Dalle aule di tribunale in fermento dell'Europa agli angoli più remoti dell'Amazzonia, un'ondata globale di battaglie legali sta mettendo in discussione gli impegni assunti dalle nazioni in materia di ambiente e clima. Con una posta in gioco altissima, questi casi stanno riscrivendo la giustizia ambientale globale che, parallelamente, sta emergendo come strumento essenziale per la tutela dei diritti umani. Non a caso, sono sempre più numerosi i cittadini che si rivolgono ai tribunali per sollecitare politiche ecologiche maggiormente efficaci e, soprattutto, una riduzione delle emissioni indust...
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l’importante è che la si smetta di puntare il dito solo e sorattutto contro la CO2, che viene indicata come la responsabile principale di tutti i mali. L’inquinamento è fatto di una miriade di componenti molto più pericolose e meno evidenti (vedi le emissioni elettromagnetiche), il rilascio dei prodotti di conbustione dei carburanti degli aerei, l’uso indiscriminato della geoingegneria atmosferica per “controllare” il meteo, solo per fare qualche esempio.
Confortante è leggere queste iniziative giudiziarie contro l’inquinamento e a difesa della salute e dell’ambiente.
Deprimente e vergognoso è pensare a Taranto (Ilva), terre dei fuochi (Caserta e Napoli), Sardegna (basi militari) e Veneto (Pfas), dove la gente e i bambini muoiono o si ammalano gravemente a centinaia, senza che la giustizia dia il minimo segno di coscienza.
Reddito di esistenza, piena occupazione, controlli su emissioni elettromagnetiche, messa al bando e riconversione dell’industria bellica, istruzione e sanità gratuite. POI iniziamo a parlare di ecologia.