sabato 27 Luglio 2024

Un semplice test del sangue potrebbe scoprire in tempo per la cura 67 malattie

Un semplice test del sangue che analizza le proteine presenti nel plasma potrebbe identificare con largo anticipo ben 67 malattie tra cui tumori, disturbi cardiaci e neurologici: è quanto riportato in una nuova ricerca - frutto di una collaborazione tra GSK, l’Università di Cambridge e Queen Mary, l’University College di Londra e l’Istituto di Sanità di Berlino - sottoposta a revisione paritaria e pubblicata sulla rivista scientifica Nature Medicine. Si tratta di risultati tutt'altro che irrilevanti in quanto, come spiegato dagli stessi autori, i modelli utilizzati hanno superato quelli standa...

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5 Commenti

  1. Come anche accennato dall’ottimo precedente commento, a mio avviso, la “Scienza Medica ufficiale”, per mia convinzione ben documentata da decenni di studi, confronti ed esperienze personali, è ancora ben lontana dal comprendere appieno il significato e la ragione autentica dell’esistere, del IN-sorgere e del prendersi cura della malattia. Già che si accenni, sebbene solo nei commenti di Psiconeuroendocrinoimmunologia è un passo avanti.
    Per carità, è giusto dire che i migliori tecnici e “meccanici” del corpo umano sono all’avanguardia; e se mi rompo un braccio o ho una trombosi ecc.. è a loro che devo rivolgermi, con tanti ringraziamenti. Ma se si parla di tumori, sclerosi multipla, “ringiovanimento” del sistema immunitario (vedi articolo sopra) e “malattie” varie, la ri-soluzione è radicata nella domanda: perché a me?!?!
    Non possono esistere soluzioni di massa, vedi vaccini, cure per il cancro, leucemia ecc…
    Ma questo nessuno ve lo dirà mai.
    Anzi, continuerà il circo della ricerca, delle donazioni e della medicina miracolosa! (La pillola che mi permette di tornare a fare il cazzo che voglio, incoscientemente o meno, attraverso: pensieri – emozioni – azioni – sentimenti che alimentano squilibri emotivi, comportamentali e relazionali tossici e mai risolti).
    Ci sono un sacco di libri meravigliosi che parlano proprio di queste cose. Malattia come sintomo, simbolo, messaggio profondo e personale per cambiare in meglio e dare un significato più profondo alla propria esistenza!
    Pensate mai che un qualche medico voglia leggere e integrare le sue conoscenze con sta roba da pazzi!? Da ciarlatani?!
    Chissà mai che la Pfeizer, la Bayer o lo studio medico privato perdano clienti tutto in un botto!

  2. Il valore prognostico potrebbe diventare un VALORE nel momento in cui poi l’approccio fosse a 360 gradi e considerasse appunto anche la sfera psicosomatica e le soluzioni non necessariamente farmacologiche di cui la maggioranza preferisce la “formula magica” per ovvi motivi di paura e pigrizia.

  3. Notizia da prendere con le pinze. I marcatori proteici sono una cosa, lo sviluppo di una patologia tutt’ altro. Qui ci sono in gioco fattori che vanno ben oltre le semplici molecole chimiche. A pensar male, come diceva un vecchio Belzebù, pare che questi studi, più o meno affidabili, tendano piuttosto a favorire una prevenzione di tipo farmacologica, ovverosia chimica, tipo vaccini & co. (di cui veramente non se ne sente la mancanza…) invece di indagare le cause profonde dell’ instaurarsi della malattia grave legate spesso alle abitudini alimentari scorrette ma soprattutto allo stato di stress costante che indebolisce il sistema neuroendocrino, fatto ben noto alla neuropsicoimmunologia. La malattia è un fenomeno personale di ciascun paziente e la cura non può che essere personale. Bene farebbero i sedicenti terapeuti a dialogare in modo approfondito con il malato e successivamente ad andare a ricercare molecole con un dubbio valore prognostico. Immagino però che tale approccio non sia consone né agli interessi di big-pharma e forse neppure a quelli del paziente medio che nel mondo “fast” odierno potrebbe optare per una cura “fast”…

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