Con un ordine esecutivo firmato nella mattinata di ieri, 17 giugno, il governatore dello stato americano del Maryland, Wes Moore, ha cancellato oltre 175.000 condanne per reati minori legati al consumo e al possesso di cannabis. Si tratta della più grande amnistia sulle droghe leggere mai approvate negli USA. Nel Maryland il consumo di cannabis è stato legalizzato nel 2022 e nessuno tra gli autori dei 175.000 reati condonati si trovava in carcere, tuttavia la decisione avrà un impatto notevole sulla vita dei graziati. Si tratta di migliaia di cittadini che, spesso solo per aver detenuto pochi grammi di cannabis, si trovavano la fedina penale sporca e di conseguenza molti ostacoli nella vita, come la difficoltà di trovare lavoro, l’impossibilità di partecipare a concorsi o di ottenere borse di studio.
«Il Maryland ha fatto la storia quando abbiamo legalizzato la cannabis grazie al referendum. Ma non possiamo celebrare i benefici della legalizzazione dimenticando le conseguenze della criminalizzazione. Nessun abitante del Maryland dovrebbe affrontare ostacoli nel trovare un alloggi, un lavoro o un posto all’università per aver subito condanne per comportamenti che non sono più illegali», ha affermato Moore.
La cancellazione delle condanne sarà automatica su tutte quelle registrate sui documenti elettronici mentre, per ragioni burocratiche, sarà da richiedere per quelle antecedenti, registrate solo nel casellario giudiziale ottenibile in tribunale. Secondo le stime saranno circa centomila i cittadini del Maryland interessati dalla misura che avrà – secondo i suoi sostenitori – un forte senso di giustizia razziale. Il governatore, anch’egli afroamericano, ha infatti spiegato come «la politica sia un’arma molto potente che, in passato, è stata intenzionalmente utilizzata per colpire intere comunità». Nello stato del Maryland, infatti, gli afroamericani costituiscono il 70% della popolazione carceraria pur rappresentando poco più del 30% della popolazione totale e, secondo le stime diffuse dal governo, i neri avevano il triplo di possibilità dei bianchi di finire in carcere per violazione delle leggi sulla cannabis.
Nel novembre del 2022, i cittadini del Maryland avevano approvato con un’ampia maggioranza del 67,2% la legalizzazione della cannabis per tutti i residenti nello Stato con un’età maggiore di 21 anni. Da allora nello Stato sono nati i “dispensari”, negozi che vendono cannabis al dettaglio. Il paradosso, comune a quello di molti altri stati americani, era dunque quello che tanti cittadini si trovassero ancora a pagare pesanti conseguenze legali e sociali per aver in passato detenuto una sostanza che ora si vende liberamente nei negozi. Da anni negli Stati Uniti è in atto una progressiva legalizzazione della cannabis, che rimane vietata a livello federale, ma è ormai legale in 24 Stati su 50 per uso ricreativo e addirittura in 35 per uso medico.
…e mentre il mondo va avanti, l’Italia medievale dei capitan nutella e delle carciofare, corrono dietro alla cannabis light anche solo disegnata e di fatto negano diritti acquisiti come l’aborto.
Non si capisce perché l’Italia è sempre serva e schiava degli USA tranne quando ne fanno una di giusta😂