martedì 27 Agosto 2024

Rimini: controllori del bus sospesi dal lavoro dopo essersi iscritti al sindacato

Quattro dipendenti dell’azienda Holacheck, in appalto alla Start Romagna per la verifica dei biglietti di chi viaggia in autobus, sono stati sospesi dal lavoro e sottoposti a provvedimento disciplinare. Il provvedimento è stato avviato all’indomani dell’iscrizione dei quattro lavoratori al sindacato USB, come riferisce quest’ultimo. «Questa è la risposta dell’azienda, non nuova a comportamenti simili, alle rivendicazioni delle lavoratrici e lavoratori su temi come la salute e sicurezza, carichi di lavoro e salario» scrive il sindacato, che denuncia come i quattro non avessero mai ricevuto contestazioni disciplinari, ma sono stati all’improvviso definiti «gravemente negligenti e inaffidabili a fronte di comportamenti che nulla hanno a che fare con tali accuse». Una serie di misure che secondo USB assumerebbero la sfaccettatura di atteggiamenti antisindacali, volti a scoraggiare la presenza delle unioni di base e a mettere pressione sui lavoratori.

La sospensione dei lavoratori di Holacheck è scattata martedì 20 agosto, e ha lasciato i dipendenti senza stipendio. A venire coinvolti sono quattro dei diciassette lavoratori e lavoratrici della societĂ  in appalto a Start Romagna, che nel mese di giugno si sono tutti iscritti al sindacato di base. Proprio a partire dallo stesso periodo, e precisamente dopo che il sindacato ha chiesto all’azienda di fornire delle body cam a tutti i lavoratori a tutela della loro sicurezza, sarebbero iniziati i primi problemi: è il caso, denuncia il sindacato, di una delle lavoratrici a cui sarebbero stati riarrangiati gli orari di lavoro in modo tale da farli coincidere «con i momenti piĂą caldi della giornata». Proprio il caldo sarebbe stato il motivo ultimo della sospensione dei quattro lavoratori: stando a quanto riporta il rappresentante sindacale Sebastiano Taumaturgo, infatti, Holacheck avrebbe preso provvedimenti contro i lavoratori perchĂ© allontanatisi dal posto di lavoro per comprare una bottiglietta d’acqua, «che non è fornita dall’azienda come dovrebbe essere suo obbligo».

Secondo il sindacato «non è un caso che le contestazioni, praticamente identiche, siano riferite a fatti “accertati” a partire dalla loro iscrizione». USB suggerisce insomma che i dipendenti sarebbero stati sospesi e in generale messi sotto pressione proprio perché appena iscrittisi al sindacato, ipotesi che verrebbe avvalorata dal fatto che lavoratori modello sarebbero tutto a un tratto diventati oggetto di provvedimenti che si potrebbero tradurre in licenziamenti per giusta causa. Dopo i fatti del 20 agosto, USB ha presentato esposti all’ispettorato del lavoro e chiesto l’intervento della prefettura, ed ha annunciato un presidio alla biglietteria Start il 9 settembre, nella prima giornata di sciopero nazionale dei trasporti. Il caso di Rimini non è certo il primo in cui Procura e grosse firme parrebbero prendere provvedimenti di sostanziale contrasto alle unioni sindacali di base. Particolarmente noto è il caso di Piacenza, in cui i rappresentanti di USB e SI COBAS sono stati addirittura arrestati, anche se solo qualche mese dopo tali misure sono crollate le accuse della Procura. Nonostante ciò, i sindacalisti sono tornati sotto il mirino della Procura, e sono finiti accusati di associazione a delinquere.

[di Dario Lucisano]

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