lunedì 30 Dicembre 2024

L’ONU inserisce Israele nella lista nera dei Paesi che minacciano la vita dei bambini

Ieri il Segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha chiamato l’Ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite per annunciargli che Israele verrà aggiunto nella prossima “lista nera” dell’ONU per la violazione dei diritti dei bambini nei conflitti armati. A far trapelare la notizia è lo stesso Ambasciatore israeliano Gilad Erdan, che ha pubblicato parte della conversazione telefonica con Guterres sul social network X, lanciando una condanna all’organo internazionale. A venire inseriti nella lista, che dovrebbe venire resa nota a metà giugno, saranno anche Hamas e il movimento per il Jihad Islamico Palestinese. Non risultano ancora chiare né le specifiche accuse, né le possibili conseguenze dell’azione di Guterres, che per ora pare ancora configurarsi come la rituale iniziativa simbolica dagli esiti incerti.

La “lista nera” di Guterres è l’appendice a un breve documento che viene pubblicato ogni anno sul sito delle Nazioni Unite. Nell’elenco figurano tutti quegli Stati e quelle organizzazioni che, nel corso di un conflitto armato si sono macchiati di crimini contro l’infanzia quali il “reclutamento e l’uso di bambini [ndr. in guerra], l’uccisione e la mutilazione di bambini, lo stupro e altre forme di violenza sessuale sui bambini”, e infine il “rapimento di bambini”; parimenti, nella lista figurano anche quelle parti di un conflitto che hanno portato avanti “attacchi a scuole, ospedali, e persone protette in relazione alle scuole e/o agli ospedali”. Non risulta ancora chiaro per quali di questi crimini Israele verrà inserito nella lista. Poco chiaro, inoltre, anche quali siano le possibili conseguenze che potrebbero derivare dall’inserimento dello Stato ebraico e di Hamas e il JIP nel documento. Nel rapporto dell’anno scorso, per esempio, non viene suggerita alcuna misura attiva nei confronti dei Paesi che appaiono nell’elenco, ma al tempo stesso vengono richiamate passate risoluzioni che prenderebbero in considerazione la promozione di sanzioni o di embargo sulle armi contro chi viola i diritti umanitari dei minori.

Nonostante l’inserimento di Israele in una simile lista sia una novità, non si può dire lo stesso riguardo ai crimini di guerra di cui Tel Aviv si macchia quando si tratta di bambini. Lo stesso rapporto dell’anno precedente dedica una intera sezione allo Stato ebraico e alle controparti palestinesi, e sottolinea come solo nel 2022 si siano registrate “3.133 gravi violazioni contro 1.139 bambini palestinesi” nel territorio della Palestina storica. L’ONU avrebbe inoltre “verificato l’impiego di 4 bambini palestinesi (3 maschi e 1 femmina) da parte delle forze israeliane come scudi umani”, così come il tentativo di reclutare due bambini come informatori. Solo nella Cisgiordania, inoltre, l’ONU avrebbe registrato la detenzione di 852 bambini per “presunti reati contro la sicurezza”. Sempre nel 2022, Israele avrebbe bombardato 121 strutture tra scuole e ospedali, avrebbe ucciso 42 bambini, e ne avrebbe mutilati 517. Guterres scrive infine che Israele avrebbe impedito l’accesso agli aiuti umanitari su territorio palestinese 1.863 volte. Quando presenti, gli stessi dati che coinvolgono il JIP e Hamas, si aggirano invece sempre su numeri a una sola cifra.

Anche Save the Children, già nel 2020, aveva lanciato una petizione per denunciare il maltrattamento dei bambini da parte delle forze israeliane. Secondo l’associazione umanitaria, ogni anno circa 500-700 bambini vengono “processati e detenuti secondo la legge militare israeliana”. Nello specifico, “l’accusa più comune è il lancio di pietre, per cui si può arrivare ad una pena di 20 anni”. Nello stesso 2020, quando era stata scritta la petizione, i bambini incarcerati erano 160. Oggi la stessa Save the Children denuncia come in sole tre settimane l’esercito israeliano abbia ucciso più bambini di quanti ne vengano uccisi annualmente dal 2019 a causa dei conflitti bellici; secondo un report di UNICEF, inoltre, solo nella prima settimana Israele avrebbe ucciso almeno 700 bambini nella Striscia di Gaza. Da mesi, invece, si parla della situazione di assoluta carestia in cui versano i bambini a causa dei continui bombardamenti e dell’insufficiente entrata di aiuti umanitari.

La campagna militare israeliana sulla Striscia di Gaza è arrivata oggi al 246esimo giorno. Al 5 giugno, data dell’ultimo report dell’Agenzia per gli Affari Umanitari dell’ONU, dall’escalation del 7 ottobre Israele avrebbe ucciso 36.586 persone, e di queste 7.797 sono bambini identificati; quest’ultimo dato, tuttavia, risulta una stima al ribasso, dovuta a un cambio nella conta dei morti avvenuto tra il 6 e l’8 maggio, che esclude le vittime non identificate dalla conta demografica. Secondo le ultime statistiche condivise ieri dall’Ufficio Media Governativo palestinese, le vittime tra i bambini avrebbero infatti raggiunto quota 15.517.

[di Dario Lucisano]

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