Nella notte tra lunedì e martedì, gli attivisti del Movimento No TAV sono tornati a protestare, a Chiomonte, contro l’Alta Velocità Torino-Lione. Nei pressi del cantiere che dovrebbe ospitare l’opera principale (mai iniziata), ovvero il tunnel di base, sono stati sparati fuochi d’artificio ed è stata messa in atto la consueta battitura dei cancelli che ne delimitano il perimetro. In alcuni punti, gli attivisti sono anche riusciti a danneggiare la recinzione. L’azione è stata messa in atto dai dimostranti nella cornice dell’iniziativa Passeggiata al fortino di Chiomonte, promossa dai movimenti No TAV attraverso i social, che ha costituito uno dei tasselli del campeggio studentesco, iniziato lo scorso 31 agosto a Venaus e spostatosi al Presidio dei Mulini. Qui i manifestanti hanno rimosso i sigilli che, su mandato della magistratura, erano stati apposti dalla Digos di Torino lo scorso novembre dopo che l’area era stata messa sotto sequestro. «Diversi metri di concertina sono stati strappati dai jersey, mentre alcuni fuochi d’artificio e una rumorosa battitura hanno disturbato le forze dell’ordine poste a difesa del cantiere», ha scritto sulle proprie pagine social il Movimento, rivendicando l’azione.
Le proteste e le azioni contro i cantieri da parte dei manifestanti continuano anche in questa fase, nonostante l’intensificarsi della repressione da parte delle autorità. A fine luglio si è avuta notizia che 55 attivisti che fanno parte del Movimento No TAV, del centro sociale Askatasuna e di altre realtà antagoniste sono stati denunciati dalla Digos di Torino. Alcuni sono stati colpiti dalle denunce per aver violato i provvedimenti amministrativi loro indirizzati, come il foglio di via; altri, in occasione del weekend del Campeggio No-Tav di metà luglio, avrebbero staccato pezzi di filo spinato delle barriere che proteggono i lavori del cantiere di San Didero e indirizzato fuochi pirotecnici oltre le recinzioni; altri ancora avrebbero cercato di danneggiare la concertina che protegge il cantiere di Chiomonte, dove dovrebbero essere realizzati i lavori per il tunnel di base della linea ferroviaria. I sigilli asportati all’inizio di questa settimana dai manifestanti erano stati apposti a fine novembre del 2023, quando numerosi agenti della Digos notificarono agli attivisti No Tav gli atti in merito al sequestro preliminare dei presidi di San Didero e dei Mulini insieme ad alcuni dei terreni adiacenti, che sono stati disboscati e spianati.
Nel frattempo, il mese scorso, TELT – ente responsabile dei lavori e partecipato da Italia e Francia – ha reso noto che il costo della tratta internazionale della TAV Torino-Lione è aumentato da 8,6 a 11,1 miliardi di euro, con un incremento che tocca il 30%. Il ricalcolo è frutto dell’aggiornamento delle previsioni di spesa per la realizzazione e l’equipaggiamento della linea ferroviaria, convalidato dalla società di consulenza Grant Thornton Financial Advisory Services, che – ha scritto TELT – sarebbe in particolare dovuto alle variate condizioni macroeconomiche e all’aumento dei costi delle materie prime. Inoltre, la consegna della sezione transfrontaliera, che inizialmente era prevista per il 2032, è stata posticipata al 2033. Sempre nelle ultime settimane è arrivata l’ennesima beffa per i residenti di Susa, con la comunicazione dell’avvio degli espropri a partire dall’autunno di case e terreni sul territorio.
[di Stefano Baudino]