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Cosa sappiamo dell’attacco all’ospedale pediatrico di Kiev

Le immagini dell’attacco all’ospedale pediatrico ucraino Okhmatdyt hanno fatto il giro del mondo e, mentre Kiev e Mosca si scambiano accuse circa la responsabilità dell’accaduto, i media occidentali hanno già deciso con certezza granitica dove sia la verità e da che parte della Storia stare. Anche le agenzie di stampa e le testate italiane abbracciano la ricostruzione unilaterale proveniente dall’intelligence ucraina, accusando il Cremlino di aver deliberatamente attaccato l’ospedale pediatrico. Tuttavia, colpire una struttura simile, nel centro della città di Kiev, in pieno giorno e proprio alla vigilia del vertice NATO di Washington, sarebbe stata una mossa decisamente stupida da parte di Mosca. Mentre media e politici europei moltiplicano le condanne contro quello che sarebbe un attacco deliberato, proviamo a capire cosa è successo. 

Come sottolinea [1] l’analista Francesco Dall’Aglio analizzando i video disponibili, «quello che colpisce l’area ospedaliera potrebbe essere un missile russo, più precisamente un X-101, oppure un missile di difesa antiaerea ucraina AIM-120 lanciato da un sistema NASAMS». Dai video a disposizione è praticamente impossibile verificare: «i danni sulle facciate degli edifici vicini sembrerebbero causati dai cubetti di metallo che questi missili esplodono in prossimità del bersaglio e a occhio, e mi posso tranquillamente sbagliare, mi pare più un AIM-120 che un X-101 – prosegue Dall’Aglio -. D’altro canto, la sottostazione, ovvero l’unico bersaglio dual use [sia ad uso civile che militare, ndr] di tutta la zona, quindi molto teoricamente legittimo, è stata distrutta senza colpire le altre strutture, per cui si potrebbe invece ipotizzare un attacco mirato proprio contro di lei; o potrebbe, naturalmente, essere un missile russo finito fuori bersaglio, diretto magari al palazzo del Ministro delle Infrastrutture, posto a nemmeno 100 metri dal luogo dell’impatto».

Naturalmente, le opposte letture che arrivano da Mosca e Kiev non ci possono essere d’aiuto. Inutile dire che, mentre da parte ucraina si afferma che a colpire il plesso ospedaliero sia stato un missile X-101, da parte russa si incolpa invece la difesa antiaerea ucraina. Il giorno dopo il raid, la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova [2], ha imputato a Kiev di «usare i civili come scudo», deplorando la strumentalizzazione dell’accaduto da parte di Zelensky che accusa i russi di essere «terroristi», mentre il primo ministro ucraino Denys Shmyhal su X ha chiesto [3] ai partner occidentali di «fornire sistemi più moderni per proteggere le città pacifiche dal terrorismo russo». Di certo c’è solo che, alla vigilia del vertice NATO, Zelensky ha ottenuto dal primo ministro polacco, Donald Tusk, la firma di un accordo di cooperazione per la sicurezza che prevede che l’antiaerea polacca intercetti missili russi sul territorio ucraino qualora venissero considerati «sparati in direzione della Polonia». 

Ma, seguendo pedestremente la linea filoucraina, per i media italiani che non si pongono domande, i missili sono inequivocabilmente russi (per La Stampa [4], «l’attacco delle forze armate russe contro un ospedale pediatrico è stato un colpo diretto e non una caduta accidentale di detriti» e «il missile era puntato incontrovertibilmente contro l’ospedale, il che ammonterebbe – sostiene l’Sbu – a un crimine di guerra»), malgrado Mosca abbia negato di avere alcuna responsabilità nell’attacco e abbia anzi accusato gli ucraini di avere intercettato un attacco russo con un loro sistema anti-missile, che a sua volta avrebbe colpito l’ospedale. Per Il Corriere [5], la ricostruzione del Cremlino di quanto accaduto è mera «propaganda russa» e la guerra di Putin non risparmia «neppure i piccoli pazienti dell’Okhmatdyt».

Sfruttando la tecnica dell’empatia, diversi quotidiani stanno strumentalizzando l’accaduto per alzare il livello dello scontro: «È la nuova Bucha», titola Il Foglio, per il Manifesto [6] «C’erano solo bimbi». «La Russia colpisce un ospedale pediatrico», per L’Internazionale [7] è «l’escalation di Putin», per Repubblica [8], «I missili russi su Kiev fanno un’altra strage: centrato l’ospedale che cura i bambini». Sempre per Repubblica, i video “inchiodano [9]” la Federazione russa.

Interessante notare come i media italiani, e occidentali in genere, cambino la propria condotta in base agli autori in campo. I giornali che oggi additano senza ombra di dubbio Mosca di aver condotto una strage deliberata sono gli stessi che, il 25 giugno scorso, quando ad essere colpita fu la spiaggia di Sebastopoli in Crimea, provarono immediatamente a giustificare la caduta di detriti caduti sulla spiaggia a seguito dell’intervento della contraerea russa [10], pur di assolvere Kiev dall’attacco (Adnkronos [11]: «Ucraina, missile Kiev deviato da difesa Russia su Sebastopoli: 5 morti e 120 feriti»). 

Il sistema del doppio standard adottato dai mezzi di informazione prevede che la cautela giornalistica adoperata sia costantemente sacrificata alla necessità politica di colpire l’avversario dell’occidente e giustificarne l’alleato. Così, mentre il missile caduto sul plesso pediatrico Okhmatdyt è certamente russo, quando invece ad essere stato colpito è stato l’ospedale Ahly Al-Arabi di Gaza, causando l’uccisione di oltre 400 civili palestinesi, i media hanno fatto di tutto per accreditare la versione israeliana, pubblicando ricostruzioni lacunose [12] dove si incolpava il movimento della resistenza palestinese Hamas di aver colpito il proprio stesso ospedale.

[di Enrica Perucchietti]