Sabato 27 luglio, in Mali, i ribelli Tuareg avrebbero ucciso un numero imprecisato di combattenti della compagnia militare russa Wagner in una cruenta battaglia nel deserto al confine con l’Algeria, nel distretto di Tinzaouatene. Capire se quella inflitta ai russi sia realmente la carneficina descritta è impossibile, dato che la fonte è un quotidiano ucraino: il Kyiv Post. Tuttavia, che l’imboscata sia avvenuta e che vi siano state vittime e catture di ostaggi è testimoniato da diversi video. I Tuareg si sono fatti fotografare festanti con una bandiera ucraina, mentre Andrii Yusov, della Direzione principale dell’intelligence ucraina (GUR), ha affermato che le forze ucraine hanno dato sostegno operativo e di intelligence all’operazione Tuareg. Non è l’unico caso: quello che sta emergendo è che l’Africa sta diventando un nuovo tassello della guerra in corso tra Russia e Ucraina o, per meglio dire, tra Russia e Occidente.
Sabato 27 luglio, una coalizione separatista a maggioranza Tuareg ha rivendicato un’importante vittoria sull’esercito del Mali e sui suoi alleati russi dopo tre giorni di intensi combattimenti nel distretto di Tinzaouatene, al confine con l’Algeria. «Le nostre forze hanno definitivamente cancellato queste colonne nemiche sabato», ha dichiarato domenica Mohamed Elmaouloud Ramadane, portavoce dell’alleanza chiamata Quadro Strategico Permanente per la Pace, la Sicurezza e lo Sviluppo (CSP-PSD), che combatte contro la giunta militare che governa il Mali e che già dal 2012 lotta per ottenere l’indipendenza nella regione orientale del Paese. Tinzaouatene è quasi interamente circondata dal territorio algerino ed è stata teatro di altre battaglie tra le forze separatiste e l’esercito nell’ultimo decennio – dunque anche prima dell’ascesa al potere, nel 2020, della giunta militare guidata dal colonnello Assimi Goita. La particolarità di questo ultimo combattimento interno al Paese è che sarebbero stati uccisi mercenari del gruppo Wagner in numero consistente, a quanto riportato anche da osservatori esterni potrebbero essere stati almeno venti. Mossa Ag Inzoma, uno dei leader del movimento separatista, ha affermato che dozzine di soldati della Wagner sono stati uccisi o fatti prigionieri, come viene mostrato in alcuni video pubblicati su X.
Il gruppo Wagner è presente in Mali dal 2022, anno in cui la giunta militare ha espulso le forze francesi nel tentativo di operare una nuova decolonizzazione. Lo scopo era di aumentare le forze di sicurezza che combattono contro i separatisti, come i Tuareg, e le forze islamiste radicali come Jamaʿat Nuṣrat al-Islām wa-l muslimīn (JNIM), alleato di Al-Qaeda. La particolarità dell’evento militare non si ferma però al coinvolgimento delle forze dell’organizzazione militare Wagner. Infatti, come riportato dal Kyiv Post, Andrii Yusov, rappresentante della Direzione principale dell’intelligence ucraina (GUR), ha dichiarato, lunedì 29 luglio, che «i ribelli hanno ricevuto le informazioni necessarie, e non solo le informazioni, che hanno permesso loro di condurre un’operazione militare di successo contro i criminali di guerra russi», facendo quindi intendere che le forze ucraine abbiano sostenuto i Tuareg e le loro forze alleate non solo con informazioni utili ma anche con altro, forse mezzi o personale. Il giornale ucraino ha anche mostrato una foto dei Tuareg scattata dopo la battaglia mentre esibiscono una bandiera dell’Ucraina.
Sempre lo stesso giornale ricorda come le forze speciali ucraine stiano fornendo assistenza a tutti quei gruppi che combattono contro le forze della Wagner presenti in vari Paesi africani. Nel febbraio scorso, ad esempio, un video pubblicato dal Kyiv Post mostra le forze speciali ucraine che interrogano i mercenari russi catturati nella Repubblica del Sudan, dove operano in sostegno dell’organizzazione paramilitare Rapid Support Forces (RSF). Nel video si vedono i soldati dell’unità speciale Timur dell’intelligence della difesa ucraina mentre ispezionano veicoli militari con all’interno i corpi dei mercenari russi uccisi e mentre interrogano quelli rimasti vivi e fati prigionieri.
Rimane un fatto, come spiegato dall’analista Francesco Dall’Aglio: «Che l’Ucraina abbia la forza di mandare truppe, istruttori e intelligence e stia organizzando una rete di resistenza mondiale alla Russia, è sicuramente falso. A meno che, naturalmente, USA, Francia, Gran Bretagna eccetera non utilizzino personale dei servizi ucraini in quelle zone per garantirsi una smentita plausibile del loro intervento diretto, ma anche in questo caso l’Ucraina c’entrerebbe ben poco».
Al di là del fatto specidico rimane l’importanza sempre più evidente del Mali e di tutta l’area del Sahel nel confronto tra Russia e Occidente. Se si considera che il Mali è uno dei Paesi, insieme a Niger e Burkina Faso, della neonata Confederazione degli Stati del Sahel, che sta guidando una lotta anticoloniale orientata a porre fine alle ingerenze occidentali nell’area del continente africano, si può dire che l’Africa è un crescente teatro di guerra tra l’Occidente e la Russia.
[di Michele Manfrin]
I tuareg in conclusine sono i nazisti del Mali