Con 14 voti a favore e la sola astensione della Russia, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza. La proposta è la stessa annunciata lo scorso 31 maggio e già accettata da Israele. La mozione prevede tre fasi: nella prima, si prevede un «cessate il fuoco immediato, pieno e completo, con il rilascio degli ostaggi, compresi donne, anziani e feriti, la restituzione dei resti di alcuni ostaggi uccisi e lo scambio di prigionieri palestinesi», con il ritiro delle forze israeliane dalle «aree popolate di Gaza», il ritorno dei palestinesi alle loro case e la distribuzione di aiuti umanitari su larga scala. La seconda fase prevede la fine permanente delle ostilità, «in cambio del rilascio di tutti gli altri ostaggi ancora presenti a Gaza e del ritiro completo delle forze israeliane da Gaza». Per la terza fase, infine, si prevede l’inizio di «un importante piano di ricostruzione pluriennale per Gaza», oltre alla restituzione a Israele dei resti degli ostaggi che hanno perso la vita. Si respinge, inoltre, qualsiasi tipo di cambiamento demografico o territoriale della Striscia. Nel testo, il Consiglio ribadisce un «incrollabile impegno» verso una soluzione a due Stati e, a questo proposito, sottolinea l’importanza di «unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania sotto l’Autorità Palestinese».
Secondo l’ambasciatore russo, astenutosi dal votare la bozza americana, vi sono numerosi punti non chiari all’interno della bozza, in particolare riguardo al fatto che, da quando Biden ha presentato la bozza a Netanyahu, Israele ha continuato a ribadire pubblicamente che la guerra continuerà fino alla completa distruzione di Hamas. La rappresentante di Israele, Reut Shapir Ben Naftaly, ha dichiarato a questo proposito che gli obiettivi di Tel Aviv sono stati «molto chiari» fin da subito, ovvero «Riportare a casa tutti i nostri ostaggi e smantellare le capacità di Hamas, garantendo che Gaza non rappresenti una minaccia per Israele in futuro». Una volta raggiunti questi obiettivi, ha dichiarato la donna, la guerra finirà.
In una dichiarazione rilasciata dopo il voto, Hamas ha dichiarato di aver accolto con favore la risoluzione e si è detto pronto a collaborare per avviare da subito i negoziati. Il grande interrogativo, ora, è se tale risoluzione verrà rispettata. Dopo la risoluzione votata dal Consiglio di Sicurezza lo scorso 25 marzo per il mese del Ramadan (dalla quale gli USA si sono astenuti), infatti, non vi è stato alcuno stop dell’offensiva militare israeliana. La decisione è giunta pochi giorni dopo una delle peggiori stragi portate a termine dall’esercito israeliano: l’8 giugno, infatti, 274 palestinesi sono morti nel “genocidio collaterale” di Nuseirat, mentre altri 700 sono stati feriti. L’assalto ha permesso la liberazione di 4 ostaggi israeliani. La conta delle vittime palestinesi certe, dall’inizio dell’assalto israeliano, supera così le 37 mila vittime, ma si teme ve ne siano molte altre sepolte sotto le macerie.
[di Valeria Casolaro]
Sono decenni che assistiamo allo stesso strazio: gli israeliani derubano ed umiliano i palestinesi fino a che si ribellano, vedi varie intifada od il più recente attacco, dopodiché sono gli israeliani a dichiararsi attaccati e puntualmente la loro vendetta galleggia su un mare di sangue?!?