comuni, stimolare la crescita economica e migliorare la qualità della vita dei cittadini, garantendo al contempo che la tecnologia sia utilizzata in modo responsabile e nel pieno rispetto dei diritti individuali”. Il riferimento è alla protezione della privacy e alla gestione etica dei dati personali, questioni sollevate durante la discussione dell’ultimo Regolamento sull’identità digitale, approvato a Strasburgo anche grazie al voto favorevole di +Europa;
- “L’Unione deve porsi come attore negli investimenti e nell’innovazione, dotandosi di una Silicon Valley europea e superando l’abuso di regolamentazione“;
- “L’Europa ha bisogno di produrre di più, e in modo più efficiente, coniugando la sensibilità ambientale con quella economica e sociale”;
- Aumentare i bandi e le risorse per l’acquisto di mezzi o per la riqualificazione di spazi in cui svolgere le attività a favore della collettività, rafforzando il coinvolgimento del Terzo Settore. Stati Uniti d’Europa, come Siamo europei, punta sul Meccanismo Europeo di Solidarietà (MES) per rafforzare le infrastrutture sanitarie.
Le votazioni in Europa
- Recovery Fund (9 febbraio 2021): voto a favore. L’indirizzo delle risorse del fondo (209 miliardi di euro) è stato definito dall’Italia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR);
- Regolamento sull’identità digitale (29 febbraio 2024): voto a favore. La nuova identità digitale conterrà tutti i dati dei cittadini europei e permetterà loro di accedere a servizi pubblici e privati con un click, in tutta l’Unione. Norma che ha sollevato parecchi dubbi circa i possibili “effetti collaterali” in termini di sorveglianza e repressione;
- Direttiva sulle emissioni industriali (12 marzo 2024): voto a favore. La norma prevede multe del 3% del fatturato annuo per gli allevamenti di medio-grandi dimensioni che non adottato le “migliori tecnologie disponibili” per minimizzare le emissioni inquinanti. Il voto contrario non aveva l’obiettivo di tutelare i piccoli allevatori, piuttosto forniva l’ennesimo assist a favore dell’insostenibile sistema degli allevamenti intensivi;
- Nuovo Patto su migrazione e asilo (10 aprile 2024): voto favorevole a sei delle dieci leggi che lo compongono. Italia Viva ha votato a favore del meccanismo di redistribuzione dei rifugiati, non obbligatorio e di fatto bypassabile dai Paesi membri attraverso dei “contributi finanziari” o “un sostegno tecnico-operativo” (un meccanismo che dunque non supera il controverso regolamento di Dublino); una procedura, attivabile a discrezione dei Paesi membri, che in poche parole garantisce l’accesso legale e sicuro all’Europa per le persone a cui l’ONU riconosce lo status di rifugiato. Italia Viva ha invece votato contro le procedure di asilo più rapide, che si tradurranno in analisi superficiali e incomplete, complicando una situazione di per sé difficile; lo screening alle frontiere, sempre più luoghi di impunità;
- Riforma del Patto di Stabilità (23 aprile 2024): astensione. Delle sue controversie abbiamo scritto più volte su L’Indipendente, sottolineando l’obiettivo principale della misura: limitare il più possibile l’intervento statale nell’economia per promuovere, invece, il ruolo dei privati secondo uno dei pilastri del modello economico liberista.
La comunicazione politica
Gli Europei di calcio si avvicinano e il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha pensato bene di rispolverare quel vecchio connubio pallone-politica tutto italiano, palleggiando in piazza a Ventotene. «Due milioni di visualizzazioni per i palleggi e centomila per il fondamentale discorso sugli Stati Uniti d’Europa», ha commentato l’ex presidente del Consiglio.
I sei simboli che compongono la lista hanno deciso di non creare profili social o un sito apposito, puntando invece sulle singole forze. In Italia Viva resta tangibile la logica da “Terzo Polo”, come dimostra la campagna elettorale basata in larga parte su critiche a destra – dunque al governo Meloni – e a sinistra, in particolare al PD, accusato di avere “il programma di un centro sociale”. +Europa ha invece puntato forte sui diritti civili, legalizzazione della cannabis in primis.
Nella lista Stati Uniti d’Europa merita una menzione speciale Alfonso Maria Gallo, candidato nella circoscrizione sud, che ha lanciato lo spot: «L’Europa è un pollaio? Scrivi Gallo».
In poche parole
Nell’apertura del programma si legge una critica al fenomeno del voto-truffa che, come visto negli articoli della rubrica, vede leader con incarichi parlamentari o governativi candidarsi per Strasburgo senza la reale intenzione di accettare la nuova mansione. Matteo Renzi, senatore e presidente di Italia Viva, ha annunciato che in caso di elezione a eurodeputato abbandonerà l’attuale incarico per rispettare la volontà degli elettori. Sembrano dunque lasciati alle spalle i tempi delle promesse rimangiate a seguito degli esiti dei referendum popolari.
Il programma di Stati Uniti d’Europa mostra un’evidente struttura liberalista e liberista, con continui rimandi alla famosa Agenda Draghi, la cui prosecuzione in campo europeo viene caldamente auspicata. Nonostante lo sbandieramento della difesa dei diritti, nel programma non viene menzionato il genocidio in corso in Palestina, dove negli ultimi mesi gli attacchi di Israele – attualmente alla sbarra all’Aja – hanno ucciso più di 35 mila persone, di cui oltre 15 mila bambini.
[di Salvatore Toscano]