giovedì 21 Novembre 2024

La Russia dice di aver fermato l’avanzata ucraina, ma 28 località sono ancora in mano nemica

A una settimana dal lancio, procede l’offensiva ucraina nella regione di Kursk. Zelensky sostiene che le truppe ucraine sarebbero avanzate prendendo il controllo di un’area pari a 1.000 chilometri quadrati, mentre questa mattina la Russia, che non conferma né smentisce, ha annunciato di avere interrotto la “corsa incontrollata del nemico”, che starebbe iniziando a venire espulso dal territorio. Secondo il ministero della Difesa russo, negli ultimi giorni l’esercito federale avrebbe impedito numerosi tentativi ucraini di sfondamento, ingaggiando scontri nelle aree di Tolpino e Obshchy Kolodez, a rispettivamente 25 e 30 chilometri dal confine. Su stessa ammissione del governatore di Kursk, l’Ucraina avrebbe ancora il controllo di almeno 28 località tra città e villaggi della Federazione, e sarebbe riuscita ad allungare il fronte di 12 chilometri. «Apparentemente, il nemico sta cercando di migliorare le sue posizioni in vista dei negoziati», ha dichiarato il Presidente russo Vladimir Putin, «ma di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che colpiscono indiscriminatamente civili, infrastrutture civili o cercano di creare una minaccia per gli impianti di energia nucleare?». Nonostante gli ultimi apparenti segni di apertura, insomma, il Presidente russo sembra in questo momento stare allontanando qualsiasi dialogo negoziale.

Non è facile comprendere quale sia realmente l’attuale situazione nella regione di Kursk. Ieri l’Ucraina, per voce dello stesso Presidente Zelensky, ha reclamato di essere riuscita a prendere il controllo di un’area pari a 1.000 chilometri quadrati: è questa la prima informazione netta e precisa sui risultati dell’operazione che viene fornita da Kiev, che fino a ora si era espressa sul tema in maniera particolarmente vaga. Restano ancora ignoti gli obiettivi dell’Ucraina, che tuttavia avrebbe dichiarato di non volere annettere i territori russi nelle proprie mani. La Russia non ha fatto alcun accenno alle dichiarazioni di Zelensky, che dunque non sono in alcun modo verificabili. Il governatore di Kursk Alexey Smirnov, tuttavia, ha affermato in occasione di una comunicazione video con Putin che l’esercito ucraino avrebbe preso il controllo di 28 città e villaggi dell’area. Nella conversazione con il Presidente russo, Smirnov ha definito la situazione nella regione «complicata», lasciandosi scappare un dettaglio sulla operazione militare: a detta del Governatore, l’Ucraina avrebbe allargato l’ampiezza del fronte di 40 chilometri, e allungato la profondità di 12 chilometri. L’area interessata, insomma, sarebbe ampia meno della metà di quanto dichiarato dall’Ucraina. Eppure, giusto domenica, il ministero della Difesa russo ha riconosciuto indirettamente che le truppe ucraine avrebbero effettuato uno sfondamento di circa 25 e 30 chilometri all’interno della regione, venendo successivamente respinte. Se la profondità del fronte fosse effettivamente pari alla distanza delle località di Tolpino e Obshchy Kolodez, l’area interessata dagli scontri potrebbe effettivamente estendersi per circa 1000 kilometri quadrati.

Quale che sia la superficie nelle mani di Kiev, in ogni caso, il fatto che un funzionario russo abbia parlato dei danni subiti dalla Federazione da un punto di vista strettamente militare suggerirebbe la portata non indifferente dell’offensiva ucraina. Nonostante ciò, proprio questa mattina, la Russia ha rilasciato una notizia che ridimensionerebbe almeno in parte la situazione: secondo quanto comunicato da Apty Alaudinov, comandante del commando Akhmat, all’agenzia di stampa governativa russa TASS, l’esercito della Federazione sarebbe riuscito a fermare l’avanzata ucraina, tanto che «il nemico» sarebbe «già a conoscenza del fallimento della sua pianificata guerra lampo»; attorno alle 12:00 di oggi, lo stesso Alaudinov ha inoltre aggiunto che «il nemico sta venendo espulso dai territori occupati». L’Ucraina non ha ancora rilasciato dichiarazioni a riguardo. Stando a quanto comunica la Russia, che fornisce la quasi totalità delle notizie di cronaca di guerra riguardanti il fronte di Kursk, l’Ucraina avrebbe attaccato la regione utilizzando personale di terra, aerei, droni, artiglieria e veicoli corazzati. Il Ministro della Difesa russo sostiene che dal 6 agosto Kiev avrebbe perso 1.610 soldati, 32 carri armati e altri 23 mezzi corazzati. Il bilancio umanitario russo, invece, sarebbe di 12 civili uccisi, 121 feriti, e 76.000 persone evacuate; questo ultimo dato è aggiornato al 10 agosto, e va integrato con gli ulteriori 8.000 civili che paiono essere stati costretti a spostarsi negli ultimi due giorni.

L’operazione ucraina su Kursk è iniziata martedì 6 agosto quando circa 1.000 soldati, dozzine di carri armati, e altrettanti veicoli corazzati sono penetrati in territorio russo. In primo luogo paiono essere state colpite le città di confine di Nikolayevo-Daryino e Oleshnya, e successivamente le truppe ucraine si sarebbero spostate più all’interno, nella città di Sudzha, notizia smentita dalle fonti russe. Secondo i quotidiani moscoviti, durante il primo giorno di combattimento, l’esercito della Federazione avrebbe respinto l’avanzata di Kiev, colpendo le truppe ucraine al confine, e presso la regione di Sumy. Il giorno seguente, tuttavia, l’incursione sarebbe continuata, e lo stesso Putin sarebbe stato spinto a trattare la questione, in una riunione con i vertici della sicurezza federale. Tra giovedì 8 e venerdì 9 agosto, sarebbe continuata la battaglia a Sudzha, e si sarebbero verificati scontri presso la località di Gogolevka. Sabato 10 agosto gli scontri si sarebbero allargati a Malaya Loknya e Olgovka, mentre domenica si sarebbero verificate le battaglie di Tolpino e Obshchy Kolodez. Ieri, infine, sono state colpite altre aree all’interno della regione di Kursk, e nello specifico Martynovka, Borki, e Korenevo.

[di Dario Lucisano]

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