Nonostante la fine della pandemia, il crollo dei numeri relativi ai nuovi contagi e decessi, e persino il flop della quinta dose, la Regione Emilia-Romagna ha richiesto a Pfizer la fornitura di mezzo milione di vaccini anti-Covid adattati alle nuove varianti. Lo ha annunciato alla stampa Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, spiegando che le vaccinazioni, «rimangono attive durante tutto l’anno e continuano a rappresentare un fondamentale strumento di tutela». Tuttavia, non è stata spiegata la necessità di ordinare tante fiale nonostante i dati: in Italia, ad oggi, si sono sottoposti alla quinta dose poco più di due milioni di cittadini e in Emilia-Romagna sono state distribuite in totale poco più di 300mila fiale. Un numero che, vista la progressiva diminuzione della richiesta e della pericolosità della malattia, fa apparire sproporzionato l’ordine della Regione, la quale si appresta a pagare circa nove milioni di euro di soldi pubblici alla multinazionale del farmaco americana per dosi che in buona parte potrebbero finire al macero.
Secondo gli ultimi aggiornamenti rilasciati dal Ministero della Salute, l’Emilia-Romagna ha certificato meno di 1.200 nuovi casi a settimana nel mese di agosto e 17 decessi totali. A livello nazionale invece, il picco si è registrato a 17.381 nuovi casi e 100 decessi: numeri difficilmente definibili come “allarmanti” se si pensa che in epoca pandemica tali quote potevano essere raggiunte quotidianamente. Inoltre, sempre secondo i dati rilasciati dal Ministero, la campagna vaccinale per la quinta dose è stata un flop: secondo l’ultimo aggiornamento del 22 agosto, sono 2.214.738 le somministrazioni totali ed i richiami procedono a ritmi da centinaia di iniezioni a settimana, ovvero un andamento significativamente inferiore rispetto a quando di dosi ne venivano distribuite decine – se non centinaia – di migliaia settimanalmente.
Nonostante i dati, in Emilia-Romagna l’allerta non sembrerebbe essersi ancora placata: Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, ha dichiarato alla stampa: «Aumentano i casi, sì, ma il dato è approssimativo perché pochi lo certificano con il tampone. Tuttavia, non assistiamo a sviluppi gravi della malattia che necessitino ricoveri di massa. Rispetto ai ricoveri in terapia intensiva, invece, siamo in linea con i dati dell’anno scorso: pochi casi. Per quanto riguarda le nuove varianti, la Regione ha già provveduto alla richiesta di quasi mezzo milione di dosi della nuova formulazione aggiornata: la prima tranche di 299.520 vaccini sarà consegnata a fine settembre e, in ottobre, saranno disponibili ulteriori 164.000 dosi. Non c’è ancora una data precisa per l’avvio delle profilassi, dipende da quando saranno pubblicate le raccomandazioni aggiornate e le modalità d’offerta da parte del Ministero. Noi siamo pronti». Calcolando quindi un prezzo medio di 19,50 euro per dose (che è l’ultimo comunicato dall’azienda per i Paesi europei) si spenderebbero oltre 9 milioni di euro per fiale che, attualmente, non impedirebbero il contagio e vengono distribuite ad un ritmo nazionale di alcune centinaia di unità a settimana.
AGGIORNAMENTO DEL 27 AGOSTO: rispetto alla prima versione dell’articolo è stata aggiunta l’informazione sul numero di quinte dosi vaccinali distribuite in Emilia-Romagna, che è pari a circa 300.000.
[di Roberto Demaio]
Due milioni di psicolabili…
Correggo: Pavel Durov.
Rimane che quando la Francia criminale Nazista arresta Pavlov perché non fa censura, un giornale come l’Indipendente dovrebbe far prima passare questo scandalo delle stupidate Emiliane.
Ma articolo sul fondatore di Telegram arrestato c’è. E non è che bisogna proprio commentare per forza tutto… Pure la direzione di redazione.
Mah…
Criminali buffoni!!
Long COVID business.
Son Veneto e la Regione Emilia per me può far quel che vuole finché pagheranno gli Emiliani😂🤣😂
Le dosi acquistate dallo vengono buttate via e l’Emilia Romagna ne acquista altre?