martedì 30 Luglio 2024

Trentino: l’orsa KJ1 è stata uccisa per aver ferito un turista

La Provincia di Trento ha appena annunciato che l’orsa KJ1 è stata eliminata. L’uccisione del plantigrado è arrivata poco dopo la firma, da parte del presidente della Regione Maurizio Fugatti, di un decreto di abbattimento, provvedimento che ha fatto seguito alla revoca di due precedenti ordinanze sospese dal TAR. A nulla è valso il tentativo delle associazioni animaliste di avanzare immediatamente un’istanza cautelare contro la misura a margine della decisione di Fugatti, cui è stata data immediata esecuzione dal Corpo Forestale. L’orsa KJ1 era ritenuta responsabile di vari contatti con l’uomo, tra cui l’aggressione nei confronti di un turista francese di 43 anni verificatasi a Dro lo scorso martedì 16 luglio.

In un comunicato, la Provincia di Trento ha annunciato che stamane in una nota stampa che «è stata data esecuzione al decreto firmato ieri dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che prevedeva il prelievo dell’esemplare di orso KJ1 tramite abbattimento», spiegando che «una squadra del Corpo forestale trentino è dunque entrata in azione nei boschi sopra Padaro di Arco, dove l’animale era stato localizzato attraverso il radiocollare». Nel decreto di abbattimento, il presidente della provincia Fugatti aveva scritto che l’orsa KJ1, esemplare adulto di sesso femminile di 22 anni, «per la quale sono stati accertati 9 parti, con la cadenza di uno ogni 2-3 anni», sarebbe risultata «responsabile nella sua vita di diversi danni» e che «ad essa sono state attribuite, tramite analisi genetiche di campioni biologici raccolti in occasione e sul luogo degli eventi, alcune interazioni con l’uomo» tutte avvenute nella stagione estiva. L’Ente Nazionale Protezione Animali, insieme a Lav, Leidaa e Oipa, aveva impugnato il decreto che disponeva l’uccisione di KJ1, depositando una dettagliata istanza cautelare contro la misura. Ma i colpi di fucile del Corpo Forestale hanno preceduto ogni altra possibile iniziativa potenzialmente utile a salvare l’orsa.

Accogliendo le istanze avanzate da varie associazioni animaliste, la settimana scorsa il TAR di Trento aveva impartito lo stop alla seconda ordinanza di abbattimento dell’orsa KJ1 firmata da Maurizio Fugatti. I giudici amministrativi avevano infatti disposto la sospensione del provvedimento nella parte in cui era stato ordinato l’abbattimento dell’esemplare, «salva l’adozione delle misure alternative all’abbattimento e di tutte le misure destinate ad assicurare la tutela pubblica della pubblica incolumità». Nell’ordinanza di Fugatti – a differenza di un precedente provvedimento firmato dal presidente della provincia, anch’esso bocciato dal Tar – figuravano i risultati di esami biologici che hanno ricondotto con certezza l’identità di KJ1 a quella del plantigrado che due settimane fa ha aggredito il turista francese. I giudici amministrativi avevano però censurato l’opzione dell’abbattimento, considerato una «soluzione irreversibile», sulla base del «principio di proporzionalità», che, avevano messo nero su bianco, «impone in linea di principio il divieto di abbattimento, salvo derogarvi, laddove non esista un’altra soluzione valida».

Il decreto con cui Fugatti ha dato il via all’uccisione del plantigrado è arrivato dopo la non-opposizione all’eliminazione di KJ1 da parte di Ispra, che l’aveva valutata compatibile con il Pacobace (Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali) e la direttiva Habitat sulla tutela delle specie animali. Depositando l’istanza cautelare contro il decreto di abbattimento di Fugatti, l’Enpa aveva ribadito che «l’istruttoria sull’incidente di Dro» era «ancora incompleta» e che «il presunto via libera di Ispra è ancora avvolto dal mistero», rendendo noto di aver «presentato un accesso agli atti per conoscere e impugnare il parere dell’Ispra, per cui sarebbe quanto meno doveroso attendere che i portatori di interesse possano avere accesso a questa documentazione». La situazione ha però subito un’improvvisa accelerazione, fatale per KJ1.

[di Stefano Baudino]

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13 Commenti

  1. Purtroppo è una situazione senza vincitori. Le previsioni fatte da “autorevoli” esperti oltre vent’anni fa si sono dimostrate completamente errate. La popolazione orsina in Trentino non si e’ stabilizzata sui 20-30 capi come previsto ma siamo arrivati oltre il centinaio, semplicemente per il fatto che la specie ha trovato un habitat favorevole con cibo a sufficienza e assenza di nemici naturali (lince in primis). L’ area originaria (Val di Tovel, Gruppo delle Dolomiti di Brenta) non è più sufficiente a garantire il sostentamento e l’ instaurarsi di un equilibrio gerarchico all’ interno di una specie di per sé aggressiva e pericolosa per l’ uomo quando costretta in ambiti ristretti che deve quindi spostarsi (migrare). L’ abbattimento, come ultima ratio, significa che non siamo in grado di gestire la situazione. Il controllo della popolazione è possibile, gli esperti lo sanno (me lo auguro) anche con rimedi farmacologici. Le pallottole non sono certamente la soluzione come è evidente nel Donbass e nella Striscia di Gaza…

  2. Ennesimo episodio che dimostra come l’accettazione delle norme, quando queste di fatto giustificano la violenza, è semplicemente folle.
    L’unica, non mi stancherò mai di ripeterlo, l’unica via con un minimo di efficacia in questo momento è semplicemente un’organizzazione in grado di portare nelle loro case il terrore che stanno seminando. Colpirne uno per educarne cento.
    E basta con questo stupido pietismo per gli umani.

  3. Per quanto la mia simpatia stia generalmente dalla parte degli animali, stare dalla parte degli umani o degli orsi senza guardare il contesto è una cosa a mio parere priva di senso.
    Certamente gli animali hanno abitato il territorio prima di noi e questo dà loro un diritto di precedenza esistenziale.
    Poi siamo arrivati noi con la nostra “civiltà” e abbiamo disposto della natura a nostro interesse.
    Detto questo e preso atto della realtà attuale va considerato che la convivenza fra animali e umani è un problema niente affatto a senso unico. Se un animale è o diventa pericoloso va isolato dai luoghi frequentabili dalle persone. Non so l’unica alternativa è ucciderli, ma l’estrema ratio è quella.
    Quello che mi viene da dire è che nel servizio pubblico qualcuno è pagato per gestire questo difficile equilibrio ecologico.
    Questi “qualcuno” sono le persone giuste? Che responsabilità hanno? Perché non vengono chiamati in causa eventualmente per avere male gestito il ripopolamento, che in assoluto ha senso, ma che va sempre fatto con grande competenza?
    Ad esempio dalle mie parti nel modenese più di una volta scelte sbagliate nel ripopolamento della fauna dei fiumi ha causato rottura degli argini e allagamenti disastrosi e nessuno è stato accertato come responsabile.
    Ricordo che questa battaglia sugli orsi vede spesso in prima fila il presidente della provincia di Trento. Ma cosa c’entra lui su un tema tanto specifico? Dov’è l’assessore competente?
    Mirco

  4. Evviva gli Orsi, e il loro diritto alla Vita. E Lupi, galline, pecore, uccelli, pesci e tutti gli animali del creato!
    Evviva gli uomini di sensibilità, intelligenza, buona volontà ed AMORE che sono consapevoli di essere guardiani, pastori e curatori dei loro fratelli minori. LI c’è ANIMA.

  5. Hanno fatto BENE ad ucciderla!! Hanno Fatto BENE!! Hanno fatto BENE!!! E ve lo posso riscrivere all’INFINITO. Chiunque non comprende – giudici del TAR compresi – che la VITA DI QUALUNQUE ESSERE UMANO deve venire MOLTO PRIMA della vita di QUALUNQUE ANIMALE non è degno di stare al mondo!!

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