TikTok è tornato a censurare i post de L’Indipendente. Questa volta, si tratta di contenuti che hanno a che fare con il conflitto in Palestina. In particolare, è stato rimosso dal nostro profilo un video pubblicato ieri, che ripercorre la storia dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi nel corso degli ultimi decenni. Un video (ancora visualizzabile sulle nostre pagine Instagram e YouTube) frutto di un lavoro giornalistico attento e basato su fonti ufficiali, che va oltre la narrazione superficiale comunemente riportata dalla stragrande maggioranza dei media mainstream. Nonostante siano molti i contenuti de L’Indipendente che TikTok, per i motivi più vari (e alquanto incomprensibili), ha censurato negli ultimi mesi, quest’ultimo costituisce un caso particolare, poiché questa volta il social network ha minacciato di rimuovere direttamente il nostro account dalla piattaforma. Dunque, a una eventuale nuova “violazione delle norme della community”, vi è il rischio che L’Indipendente sparisca da TikTok.
Nello specifico, nell’ultimo video censurato da TikTok si riassumevano i contenuti di Palestina Papers, primo libro edito da L’Indipendente come risposta alla disinformazione con cui i media mainstream hanno trattato e continuano a trattare il tema della guerra in Palestina. Come scritto nelle comunicazioni ufficiali arrivate al nostro account dalla piattaforma, i motivi della presunta violazione sono riconducibili a “Contenuti scioccanti ed espliciti”. Si legge infatti che “parte del buonumore su TikTok sta nel trovare contenuti nuovi e inaspettati”, ma “la piattaforma non è un luogo in cui mettere a disagio, sconvolgere o disgustare intenzionalmente gli altri” e il nostro contenuto “può essere disturbante, causare danni psicologici o portare a estremo disagio”.
Con la stessa giustificazione, negli ultimi mesi TikTok ha rimosso molti altri contenuti pubblicati dall’account della nostra testata, nella maggior parte dei casi sulla Palestina e sugli scontri tra polizia e manifestanti. Addirittura, TikTok è arrivata a rimuovere un video inerente l’epidemia di morti per overdose da oppioidi tra le tribù dei popoli indigeni negli USA, con la motivazione che ci sono “rischi connessi al commercio e all’uso di queste sostanze” e “non è consentito mostrare o promuovere l’uso di droghe ricreative o il commercio di alcol, prodotti del tabacco e droghe”. A febbraio, inoltre, la piattaforma aveva operato la censura su un nostro video incentrato sull’annuncio da parte del governo sull’entrata in vigore della “identità digitale con codice QR” per disinformazione, nonostante fossero stati fatti – come per ogni articolo – tutti i riscontri sulle fonti utilizzate e sui contenuti pubblicati.
Non è la prima volta che TikTok censura con una certa metodicità i nostri contenuti. Già nel novembre 2021, il social network aveva oscurato tre video pubblicati dal profilo ufficiale de L’Indipendente, ripristinando poi soltanto uno di essi. La censura del social nei nostri confronti era proseguita con una sanzione al nostro profilo, cui era stato impedito di pubblicare contenuti per un certo lasso orario. Nel caso di uno dei due video rimasti oscurati, riguardante la vicenda di Aldo Bianzino, morto nel 2007 dopo essere stato arrestato per possesso di cannabis, la rimozione era legata alla categoria «Attività illegali e beni regolati» (con ogni probabilità l’algoritmo del social ha censurato il contenuto solo poiché esso conteneva la parola “cannabis”); per quanto riguarda l’altro, basato sul nostro articolo «Inchiesta sui dati: quanto ha speso realmente l’Europa per i vaccini», la violazione contestataci rientrava nella categoria «Autenticità e moralità», che punisce i contenuti atti ad ingannare o a diffondere false informazioni. Eppure, ancora una volta, all’interno del video non era presente alcuna fake news, trattandosi di un articolo che si basava esclusivamente sui fatti.
[di Stefano Baudino]
Non ragioniam di lor, ma guarda e passa
Scusate ma l’Indipendente proprio per questo è nato e potrà prosperare: Perché tutto il Mondo è in mano alla censura, quando leggo i libri dei miei antenati prima c’è il panegirico a qualche potente del tempo che ne ha promosso la pubblicazione e subito dopo le note della censura che lo hanno permesso.
Ma buttatelo nel cesso tiktok, è il posto che si merita!
È lo scudo democratico europeo contro la disinformazione voluto dalla commissione europea , comunemente detto CENSURA .
Sono criminali , una banda di criminali .
Eh già. Questa storia della lotta alla disinformazione puzzava forte di censura, mi ha insospettito fin dall’inizio