giovedì 5 Settembre 2024

Rapporto “Mare Monstrum”: le coste italiane sotto l’assedio di cemento e illegalità

In Italia, nel 2023, sono stati registrati oltre otto reati ambientali per ogni singolo chilometro di costa. Si parla, in pratica, di un illecito ogni 119 metri. Lo ha evidenziato nel suo ultimo rapporto, intitolato “Mare Monstrum”, l’organizzazione Legambiente, che ha registrato rispetto all’annata precedente un aumento dei reati ambientali pari quasi al 30%. Nel complesso – come riportato all’interno del report – sono stati accertati 22.956 reati ambientali dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto. Gli illeciti sono in crescita in tutte le categorie considerate dall’associazione: ciclo illegale del cemento (+11,2% rispetto al 2022), ciclo illegale dei rifiuti e inquinamento (+60%) e pesca illegale (+11,3%). Più della metà (il 50,3%) si è concentrata nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria.

In tutto, le persone denunciate per reati ambientali nel 2023 è pari a 25.545 unità, con un balzo del 43% rispetto al 2022. Si contano anche molti più arresti, in tutto 204 (addirittura il 98,1% in più rispetto a quelli avvenuti nell’anno precedente), e sequestri, ben 4.026, quasi il 23% in più sul 2022. A livello territoriale, dopo le quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso – che detengono il primato del numero di reati ambientali – figurano il Lazio (con ben 1.529 reati) e la Toscana (1.516), seguite a ruota da Sardegna, Veneto, Liguria e Marche. Sorprendentemente, quest’ultima regione detiene il record di illeciti complessivi per chilometri di costa (38,9). Seguono Friuli-Venezia Giulia, con 31,9 illeciti per chilometro) e Basilicata (30,9). «Il ciclo illegale del cemento, come evidenziano i dati, rappresenta la quota più significativa dei reati ambientali analizzati anche in questa edizione di Mare Monstrum a causa, principalmente, della miriade di abusi edilizi che continuano a sfregiare l’Italia – ha scritto in un comunicato Legambiente, commentando i dati –. Un assalto senza fine, un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero paese che colpisce principalmente il Sud, in particolare le regioni a tradizionale insediamento mafioso, e le aree costiere, le perle estive del Belpaese». Nello specifico, il ciclo illegale del cemento conta 10.257 reati, rappresentando da solo il 44,7% di tutte le infrazioni accertate nel 2023. La Regione che fa segnare i risultati peggiori è la Campania, con 1.531 reati accertati, quasi il 15% sul totale nazionale, +21,4% rispetto al 2022. A seguire ci sono la Puglia, con 1.442 reati – che vede anche il numero più alto di controlli (62.246) e di sequestri (368) – e la Sicilia (1.180). «L’abusivismo edilizio lungo le coste, inoltre, fa da moltiplicatore dei fenomeni d’inquinamento, a causa degli scarichi diretti in mare degli immobili costruiti illegalmente», ha concluso l’organizzazione ambientalista.

All’interno del rapporto, Legambiente ha lanciato all’universo politico dieci proposte incentrate su quattro macro-temi. Per quanto concerne la battaglia contro l’abusivismo edilizio, si propone di velocizzare l’iter di abbattimento degli immobili abusivi anche attraverso il trasferimento di maggiori fondi a Comuni, Procure della Repubblica, Procure Generali e Prefetture. Rispetto alla lotta alla maladepurazione, si invoca l’efficientamento del sistema di gestione, migliorando il trattamento delle acque reflue. L’organizzazione chiede poi di dare piena attuazione alle norme di recepimento della Direttiva 2019/883, incentrata sugli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, nonché di regolamentare in modo più stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi. In ultimo, Legambiente chiede che si intensifichi la lotta contro la pesca illegale, mettendo mano a provvedimenti e sanzioni più efficaci.

[di Stefano Baudino]

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