Mentre le lenti dell’Occidente continuano a focalizzarsi sul pericolo escalation in Medio Oriente, Israele continua indisturbato il proprio massacro di civili nella Striscia di Gaza. L’ultimo episodio si è verificato proprio oggi, all’alba, quando l’esercito israeliano ha lanciato un attacco aereo su una scuola nei pressi di Gaza City, uccidendo 100 persone e ferendone dozzine. Fonti locali riportano di come le bombe si siano abbattute sull’edificio causando presto un incendio che ha intrappolato tra le mura dell’istituto le 250 persone radunatesi per pregare al suo interno. Israele, intanto, ha giustificato l’assalto recitando la sua ormai abituale formula: dentro la scuola di al-Tabin trovavano rifugio militanti di Hamas e della Jihad Islamica Palestinese tra cui anche qualche “comandante” e “ufficiale”. Il massacro di questa mattina si colloca sulla scia di una ormai lunga e dettagliata lista di bombardamenti, che conta talmente tanti attacchi da poterli categorizzare per bersaglio: gli edifici scolastici finiti sotto il mirino dell’esercito israeliano, nello specifico, sono oltre 400. Nonostante ciò, la stampa nazionale e internazionale mette spesso in dubbio la stessa veridicità degli episodi, sempre che decida di degnarli di un articolo.
Il bombardamento di oggi si è abbattuto sulla scuola di al-Tabin, situata nel distretto di Daraj, a Gaza City. L’attacco aereo si è verificato attorno alle 4.30 (ora italiana), mentre centinaia di persone di tutte le età si trovavano all’interno dell’edificio per svolgere la rituale preghiera del mattino. Secondo quanto comunica Ismail al Thawabta – portavoce dell’Ufficio Media Governativo di Gaza – al quotidiano qatariota Al Jazeera, l’esercito israeliano avrebbe lanciato sull’istituto tre bombe di 907 chili l’una. al Thawabta sostiene inoltre che la presenza di rifugiati all’interno dell’edificio fosse cosa nota ad Israele e accusa lo Stato ebraico di avere scagliato un premeditato e deliberato attacco sui civili. Hossam Shabat, giornalista palestinese attivo sulla Striscia, riporta che in seguito all’attacco aereo la scuola è stata divorata dalle fiamme, intrappolando circa 250 persone al suo interno: «si possono sentire le urla delle famiglie intrappolate nella scuola che vengono bruciate vive nella città di Gaza, ma non siamo in grado di aiutare perché le forze di occupazione israeliane stanno tagliando l’accesso all’acqua», scrive sui propri canali social il giornalista. Le squadre di soccorso si sono mosse sin da subito per estinguere l’incendio, mentre quelle mediche comunicano di avere trovato non poche difficoltà nella gestione delle vittime, a causa delle ferite da loro riportate e dell’ingente numero di persone coinvolte. Il portavoce internazionale dell’esercito israeliano Nadav Shoshani ha confermato l’avvenuto bombardamento all’intero complesso, moschea inclusa, sostenendo che esso avrebbe fornito rifugio a circa 20 ufficiali «terroristi».
L’uccisione di oltre 100 persone in un solo colpo dovrebbe finire in primo piano su tutti i siti di informazione, tuttavia la stampa mainstream pare essere più interessata allo svolgimento della penultima giornata di Olimpiadi che a un massacro di civili a cielo aperto. I motivi per cui simili notizie vengono sostanzialmente ignorate sono molteplici, e uno fra questi è il fatto che ormai esse sono talmente tanto frequenti da avere perso di attrattiva giornalistica. Di stragi, infatti, Israele ne ha condotte fin troppe. Per citarne solo alcune, la strage della farina (oltre 100 morti), quella di Deir al Balah (oltre 200 morti), quella di Al Mawasi (oltre 90 morti). Il numero di massacri è ormai tale che gli attacchi israeliani possono venire divisi “per categoria”: quelli sulle strutture umanitarie, quelli sui civili in campo aperto, quelle sugli ospedali, quelle sulle scuole… non a caso, in tanti hanno iniziato a utilizzare il termine di scolasticidio per parlare del completo assedio che Israele rivolge al mondo dell’istruzione. Al 6 luglio, Israele ha colpito direttamente e (nei migliori dei casi) gravemente danneggiato l’85% degli edifici scolastici di tutta la Striscia, distrutto tutte le università, e lasciato circa 625.000 studenti privi di accesso all’educazione. Dall’escalation del 7 ottobre l’esercito israeliano ha ucciso 9.317 studenti e 397 membri del personale educativo, ferendone rispettivamente oltre 14.614 e 2.246.
[di Dario Lucisano]
Non si può descrivere l’impotenza che si prova leggendo queste notizie! Non ci sono parole.
Non credo che esistano più parole per definire quello che l’Occidente continua a permettere a Gaza, in un silenzio vergognoso . Quello che mi piacerebbe sapere è quanti in Israele protestano per quello che il loro governo ed esercito stanno facendo nei confronti dei Palestinesi e non solo a Gaza. Sinora ho sentito parlare di marce e proteste di piazza riferite alla liberazione degli ostaggi . Se ci sono notizie in tal senso forse sarebbe meglio riportarle perchè l’odio non coinvolga tutto il popolo. Grazie