Sono stati realizzati e studiati nuovi biosensori 3D direttamente nel cervello in via di sviluppo e nel midollo spinale degli embrioni di pollo che aprono a nuove strade per comprendere meglio e prevenire alcune malattie: è quanto emerge da un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato sulla rivista scientifica Nature Materials da un team internazionale di scienziati composto da ricercatori dell’Università di Padova e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare in collaborazione con l’University College London. Si tratta di sensori di forza meccanica adibiti a studiare i parame...
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Se la chiamate buona notizia… mi sembra una stortura. Basarsi poi su esperimenti sui polli mi pare il massimo.
Questa sarebbe la buona notizia del giorno?
Prevenire la malattia inserendo “biosensori 3D direttamente nel cervello in via di sviluppo” non mi sembra un approccio corretto e etico della medicina, ma piuttosto l’ennesima distorsione tecnologica di una ricerca scientifica paradossale in chiave transumanista.
Se in prospettiva di aiuto decisivo per patologie che possono causare problemi drammatici, e non una ricerca con il solo obiettivo di applicare i risultati indiscriminatamente per raggiungere benefici economico/politici per i soliti noti (magari a scapito della popolazione), allora ben venga. Purtroppo il confine fra ciò e l’abuso di tali tecniche è spesso sottile, ma le tecnologie avanzate se ben applicate e non abusate possono e devono essere utili.
Certo, la tecnologia non è negativa a priori, dipende sempre dall’uso/abuso. Ma forse non consideri il fatto che, da come descritta nell’articolo, essendo preventiva, è un’operazione che andrebbe fatta su TUTTI gli embrioni, per eventualmente trovare quell’uno su mille. Già pensare a un’operazione invasiva di massa mi sembra grottesco se non nazista, poi rimane da vedere le eventuali reazioni avverse o conseguenze negative nell’avere un biosensore nel cervello.
A me sembra decisamente una buona notizia, punti di vista