Disegnare un quadrato avente area uguale a quella di un cerchio assegnato, costruire un cubo avente volume doppio rispetto a quello di un altro e dividere in tre parti uguali un angolo, il tutto servendosi di un’asta non graduata e di un compasso: sembrano tre semplici problemi da scuola primaria ma in realtà nascondono insidie che rimasero a lungo un mistero e tormentarono i matematici per oltre 2.000 anni. Nonostante l’origine di tali grattacapi risalga all’età dell’antica Grecia, furono dimostrati irrisolvibili solo nel lontano XIX secolo tramite dimostrazioni di analisi complessa difficilm...
Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.
Scegli l'abbonamento che preferisci (al costo di un caffè la settimana) e prosegui con la lettura dell'articolo.
Se sei già abbonato effettua l'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.
L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici. Esiste solo grazie ai suoi abbonati. Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni.
Grazie se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.
Tutto molto bello e mi rimanda alla mia decisione di studiare ingegneria informatica, invece che altre facoltà di ingegneria dove questa roba è il pane quotidiano. Tra l’altro penso di aver trovato un errore qui: “∛2L, il quale elevato alla terza fa proprio (2L)^3, ovvero il doppio del volume di partenza”. Il risultato è 2(L)^3 non (2L)^3 (il quale alla radice cubica di 3 sarebbe 2L) e quindi il problema sta nel trovare L per radice cubica di 2 con riga e compasso
Proprio il tipo di problemi da cui sto lontano come fosse l’Inferno, come dice il titolo si sono applicati per migliaia di anni a questi problemi e il risultato è il Mondo in cui viviamo, grazie preferisco aspettare l’IA, come andare in una Palestra e vedere tutti gobbi: Grazie preferisco cambiare😂
Che bello!
tutto molto bello e incomprensibile; c’è un piccolo errore di partenza e cioè il presupposto che 1+1 faccia due, che non è detto