Nonostante a controllare i battiti del cuore sia principalmente il sistema nervoso autonomo, anche il cervello può avere la sua parte: è quanto emerge da una nuova ricerca sottoposta a revisione paritaria e pubblicata sui volumi della rivista scientifica Science. I ricercatori, diretti da Airi Yoshimoto dell’Università di Tokio, hanno stimolato particolari regioni del cervello dei ratti scoprendo che in poco tempo le cavie hanno imparato a ridurre la frequenza cardiaca entro 30 minuti e hanno ottenuto una diminuzione dei batti di circa il 50% dopo cinque giorni di allenamento. Si tratta di una...
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