giovedì 21 Novembre 2024

“I senzatetto sono troppi, bisogna cacciarli”: il sogno americano va a sbattere in California

La California rappresenta, ancora oggi, l’incarnazione del sogno americano, la terra dove «c’è lavoro e non fa mai freddo», la promessa che impegno e sacrificio verranno ripagati con abbondanza e prosperità. Un’utopia che la produzione culturale moderna e contemporanea ha contribuito a mantenere integra, nonostante il sogno americano sia per molti andato in pezzi non appena superati i confini dello Stato. La California, infatti, è un sogno per pochi eletti: per tutti gli altri è un giaciglio di fortuna a lato della strada, in mezzo a una delle tante tendopoli che si estendono ai margini delle patinate San Francisco, Los Angeles, San Diego. Complice della situazione è, in primis, la mancanza di alloggi a basso prezzo, che ha portato quest’anno a una crisi abitativa senza precedenti. Tuttavia, invece che adottare soluzioni strutturali, il governo opta per la via della repressione: una sentenza della Corte Suprema, risalente allo scorso giugno (e votata in maggioranza dai conservatori), ha infatti autorizzato le istituzioni statali a sanzionare, arrestare o addirittura incarcerare coloro che dormono all’aperto. Un’occasione che Gavin Newsom, governatore della California che da tempo ricorre a soluzioni repressive per risolvere il problema dei senzatetto, ha immediatamente colto al balzo per emettere un ordine esecutivo per le agenzie statali, affinchè si muovano «con urgenza» per rimuovere le tendopoli dalle strade.

«California! Questa è la California e noi ci siamo dentro» esclamava con gioia Ruthie Joad quando, con tutta la sua famiglia, metteva piede nella terra promessa. Sono i primi anni ’30 del ‘900 e nel suo romanzo più celebre, Furore, John Steinbeck già delineava le crepe di quello che era destinato a rimanere solamente un sogno. La California è, ancora oggi, un miraggio per pochi. Trovare un alloggio a un prezzo accessibile è, per un cittadino medio, molto difficile, se non impossibile. Nel 2024, i prezzi per l’acquisto di un immobile hanno superato gli 800 mila dollari (più del doppio della media nazionale), mentre gli affitti si aggirano in media intorno ai 2000 dollari per gli appartamenti con una camera e 2500 per quelli con due camere da letto, i più cari di tutti gli Stati Uniti. E per il 2025 sono previsti ulteriori rincari. Una crisi abitativa che ha creato un divario insanabile tra chi può permettersi un tetto sopra la testa e chi no. Le cause sono tante e variegate, a partire dal profondo sbilanciamento tra l’altissimo numero di domande – soprattutto in città come Los Angeles, San Francisco e San Diego – e l’offerta, che fa schizzare i prezzi degli alloggi alle stelle. Qui sono inoltre in vigore severe regole sulla zonizzazione, che prevedono limiti alla densità urbana e preferiscono dunque villette unifamigliari ai palazzi multialloggio (i cui prezzi sarebbero molto più accessibili). Altri fattori, tra i quali gli elevatissimi costi dei terreni edificabili e di costruzione (per una singola casa ci si aggira tra i 400 e i 600 mila dollari), complicano ulteriormente la situazione. Al punto che, secondo le statistiche, per soddisfare la domanda entro il 2025 sarebbero necessari 3,5 milioni di alloggi, ma la media si aggira tra i 70 e i 110 mila nuovi appartamenti all’anno.

A questa situazione si aggiunge poi il fatto che il tasso di disoccupazione in California supera la media nazionale del 4,3%, attestandosi intorno al 5,3% – una tendenza in crescita in tutti gli Stati Uniti. Sanzionare chi non può permettersi una casa, insomma, non serve a molto se non gli si offre un posto dove stare, o un lavoro con cui pagarsela. Nel 2023 in California c’erano 181 mila senzatetto, il numero più alto di sempre, in costante aumento dal 2013. Si tratta di quasi un terzo di tutta la popolazione delle persone senza fissa dimora presenti negli Stati Uniti. Negli ultimi 5 anni, lo Stato ha speso oltre 20 miliardi di dollari per trovare soluzioni al problema abitativo, compreso quello degli accampamenti, ma nessuna misura adottata sembra aver sortito un effetto. La scorsa settimana, Newsom ha firmato due leggi, una per facilitare l’inserimento delle persone senza fissa dimora in alberghi e motel privati per più di 30 giorni, l’altra per accelerare la costruzione di nuovi alloggi. Nel frattempo, in una città come San Francisco, il sindaco (in piena campagna elettorale) ha ordinato controlli a tappeto per le strade e offerto biglietti dell’autobus per lasciare la città. Tutte soluzioni che sembrano offirre risposte temporanee, lungi da una risoluzione strutturale del problema.

«E mentre i californiani volevano molte cose – prosperità, successo sociale, divertimento, lusso, e un’astrusa stabilità bancaria – i nuovi barbari volevano solo due cose: terra e cibo; e per loro queste due cose erano un’unica cosa» scriveva Steinbeck. Una descrizione che oggi suona più attuale che mai.

[di Valeria Casolaro]

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3 Commenti

  1. “California dreamin’ “è uscito nel 1965…Ciò che accade in California è ciò che accadrà in Europa ( i sintomi sono già evidenti) fra dieci anni se continueremo ciecamente e in modo acritico a seguire l’ “american way of life”. I cittadini, quelli che vogliono aprire gli occhi sono avvertiti, per gli altri non ci sarà scampo, purtroppo. P.s. E per fortuna che hanno un governatore che proviene dalle fila dei c.d. democratici…

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