martedì 3 Dicembre 2024

L’Abruzzo ha autorizzato l’abbattimento di quasi 500 cervi

Con una delibera approvata lo scorso 8 agosto, la giunta di centro-destra della Regione Abruzzo, guidata dal presidente Marco Marsilio, ha ufficialmente autorizzato l’abbattimento di quasi 500 cervi a partire dal prossimo 14 ottobre. Tra le ragioni addotte per il via libera al provvedimento, il fatto che gli esemplari risulterebbero numericamente in forte eccesso, causerebbero troppi danni all’agricoltura e costituirebbero un rischio per la sicurezza stradale. Se le associazioni di allevatori e agricoltori hanno cantato vittoria, le organizzazioni animaliste hanno reagito con durezza. In particolare, il WWF ha criticato duramente la decisione, definendola dannosa per la biodiversità, e sottolineando che, invece di optare per l’abbattimento dei cervi, la Regione avrebbe potuto implementare soluzioni preventive, come ad esempio l’utilizzo di recinzioni e dissuasori, attraverso l’impiego dei fondi del PNRR.

Il piano prevede, nello specifico, un “prelievo selettivo” da parte di cacciatori abilitati in due aree dell’Abruzzo aquilano, denominate Comprensorio 1 e Comprensorio 2, con l’obiettivo di «gestire gli animali presenti entro livelli compatibili di equilibrio con le altre componenti biologiche ed antropiche» e al fine di «garantire il rispetto del principio della conservazione della specie». Le aree interessate dal piano di abbattimenti includono gli Ambiti Territoriali di Caccia di Avezzano, Sulmona, Subequano, L’Aquila e Barisciano, ma escludono le zone protette e quelle del Parco Nazionale d’Abruzzo. In un comunicato stampa, la Regione ha scritto che «nel periodo 2019-2023 i danni provocati dai cervi all’agricoltura sono stati pari a 895.340 euro, ai quali andranno aggiunti quelli del 2024 che porteranno la somma ben oltre il milione di euro» e che «oltre ai danni alle colture, sono aumentati gli incidenti stradali causati da cervi (pari a 806 denunciati nel periodo 2019-2023), spesso con danni agli esseri umani che rendono necessario adottare adeguate contromisure al fine di salvaguardare l’incolumità di chi si mette alla guida e delle persone trasportate». Il calendario venatorio approvato dalla Regione prevede l’inizio della caccia da lunedì 14 ottobre e fino a sabato 15 febbraio per i cervi maschi giovani, subadulti e adulti, mentre per i cervi piccoli (sia maschi che femmine), e per le femmine giovani e adulte la caccia sarà aperta il 4 gennaio 2025, terminando il 15 marzo 2025.

Ad attaccare la giunta Marsilio e i contenuti della delibera è stato in primis il WWF, che ha parlato di «una decisione che lascia davvero attoniti, sia sul piano delle logiche naturalistiche ed ecosistemiche sia su quello più emotivo», poiché, «per accontentare un piccolo gruppo di cacciatori, verso i quali presidente e vicepresidente della Regione Abruzzo manifestano una sempre maggiore sudditanza, si abbandona impunemente la visione di un Abruzzo capace di convivenza con la fauna selvatica, e, soprattutto, si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato negli anni». In particolare, il WWF sottolinea che, per limitare i rischi sul territorio, fossero presenti varie opzioni alternative: «I fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), per esempio, avrebbero potuto essere impiegati per finanziare iniziative ad hoc per il nostro territorio, all’interno di una seria e organica programmazione da effettuare, questa sì, a livello dei comprensori – ha scritto l’organizzazione –. Quante recinzioni, repellenti, dissuasori sono stati forniti agli agricoltori da parte della Regione Abruzzo? Quante azioni risultano messe in campo per limitare il rischio di impatto con gli autoveicoli, come potenziamento dei sottopassi, costruzioni di sovrappassi, dissuasori?» A sorpresa, a schierarsi contro il via libera agli abbattimenti ci sono stati alcuni esponenti di spicco di Forza Italia, tra cui il deputato Naziario Pagano, coordinatore di FI per la Regione, che ha annunciato di voler «approfondire le notizie apparse sugli organi di stampa» al fine di «valutare ogni possibile alternativa a un abbattimento così massiccio di cervi in Abruzzo».

[di Stefano Baudino]

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