lunedì 15 Luglio 2024

L’ultima strage israeliana: almeno 90 civili ammazzati per stanare (forse) un capo di Hamas

Esplosioni e crateri di diversi metri, almeno 90 civili uccisi e circa 300 feriti, squadre mediche e di soccorso al collasso e parti di cadaveri ovunque. È quanto successo al campo di al-Mawasi, situato nel sud di Gaza: un’area che le stesse autorità israeliane avevano definito “sicura” e indicato come destinazione ai palestinesi sfollati da altre zone sotto attacco. Il fine ufficiale usato dal governo israeliano per giustificare la carneficina è stato quello di colpire Mohammad Deif, capo militare di Hamas e presunto ideatore degli attacchi del 7 ottobre, che si sarebbe trovato nella zona bombardata. Tuttavia, Hamas smentisce che il leader palestinese sia stato effettivamente colpito e anche l’esercito israeliano non lo conferma. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato l’attacco affermando che «non è assolutamente certo» di aver colpito con successo i funzionari cercati, ma che «in ogni caso» Tel Aviv «raggiungerà l’intera leadership di Hamas» e che l’attacco «trasmette un messaggio al mondo». Mentre il bilancio dei morti e dei feriti è in continuo aggiornamento, la relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese ha dichiarato che potrebbe essere avvenuta una violazione del diritto internazionale in quanto per legge l’azione «dovrebbe essere proporzionale al vantaggio ottenuto» e uccidere oltre 70 civili per una persona «non è proporzionale».

L’attacco è avvenuto in una zona che, secondo quanto riportato dai testimoni, era stata designata da Israele come «sicura», situata ad ovest di Khan Younis, nel sud della Striscia. Il bombardamento ha coinvolto aerei da combattimento e droni che, secondo un ex addetto dell’esercito statunitense per la CNN, avrebbero usato anche una Joint Direct Attack Munition (JDAM), un kit GPS usato per indirizzare le bombe verso un bersaglio specifico. Bersaglio che, secondo quanto rivelato finora, sembrerebbe essere stato Mohammed Deif: classe 1965, prima braccio destro del capo militare Yahya Ayyah, poi comandante delle Brigate Ezzedin al Qassam e presunto ideatore dell’attacco realizzato lo scorso 7 ottobre. I servizi segreti israeliani avrebbero ricevuto per la prima volta nei giorni scorsi informazioni sensibili riguardanti una potenziale opportunità di colpirlo, ma la finestra per un possibile attacco si sarebbe aperta solo nelle ultime 24 ore. Secondo un funzionario israeliano alla CNN Tel Aviv avrebbe saputo con anticipo che non c’erano ostaggi nella zona, mentre d’altra parte avrebbe saputo con anticipo della presenza dei civili, visto che un funzionario citato da Al Jazeera ha riferito che Israele avrebbe agito sulla base di «informazioni precise» per colpire un’area in cui «due terroristi di alto rango di Hamas» si nascondevano tra i civili.

Alcuni uomini trasportano una vittima degli attacchi israeliani ad al-Mawasi, Credit: Hatem Khaled/Reuters

Tuttavia, ad ora tali “informazioni precise” hanno causato la morte di decine di civili – tra cui donne e bambini – e non avrebbero provocato alcun danno al bersaglio dell’operazione. Il il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che nonostante non sia certo che i funzionari di Hamas siano stati uccisi, «Il solo tentativo di assassinare i comandanti di Hamas trasmette un messaggio al mondo, un messaggio che i giorni di Hamas sono contati. E questo è ciò che farò la prossima settimana al Congresso degli Stati Uniti. Trasmetterò il messaggio di Israele agli Stati Uniti e al mondo intero». D’altra parte, reporter sul campo hanno denunciato che le direttive di Netanyahu sono state ripetutamente utilizzate come giustificazione per colpire i civili in aree densamente popolate e Khalil al-Hayya, vice capo di Hamas a Gaza, ha commentato l’operazione israeliana chiamandola «falsa vittoria» e aggiungendo: «Mohammad Deif ora vi ascolta e prende in giro le vostre false e vuote dichiarazioni».

Mentre il bilancio delle vittime e dei feriti e lo stato di salute degli obiettivi dell’attacco è in costante aggiornamento, ciò che è certo per ora è che sono sorti diversi dubbi riguardanti ciò che, di fatto, potrebbe potenzialmente essere una violazione del diritto internazionale. Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite, ha dichiarato: «Le persone in un’area sicura sono protette dal diritto internazionale. Se c’è un obiettivo militare all’interno di una zona sicura, l’azione deve essere proporzionale al vantaggio militare che verrà ottenuto. Uccidere 70 persone per una non è proporzionale. Sono disgustata dalla tolleranza dell’impunità di Israele, che sta rendendo possibile la guerra genocida».

Infatti, secondo il diritto internazionale umanitario e le leggi che regolano i conflitti armati, la protezione dei civili è una priorità assoluta. Secondo l’articolo 27 della Convenzione di Ginevra «Le persone protette hanno diritto, in ogni circostanza, al rispetto della loro persona, del loro onore, dei loro diritti familiari, delle loro convinzioni e pratiche religiose, delle loro consuetudini e dei loro costumi» e devono essere «trattate sempre con umanità e protette». Secondo l’articolo 48 del Protocollo aggiuntivo I inoltre, le Parti in conflitto devono fare «in ogni momento, distinzione fra la popolazione civile e i combattenti, nonché fra i beni di carattere civile e gli obiettivi militari, e, di conseguenza, dirigere le operazioni soltanto contro obiettivi militari» e secondo l’articolo 51 «sia la popolazione civile che le persone civili non dovranno essere oggetto di attacchi». Si tratterebbe di violazioni che seguirebbero la scia di quelle già denunciate dall’ufficio dell’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani – che ha parlato di «rapido deterioramento» dei diritti umani nella Cisgiordania occupata e di «uccisioni illegali» – da un rapporto delle Nazioni Unite che ha definito «illegale l’occupazione israeliana dei territori palestinesi» e da Ong come Human Rights Watch che scrive di restrizioni che durano da almeno 25 anni.

[di Roberto Demaio]

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6 Commenti

  1. Macelleria Gaza!!

    Definire l’IDF dei macellai è il minimo, in confronto Adolf era un apprendista.
    L’esercito israeliano dimostra che l’essere umano può essere veramente crudele, ed infame.
    Naturalmente l’ONU guarda altrove!!

    • l’onu ha prodotto un numero enorme di risoluzioni, raccomandazioni, divieti, dichiarazioni piuttosto pesanti, regolarmente ridicolizzate dai suddetti macellai e dai loro sostenitori (usa, ue, inghilterra, ecc.). rimarrebbe entrare in palestina con l’esercito per farle rispettare, ma purtroppo la vedo poco probabile.

  2. Anche voi non riuscite uscite dalla auto censura quando c’è di mezzo Israele, un articolo così non dovrebbe riportare il nome delle vittime, ma quello dei carnefici, militari e intelligence che hanno guidato e preso parte all’operazione, nomi e cognomi e allora servirebbe, ma sappiamo tenete famiglia.

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