lunedì 15 Luglio 2024

Le Olimpiadi di Cortina 2026 hanno già prodotto un buco di 107 milioni di euro

Mancano ancora due anni ai giochi olimpici invernali di Cortina, ma il conto è già in rosso per 107 milioni di euro. È quanto sottolineato dal rapporto presentato dalla Corte dei Conti della Regione Veneto. Secondo la ragioneria regionale, il bilancio di Fondazione Milano-Cortina 2026 – ente che sovrintende i lavori per le olimpiadi – ha un deficit patrimoniale cumulato “in costante peggioramento”, senza che vi sia certezza di miglioramento del business plan dei prossimi due anni. Una situazione che lascia presagire come gli enti pubblici – ossia i cittadini – saranno chiamati a ripianare le perdite. Non è la prima tegola che si abbatte sulle olimpiadi che i presidenti di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, avevano preannunciato come le prime totalmente «green e a costo zero». Nel maggio scorso l’ex AD della Fondazione Milano-Cortina 2026 è finito sotto inchiesta per corruzione e turbativa d’asta, mentre anche sotto il profilo ambientale i lavori per la nuova pista da bob sono investiti dalle proteste per l’abbattimento di centinaia di alberi, tra cui circa 500 larici secolari.

Nel paragrafo del proprio rapporto dedicato alle Olimpiadi Milano Cortina, la Corte dei Conti riscontra problemi su vari fronti, che vanno dall’economico al gestionale: in merito allo stesso sistema di governance creato per gestire le Olimpiadi, il documento evidenzia nuovamente le criticità già sollevate in sede di Giudizio di Parificazione del rendiconto 2021 e 2022, in cui rimarcava come il generale marasma degli organi coinvolti, “in assenza di un reale coordinamento unitario, avrebbe potuto portare a sovrapposizioni di competenze ed ad un possibile aggravio di tempi, procedure e costi”, che oggi paiono proprio stare verificandosi. Tra le sovrapposizioni di competenze basterebbe pensare all’attività di monitoraggio dello stato di avanzamento delle opere in piano, affidata alla stessa Società Infrastrutture Milano Cortina 2020 – 2026 S.p.A. (SIMICO), piuttosto che, “come sarebbe più normale”, a un soggetto terzo, scelta che ha portato così a far “coincidere controllato e controllore”.

Gli aggravi di tempi, procedure, e costi sono invece chiaramente visibili ovunque; per tutte le opere in piano, infatti, traspare “il perdurare di un rischio elevato che non vengano portati a compimento alcuni interventi infrastrutturali di particolare importanza”: la variante Cortina prevederebbe ancora oltre 250 milioni di euro esenti da copertura finanziaria, mentre per la variante di Longarone “è previsto un termine di realizzazione successivo all’avvio dei Giochi”. Non pare essere messa molto meglio la tanto discussa pista da bob, per la quale si registra “un notevole aumento dei costi di realizzazione”, a fronte di un progetto descritto ancora come poco chiaro. Ultimo, ma non meno importante, è l’operare stesso della Fondazione Milano-Cortina, che secondo la Corte dei Conti lavorerebbe in costante deficit. Solo nel 2023, la Fondazione avrebbe registrato un “risultato economico negativo per euro 33.725.504,00”, che sommati al deficit già presente portano a un rosso di oltre 107 milioni di euro, “che dimostra come la Fondazione continua ad operare in condizioni di deficit patrimoniale in costante peggioramento”. Al vento le promesse e gli auspici di risanare il deficit accumulato negli anni, tanto che a oggi “davanti a un business plan che soffre di una certa aleatorietà sulla effettiva capacità della Fondazione di far fronte alle obbligazioni finora assunte” e ai costi sostenuti, “non si rivengono elementi di certezza sull’eventuale capacità di miglioramento economico”. Da rimarcare che se, come pare, l’equilibrio economico non dovesse realizzarsi, a pagare sarebbero “lo Stato italiano e gli Enti territoriali” coinvolti.

Le Olimpiadi invernali del 2026 sono al centro di scandali e contestazioni sin dal loro lancio. Dalla inchiesta per corruzione che ha coinvolto la Fondazione verso la fine di maggio, agli  evidenti problematiche ambientali che deriverebbero da alcuni dei progetti in cantiere, primo fra tutti quello relativo alla pista da bob, il progetto Milano-Cortina sembrerebbe fare acqua da tutte le parti. Proprio la pista da bob parrebbe essere il più limpido degli specchi dell’inefficienza dell’iniziativa Olimpiadi 2026: il sindaco di Innsbruck aveva proposto solo 15 milioni di euro per poter organizzare le gare di bob, offrendo una alternativa molto più economica e sostenibile alla costruzione di una pista da zero; il danno ambientale risulta immenso e prevede l’abbattimento di un intero bosco di larici, in un territorio già ampiamente messo in ginocchio dalle difficoltà dei cambiamenti climatici, che avrebbe dunque bisogno di interventi di salvaguardia e tutela più che di ulteriori maltrattamenti; ultimo, ma non meno importante, i tempi sembrerebbero decisamente ristretti, visto che inizialmente si stimavano oltre 800 giorni di cantiere, ma i lavori sono iniziati solo a febbraio.

[di Dario Lucisano]

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