sabato 23 Novembre 2024

Il Regno Unito ha approvato la vendita del primo prodotto a base di carne coltivata

Il Regno Unito è diventato il primo Paese ad autorizzare la vendita di un prodotto a base di carne coltivata in tutto il continente europeo. La concessione è stata data alla compagnia britannica di cibo sintetico per animali domestici Meatly, e per ora è riservata alla sola azienda e al solo prodotto per animali. L’annuncio pubblico fa seguito alla assicurazione di conformità fornita alla stessa Meatly da vari organismi di regolamentazione del Regno Unito, tra cui figurano l’Agenzia per gli standard del cibo, il Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali, e l’Agenzia per la salute di animali e piante. «La giornata di oggi si configura come una significativa pietra miliare per l’industria europea della carne coltivata; sono incredibilmente orgoglioso che Meatly sia la prima azienda in Europa ad ottenere il via libera per vendere carne coltivata; stiamo dimostrando che esiste un modo sicuro e a basso capitale per portare rapidamente la carne coltivata sul mercato», ha dichiarato l’Amministratore Delegato dell’azienda Owen Ensor.

La concessione per la vendita di carne coltivata è stata rilasciata a Meatly mercoledì 10 luglio, e ha reso la stessa compagnia la prima al mondo a ricevere una autorizzazione per la vendita di carne sintetica per animali. Nello specifico, il prodotto interessato sarà a base di carne di pollo, per la quale Meatly ha dichiarato di avere condotto vari test “per dimostrare che il suo pollo allevato è sicuro e salutare per gli animali domestici”. Tra di essi, test sulla cellula di partenza e sul prodotto finale, tra cui esami batteriologici e legati alla sicurezza dell’alimento prodotto in vitro. L’azienda ha dichiarato di avere intenzione di iniziare a commercializzare il prodotto entro la fine del 2024. La carne di Meatly inizierà le dovute prove di alimentazione ad agosto.

La carne coltivata (anche detta carne sintetica) è prodotta senza uccidere animali ma con una tecnologia molto più costosa e che richiede l’impiego di quantità maggiori di energia. Il processo produttivo, nello specifico, prevede la coltivazione in laboratorio di cellule animali in un liquido che contiene tutti i nutrienti di cui le cellule hanno bisogno per crescere e moltiplicarsi. Le cellule sono prese da un tessuto muscolare di un animale vivo, quindi non è necessario ucciderlo. Queste cellule vengono lasciate moltiplicarsi, di modo che si possano produrre quantità di carne abbastanza grandi. A oggi l’unico Paese in cui è consentita la vendita di carne coltivata è Singapore, che nel 2022 ha dato il via al commercio di carne di pollo sintetica, ma una norma in tale direzione è stata approvata, sempre per la carne di pollo, anche negli USA; in Israele, invece, è stata concessa la vendita di carne bovina sintetica alla compagnia Aleph Farms, che dovrebbe essere perfezionata entro fine anno; nei Paesi Bassi, invece, sono consentite le degustazioni.

[di Dario Lucisano]

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8 Commenti

  1. In realtà la cosa più logica sarebbe tornare agli allevamenti ALL’APERTO per essere ecosostenibili. Quando io ero bambino, negli anni 70, la maggior parte degli alevamenti era ancora all’aperto e la disponibilità di carne pro-capite era di molto inferiore a quella odierna. Si sceglie invece di passare alla carne coltivata che abbisogna di antibiotici,ormoni, ecc. e non sarà affatto più salutare di quella da animali in allevamenti intensivi. Con gli allevamenti all’aperto invece gli animali stanno nel loto habitat naturale e vengono poi uccisi quando è ora. Quello che noi facciamo di innaturale NON è uccidere gli animali, anche il leone uccide la gazzella, quello chhe facciamo solo noi è di IMPRIGIONARLI!!

    • Mario, a casa ho delle galline libere su sei ettari, per le uova, non sono ancora mai riuscito ad ucciderne una, ma mi vergogno ancora che lo facevano i miei genitori, abbiamo tutti sensibilità diverse, spero che un giorno cambierai anch’io ho cominciato come cacciatore.

    • paragone ridicolo tra leone e gazzella…se il leone non la cattura muore, noi abbiamo il supermercato e ci definiamo più intelligenti e compassionevoli, per cui, uccisi quando è ora è un arbitrio violento di cui possiamo fare a meno. Questione di scelta, altro che allevamento all’aperto. Abbiamo tecnologie e prodotti in abbondanza se smettessimo di produrre in modo antieconomico per allevare animali da uccidere. Come ha scritto Luigi, questione di sensibilità, assolutamente si

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