giovedì 21 Novembre 2024

No Tav ancora nel mirino della magistratura: 55 denunce per le azioni di protesta

Cinquantacinque attivisti afferenti al Movimento No TAV, al centro sociale Askatasuna e ad altre realtà antagoniste italiane sono stati denunciati dalla Digos di Torino in relazione a recenti azioni contro i cantieri dell’Alta Velocità in Val di Susa. In particolare, tutti i denunciati avrebbero violato i provvedimenti imposti dalle autorità (come il foglio di via). Le autorità hanno anche contestato quanto accaduto durante le ultime azioni di protesta, che hanno avuto luogo recentemente. Durante il weekend del Campeggio di Lotta No TAV (svoltosi tra il 12 e il 14 luglio scorsi), gli attivisti hanno infatti intrapreso alcune azioni contro i cantieri dell’Alta Velocità. In particolare, avrebbero staccato pezzi di filo spinato delle barriere che proteggono i lavori del cantiere di San Didero e indirizzato fuochi pirotecnici oltre le recinzioni. La polizia ha risposto con lancio di lacrimogeni e getti di idrante. Lo scorso lunedì, invece, gli attivisti hanno cercato di danneggiare la concertina che protegge il cantiere di Chiomonte, dove dovrebbero essere realizzati i lavori per il tunnel di base. Anche in quest’occasione le forze dell’ordine, che sarebbero state prese di mira con il lancio di pietre, hanno risposto con lacrimogeni e idranti.

Tanto il cantiere di San Didero quanto quello di Chiomonte costituiscono due luoghi fondamentali per la realizzazione della TAV. All’interno del primo – oggetto, intorno alla metà dello scorso maggio, di ulteriori ampliamenti – dovrebbe sorgere il nuovo autoporto. Il precedente, situato a Susa, verrà spostato per fare spazio alla grande stazione dell’Alta Velocità che proprio a Susa dovrebbe, prima o poi, vedere la luce. Chiomonte, invece, è la sede degli scavi del tunnel di base, ovvero i circa 13 km di tunnel a doppia canna a singolo binario che dovrebbero collegare il lato italiano a quello francese. Il condizionale qui è d’obbligo, perché, nonostante l’inizio dei lavori sia annunciato come imminente da circa 30 anni (l’ultima volta è toccato al ministro dei Trasporti Matteo Salvini, lo scorso novembre), del tunnel di base non è ancora stato scavato nemmeno un centimetro.

Nel frattempo, i cantieri per le opere collegate in maniera più o meno diretta all’Alta Velocità continuano a devastare la valle e a consumarne le risorse, a spese degli stessi residenti, le cui terre sono state negli anni oggetto di numerosi espropri. L’ultima notizia in merito è arrivata proprio in queste settimane, quando ad alcuni cittadini di Susa è stato comunicato l’avvio delle procedure di esproprio a partire da questo autunno.

[di Valeria Casolaro]

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