domenica 22 Dicembre 2024

A Torino si è aperto il primo processo per ecoreati in Italia

Martedì 18 giugno ha avuto luogo, a Torino, la prima udienza del cosiddetto “processo Smog”, il primo processo per ecoreati mai realizzato in Italia. Tra gli imputati vi sono gli ex sindaci del capoluogo piemontese Chiara Appendino e Piero Fassino, oltre all’ex presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Secondo le accuse, tra il 2015 e il 2019, questi non avrebbero messo in campo misure adeguate per garantire la tutela della qualità dell’aria della città di Torino, che risulta ad oggi essere tra i Comuni più a rischio per questo tipo di inquinamento. Per questo motivo, agli amministratori pubblici viene contestato il reato di inquinamento ambientale colposo. Secondo i consulenti della procura, le concentrazioni sopra i limiti di legge degli inquinanti registrati nell’area torinese avrebbero causato oltre mille morti premature e diversi ricoveri ospedalieri. Un secondo filone dell’inchiesta, riferito a un periodo successivo, vede tra gli indagati anche l’attuale presidente della Regione, Alberto Cirio.

Il processo ha preso il via dopo le indagini apertesi a seguito di un esposto presentato nel 2017 da Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira, ammesso come parte civile al processo (insieme a Greenpeace Italia, Giustizia Climatica Ora, ISDE-Associazione Italiana Medici per l’Ambiente e sette privati cittadini). «La cosa che mi ha sorpreso di più quando ho cominciato a cercare dati per l’esposto – ha dichiarato Mezzalama – è stata che sui siti del Comune e della Regione fossero pubblicate relazioni degli epidemiologi dell’ARPA che parlavano chiaramente di molte centinaia di morti a causa dello smog ogni anno. Quindi era evidente come gli amministratori fossero perfettamente a conoscenza della situazione, ma non stessero affatto prendendo le decisioni necessarie a risolvere il problema, anzi». L’iniziativa legale è stata possibile grazie all’introduzione, nel 2015, di nuove disposizioni legislative in materia di reati ambientali (legge n.68 del 2015), che ha introdotto, tra gli altri, il delitto di inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.).

Secondo quanto riferito da un recente report di Legambiente, ad oggi Torino risulta ancora essere una delle città più a rischio smog d’Italia. I livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) e del biossido di azoto (NO2) risultano infatti qui essere «stabili ormai da diversi anni» e «distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’Ue, previsti per il 2030 e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità». La prossima udienza del processo, il primo di questo genere in Italia, è fissata per il prossimo 4 luglio.

[di Valeria Casolaro]

 

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