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Il Consiglio UE approva 4,2 miliardi di euro per il sostegno finanziario all’Ucraina

L’Unione Europea ha autorizzato il primo pagamento regolare nell’ambito dello Strumento per l’Ucraina [1], un fondo di 50 miliardi di euro destinato a garantire la stabilità finanziaria dell’Ucraina nei prossimi quattro anni. A dare formalmente l’ok è stata la presidenza ungherese del Consiglio [2] dell’UE, nonostante il governo di Budapest si fosse inizialmente opposto a tale stanziamento. La prima rata di 4,2 miliardi ha ottenuto il via libera dopo che gli ambasciatori dei 27 Stati membri hanno confermato che l’Ucraina ha rispettato le condizioni e le riforme richieste dal Piano per l’Ucraina, approvato a marzo. Le riforme riguardano la gestione delle finanze pubbliche, il miglioramento del contesto imprenditoriale, in particolare nel settore energetico, e lo sminamento del territorio. Dei 50 miliardi di euro in oggetto, fino a 32 miliardi saranno utilizzati per sostenere le riforme e gli investimenti previsti, con pagamenti legati al raggiungimento di determinati obiettivi. L’UE aveva già fornito un finanziamento ponte di 6 miliardi e un prefinanziamento di 1,89 miliardi.

La decisione del Consiglio è arrivata martedì 6 agosto. Essa prevede lo stanziamento di un primo pacchetto di 4,2 miliardi volti a “sostenere la stabilità macrofinanziaria dell’Ucraina e il funzionamento della sua pubblica amministrazione”, da erogare “il prima possibile”. Gli aiuti rientrano nell’ambito dello Strumento per l’Ucraina, un dispositivo entrato in vigore venerdì 1 marzo 2024. Le sovvenzioni dello strumento saranno finanziate attraverso il bilancio annuale dell’UE nell’ambito della “riserva per l’Ucraina”, un nuovo dispositivo annuale che verrà mobilitato per tenere conto dei progressi compiuti da Kiev nell’applicazione di riforme e investimenti. Lo Strumento per l’Ucraina è strutturato su tre punti fondamentali: l’erogazione diretta dei fondi, il delineamento di un quadro per gli investimenti, e un ausilio al percorso di adesione all’UE. Per ottenere i fondi, Kiev dovrà attuare una serie di riforme che sostengano i meccanismi democratici, compreso un sistema parlamentare multipartitico, lo Stato di diritto, e i diritti umani. Soddisfatte tali condizioni, i pagamenti all’Ucraina saranno effettuati ogni trimestre secondo un calendario fisso. A oggi, oltre a questo primo pacchetto da 4,2 miliardi, l’UE ha già promosso un prefinanziamento di 1,9 miliardi, erogandolo in data 28 giugno; sommando quest’ultimo ai precedenti pacchetti di aiuto, l’UE ha fornito all’Ucraina un totale di 7,9 miliardi di euro.

Il fatto che lo stanziamento di questo primo finanziamento arrivi in piena presidenza ungherese del Consiglio Europeo risulta un dato perlomeno curioso. Il Governo di Budapest era infatti contrario all’erogazione di ulteriori fondi per l’Ucraina, e giusto qualche mese fa Orbán risultava l’unico membro del Consiglio a opporsi con forza all’idea di sbloccare il nuovo dispositivo da 50 miliardi. A dicembre 2023, il Presidente ungherese aveva posto il proprio veto [3] per la creazione dello strumento, scelta che ha portato a una crisi diplomatica interna che ha spinto i Paesi dell’UE a isolare l’Ungheria, e a minacciare di chiuderle i rubinetti e aprire una procedura ad hoc per toglierle lo stesso diritto di veto. Lo strumento è stato infine approvato a inizio febbraio 2024.

[di Dario Lucisano]