Domenica scorsa si è svolto a Niscemi (Caltanissetta) un partecipato corteo organizzato dal movimento No MUOS, collettivo che, dal 2009, porta avanti una battaglia per chiedere lo smantellamento del Mobile User Objective System di Niscemi, complesso sistema della Marina Militare USA che sorge nel territorio del Comune e permette le comunicazioni segrete della rete militare statunitense. I manifestanti si sono spinti fino al cancello principale e poi alla stazione del MUOS, effettuando decine di tagli della rete della base militare e aprendo numerosi varchi nel suo perimetro. Sono intervenute le forze dell’ordine, in assetto antisommossa, che hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni, molti dei quali hanno colpito i dimostranti.
In occasione del corteo, oltre a chiedere [1] a gran voce la liberazione dell’isola siciliana dall’occupazione militare statunitense, gli attivisti No MUOS hanno intonato slogan di sostegno alla causa palestinese e contro i massacri in atto a Gaza. I manifestanti hanno denunciato che, nel corso dell’azione, i membri della Polizia avrebbero lanciando lacrimogeni ad altezza uomo, colpendo molte persone alle braccia, al busto e allo sterno. Ancora una volta, la polizia avrebbe usato il gas CS, il cui utilizzo – hanno evidenziato i membri del collettivo – a causa della sua tossicità è vietato in guerra, ma viene liberamente utilizzato dalle forze dell’ordine durante le manifestazioni. Si sono verificati momenti di tensione quando i membri della Polizia e della Digos, a manifestazione conclusa, hanno cercato, senza successo, di fermare alcuni dimostranti. «Negli ultimi anni abbiamo denunciato e sottolineato la tendenza globale alla guerra – ha scritto [2] in una nota il movimento No MUOS -. Oggi possiamo dire che siamo in un clima di guerra totale. Con la Palestina nel cuore, la manifestazione e le azioni di oggi sono per noi la risposta alla guerra totale: solo i popoli possono fermare la guerra, partendo dai propri territori e dai luoghi che alimentano le guerre in corso, come il MUOS di Niscemi».
Il MUOS è un gigantesco impianto gestito dal Dipartimento della Difesa statunitense che integra forze navali, aeree e terrestri degli Stati Uniti nel mondo, di fondamentale importanza per lo svolgersi di missioni che utilizzino droni. Il sistema, concepito dall’amministrazione di George W. Bush nel 2004, consta di quattro basi terrestri, delle quali una è stata costruita nella Sughereta di Niscemi (nella provincia di Caltanissetta, a circa 80 km da Sigonella), all’interno della quale vi sono specie vegetali protette e vi nidificano diverse specie di uccelli. Le restanti basi MUOS sono divise tra Australia, stato della Virgina (USA) e Hawaii. Nel novembre 2022, il TAR di Palermo ha accolto [3] un ricorso avanzato dal Comune di Niscemi, attestando che la parte italiana del MUOS è stata realizzata senza rispettare le norme edilizie e senza disporre di tutti i pareri. Il ricorso, appoggiato dal movimento No MUOS, era stato presentato contro il ministero della Difesa e dei vari assessorati che presero parte alla conferenza dei servizi che sbloccò l’iter per la costruzione del mega impianto. Secondo i giudici amministrativi, nel 2018 il dicastero «non avrebbe potuto concludere la conferenza di servizi disponendo l’approvazione dei progetti in parola, dando per acquisito a tale data il silenzio assenso del Comune».
[di Stefano Baudino]