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I cittadini lombardi depositano 90 mila firme per riprendersi la sanità pubblica

Sono circa 90 mila le sottoscrizioni alla petizione sulla salute in Lombardia depositate dal Comitato La Lombardia SiCura – formato da decine di associazioni, organizzazioni, osservatori e sindacati – al protocollo della Regione Lombardia. L’iniziativa, lanciata il 1° marzo e conclusa il 10 giugno, ha promosso con successo la battaglia in favore di un Referendum per la Sanità Pubblica, sostanziatasi in 5 punti: miglioramento delle prenotazioni, snellimento delle liste di attesa attraverso interventi mirati, introduzione di medici a gettone, miglioramento dell’insieme dei servizi di cura e assistenza per le persone anziane e diffusione e potenziamento dei servizi territoriali con maggiori risorse. L’azione del Comitato è stata supportata da diversi enti locali e Consigli comunali, tra cui quelli di Milano e Mantova, che hanno approvato ordini del giorno con i contenuti della petizione. In conferenza stampa, i membri del Comitato hanno dichiarato che il grande successo dell’iniziativa «è la chiara conferma del pesante stato di disagio nella popolazione e della urgenza di azioni strutturali di modifica della gestione della sanità in Lombardia, per un pieno ripristino del Servizio sanitario pubblico in tutte le sue valenze».

L’idea della raccolta [1] firme nasce dalla necessità dei cittadini di riappropriarsi del «diritto alla salute e alla sanità pubblica», di anno in anno sempre più compromessi. Secondo l’ultimo Rapporto della Fondazione GIMBE, infatti, tra il 2010 e il 2019 alla sanità italiana sono stati sottratti [2] oltre 37 miliardi di euro, nonostante il Fabbisogno Sanitario Nazionale sia nello stesso periodo aumentato di 8,2 miliardi di euro. Di conseguenza, è sempre più complicato garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, mentre aumentano le diseguaglianze sul piano regionale. Inoltre, da un recente sondaggio di ANAAO (il principale sindacato dei medici ospedalieri) è emerso come il 72% dei medici impiegati nella Sanità pubblica voglia abbandonare il Servizio Sanitario Nazionale, in quanto sottoposti a carichi di lavoro estremamente pesanti e pochissimo tempo da dedicare alla vita privata. Per tutti questi motivi, il Comitato ha riferito che «andremo avanti nella richiesta del referendum e vi terremo aggiornate e aggiornati sugli sviluppi».

[di Valeria Casolaro]