venerdì 5 Luglio 2024

Regno Unito: le elezioni riportano i laburisti al potere dopo 14 anni

I laburisti hanno trionfato alle elezioni che si sono tenute ieri in Gran Bretagna, facendo man bassa di voti e schiacciando gli avversari del partito conservatore. Guidati da Keir Starmer, che ha ricevuto oggi da Re Carlo III il mandato per formare un nuovo governo, i laburisti hanno conquistato ben 412 seggi in Parlamento su 650 – per avere la maggioranza ne bastano 326 –, raddoppiando la loro rappresentanza a Westminster. I conservatori del premier Sunak, che ha formalizzato le sue dimissioni questa mattina, si sono invece fermati a 121 seggi, registrando la peggiore sconfitta della loro storia politica. Erano ininterrottamente al potere da 14 anni. Queste elezioni, contrassegnate comunque da una scarsa affluenza (che non arriva al 60%) segnano un importante cambio di passo: dopo la stagione “radicale” a guida Corbyn e un riassestamento su posizioni molto più moderate e liberali, i laburisti hanno infatti ottenuto una vittoria condita dal plauso dell’establishment europeo.

«Mi dispiace e mi prendo tutta la responsabilità della sconfitta – ha detto il politico conservatore Rishi Sunak nel suo ultimo discorso da premier al Paese dopo la débâcle -. Mi dimetterò dalla carica di leader conservatore, ma non immediatamente». Il suo posto al n.10 di Downing Street sarà preso da Keir Starmer, leader del partito laburista dal 2020, quando subentrò a Jeremy Corbyn. Quest’ultimo aveva spinto la forza politica verso posizioni più smaccatamente socialiste, per poi essere sospeso proprio da Starmer con l’infamante accusa di “antisemitismo”. Con Starmer si profila un ritorno alla stagione del “blairismo” in campo economico e un allineamento alle posizioni del potere europeo rispetto alle grandi sfide che l’occidente si trova a fronteggiare. I laburisti, infatti, si sono impegnati a mantenere il sostegno della Gran Bretagna all’Ucraina e ad aumentare la spesa militare, in linea con quanto richiesto dalla NATO. Sulla questione Brexit, pur avendo promesso in campagna elettorale di mantenere il Regno Unito fuori dal mercato unico europeo, Starmer si è dichiarato favorevole a un riavvicinamento con Bruxelles. A livello interno, i principali obiettivi programmatici nel nuovo primo ministro britannico sono la stabilità economica e la riduzione delle liste d’attesa per l’assistenza sanitaria. Starmer ha inoltre dichiarato di voler abbandonare sin da subito il piano il piano di Rishi Sunak sulla deportazione dei migranti in Ruanda, creando però una nuova forza di sicurezza alle frontiere per la gestione dell’immigrazione clandestina.

C’è comunque da registrare l’ottenimento di un’importante rivincita da parte di Jeremy Corbyn, che è stato eletto da indipendente al Parlamento di Wesminster, battendo il candidato laburista nel seggio londinese di Islington North. Per la prima volta dopo 7 tentativi falliti ha conquistato un seggio alla Camera dei Comuni anche Nigel Farage, leader della destra populista di Reform UK e volto simbolico della Brexit. In generale, il risultato dei Conservatori è stato fallimentare anche perché a perdere il seggio sono stati diversi importanti leader del partito o ministri uscenti, come l’ex premier Liz Truss, il segretario alla Difesa uscente Grant Shapps e la presidente della Camera Penny Mordaunt. In ultimo, nella schiera di sconfitti figura sicuramente anche il Partito Nazionale Scozzese, l’SNP, che nel 2014 aveva promosso un referendum (poi fallito) sull’indipendenza della Scozia.

«Congratulazioni Keir Starmer per la tua vittoria elettorale – ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen -. Sono ansiosa di lavorare con voi in un partenariato costruttivo per affrontare le sfide comuni e rafforzare la sicurezza europea». Ha espresso parole di apprezzamento anche il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani: «Noi vogliamo continuare a lavorare bene con la Gran Bretagna, è un nostro interlocutore, è un paese che ha ottime relazioni con gli Stati Uniti e credo che il vincitore di queste elezioni sia una sorta di Tony Blair degli anni 2024/25: vince un moderato, perché quando c’era Corbyn che era l’ala estrema sinistra dei laburisti, i laburisti sono stati travolti dai conservatori».

[di Stefano Baudino]

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