Controllare la biodistribuzione di microvescicole in grado di favorire la riparazione e rigenerazione dei tessuti tramite nanotubi ferromagnetici, i quali le dovrebbero condurre direttamente nei muscoli colpiti da malattie come la Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD): è questa la nuova strategia ideata da un team multidisciplinare di scienziati coordinati da una squadra di ricercatori milanesi. I risultati sono stati inseriti in uno studio già sottoposto a revisione paritaria e pubblicato sulla rivista scientifica Nature e aprono la strada a nuove terapie per trattare diverse forme di malatti...
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Interessante. La mia amica Anna, ha avuto una diagnosi di questa malattia, nel 2012. Uscita in carrozzina dall’ospedale e con un destino segnato, ad oggi, va a ballare, a camminare tutti i giorni, non prende alcun farmaco. Il problema della scienza ufficiale, a mio parere, non prende mai in considerazione le cause dello sviluppo delle malattie, il vissuto dell’individuo, la sua percezione e la sua sensibilità. Unica terapia, per tutti.
Sicura che si tratti di distrofia e non di schlerosi? Una mia amica affetta di distrofia da quando era bambina non è più in grado di far nulla. Non cammina, non muove nessun muscolo se non quelli della faccia e da tempo fa pure fatica a deglutire, tanto che mangia tutto frullato.
Giuste considerazioni. Spesso non basta lavorare solo sul piano fisico.
E spesso la medicina ufficiale lo fa in modo certamente evoluto da un punto di vista tecnico, ma spesso grossolano e poco attento al complesso unico della Persona.