Con un completo cambio di direzione rispetto a quanto stabilito in precedenza, il governo ha deciso che lo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla bonifica della zona industriale del crotonese dovrà avvenire nel territorio della medesima provincia. Lo ha ribadito anche il Commissario straordinario, Emilio Errigo, il quale ha sottolineato che, «se servirà», si avvarrà «anche dell’esercito perché le operazioni si concludano». La comunicazione arriva in un contesto di lunga attesa e controversie che hanno accompagnato per anni il progetto di risanamento ambientale dell’area, una delle più inquinate d’Italia. Nel 2019, il ministero dell’Ambiente aveva stabilito che lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, da anni interrati nell’area industriale di cui è proprietaria l’ENI (condannata nel 2012 per accertato danno ambientale), dovesse avvenire fuori Regione. Tuttavia, ENI ha recentemente formalizzato un nuovo piano che prevede lo smaltimento dei rifiuti in una discarica privata sita nel crotonese. Mentre le entità territoriali hanno immediatamente osteggiato la richiesta, il governo l’ha accolta con favore.
«A prescindere da pur legittime opinioni divergenti, che potranno e dovranno trovare composizione nelle opportune sedi, il commissario straordinario non mancherà di porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di dare attuazione al mandato ricevuto dalla Presidente del Consiglio dei Ministri, volto a rimuovere gli ostacoli al pronto avvio degli interventi di bonifica delle aree, dei suoli e delle falde acquifere, oramai da troppo tempo approvati ma mai realizzati». È questo il contenuto del comunicato diramato dall’Ufficio del commissario straordinario delegato per gli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone – Cassano – Cerchiara di Calabria, guidato da Emilio Errigo. Il quale, mentre rassicura sul fatto che «la sicurezza delle attività tecniche e ambientali sarà garantita in ogni singola fase», di fatto garantisce, in sintonia con Palazzo Chigi, l’ok ai desiderata di ENI. Il SIN di Crotone, istituito per legge a fine anni ’90, comprende aree gravemente contaminate da attività industriali, in particolare quelle legate alla produzione chimica e metallurgica. Per decenni, queste industrie hanno rilasciato sostanze nocive nell’ambiente, compromettendo suolo, acqua e aria e causando gravi rischi per la salute della popolazione locale. Nonostante l’inclusione nel programma di bonifica nazionale, i lavori di risanamento hanno subito ritardi significativi, complicati da problemi burocratici, finanziari e dalla necessità di coordinare numerosi attori istituzionali. All’inizio di agosto ha però avuto luogo un’improvvisa accelerazione, con il via libera da parte del Ministero dell’Ambiente al trasferimento delle scorie della bonifica nella discarica di Sovreco, a Crotone. Il provvedimento è stato impugnato al TAR da Comune e Provincia di Crotone insieme alla Regione Calabria, che protestano contro il progetto di smaltire i rifiuti pericolosi in Calabria.
Nel febbraio 2012, il Tribunale di Milano aveva condannato Eni Syndial S.p.A. (oggi Eni Rewind) per un accertato «danno ambientale» causato dal deposito ed occultamento nel sottosuolo di materiale nocivo derivante dalle scorie delle produzioni industriali. Nel 2019 aveva ottenuto il via libera il Progetto operativo di bonifica (POB) Fase 2, in cui si prevedeva che ENI dovesse asportare e trasferire fuori dalla regione rifiuti pericolosi come il NORM e TENORM con amianto. Nel marzo 2020, con Decreto Ministeriale n°7, è stato approvato il Piano della Bonifica Fase 2. Successivamente, ENI ha però proposto di non trasferire i rifiuti speciali fuori regione, ma di smaltirli poco lontano, presso una discarica privata sita nel crotonese. Nel marzo di quest’anno è stato modificato il Piano di Gestione dei Rifiuti Regionale, poi Eni Rewind ha chiesto la convocazione di una nuova Conferenza dei Servizi. Qui ha formalizzato un nuovo piano di bonifica, con la previsione di interrare i rifiuti a Crotone. E il governo ha detto sì.
[di Stefano Baudino]
Sapete chi è il proprietario del sito dove saranno smaltiti i rifiuti? Sarebbe veramente interessante