martedì 2 Luglio 2024

Perù: per la prima volta dei soldati sono stati condannati per gli stupri nella guerra civile

Un tribunale di Lima, in Perù, ha condannato dieci ex soldati, ora in pensione, per aver violentato nove adolescenti e donne delle comunità andine di Manta y Vilca tra il 1984 e il 1995, durante la guerra civile tra le forze governative e i ribelli maoisti di Sendero Luminoso. I militari dovranno scontare tra i 6 e i 12 anni di reclusione, e risarcire con 100mila soles (tra i 20 e i 25mila euro) ciascuna delle nove vittime. Gli attivisti e le attiviste per i diritti umani hanno definito la sentenza “storica” – nonostante le condanne siano state considerate troppo lievi – per almeno due motivi principali. Perché rappresenta il primo caso collettivo a ottenere una sentenza definitiva tra i numerosi processi per stupro avviati in Perù fino ad oggi, e perché i giudici hanno riconosciuto che le violenze sessuali sistematiche costituiscono un crimine contro l’umanità, segnando un importante precedente giuridico.

Gli stupri ai danni delle donne delle comunità di Manta y Vilca – che le vittime hanno raccontato essere avvenute nelle basi militari, ai posti di blocco e anche nelle case – sono documentati in un rapporto del 2003 della Commissione per la Verità e la Riconciliazione del Perù, secondo cui furono 24 le donne abusate all’interno del gruppo e 32 i bambini nati dalla violenza. Nel resto del Paese, secondo i dati, gli stupri furono almeno 5.300, principalmente commessi dall’esercito governativo. 

La sentenza emessa dal tribunale peruviano arriva in un momento delicato per i diritti umani: il 6 giugno del 2024 la Plenaria del congresso del Paese ha votato a favore di un disegno di legge che precluderebbe il perseguimento penale, la condanna e la sanzione delle persone che hanno commesso crimini contro l’umanità prima del luglio 2002. Affinché la legge entri in vigore, è necessaria una seconda votazione della Plenaria, ma le organizzazioni per i diritti umani si sono già espresse: “L’adozione del disegno di legge metterebbe il Perù in grave violazione dei suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale”. 

[di Gloria Ferrari]

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