La società Meta ha bandito RT, il gruppo mediatico che include Sputnik, RIA Novosti, inoSMI e altre reti di media statali russi, accusandoli di «attività di interferenza straniera». Lo ha dichiarato l’azienda di Mark Zuckerberg alla stampa, sostenendo che tali organi d’informazione avrebbero utilizzato tattiche ingannevoli per “amplificare la propaganda di Mosca”. Il provvedimento segue una serie di restrizioni già introdotte dal 2020 e accentuate ulteriormente dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, e arriva pochi giorni dopo le sanzioni annunciate dal Dipartimento di Stato americano, il quale ha accusato alcuni media russi di diffondere disinformazione e raccogliere fondi per finanziare attrezzature belliche utilizzate a Kiev. D’altra parte, Meta non ha ancora risposto alle richieste di chiarimento da parte della Tass, mentre Dmitri Peskov, portavoce di Putin, ha definito «inaccettabili» le azioni selettive contro i media russi.
Meta, che possiede Facebook, WhatsApp e Instagram, ha dichiarato che il divieto sarà effettivo nei prossimi giorni, aggiungendo: «Dopo un’attenta riflessione, abbiamo esteso il nostro blocco contro i media statali russi: Rossiya Segodnya, RT e altre entità collegate sono ora bandite dalle nostre app a livello globale per attività di interferenza straniera». Dall’altro lato, Peskov ha commentato: «Con queste azioni, Meta sta screditando se stessa. Questo atteggiamento complica ulteriormente le prospettive di normalizzazione dei rapporti con Meta», mentre Margarita Simonyan, la caporedattrice di RT ha reagito ironicamente, affermando: «Davvero? Avete finito gli specchi?».
Il provvedimento segue le limitazioni già imposte dal 2020 e ulteriormente accentuate dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, le quali hanno previsto, rispettivamente, l’etichettatura dei post pubblicati dalle piattaforme e successivamente lo shadowban che ha relegato i contenuti pubblicati nelle sezioni inferiori dei feed degli utenti. Limitazioni a cui Mosca aveva reagito designando Meta come “gruppo estremista” e bloccando Facebook e Instagram nel territorio russo.
Inoltre, la decisione arriva proprio pochi giorni dopo che il Dipartimento di Stato americano ha annunciato nuove sanzioni contro i media statali russi: «RT vuole che le sue nuove capacità di intelligence segrete, come i suoi sforzi di disinformazione propagandistica di lunga data, rimangano nascoste. Il nostro antidoto più potente alle bugie della Russia è la verità. Sta gettando una luce brillante su ciò che il Cremlino sta cercando di fare sotto la copertura dell’oscurità», ha dichiarato il Segretario di Stato Antony Blinken. Inoltre, secondo i funzionari statunitensi alcuni organi di informazione di Mosca avrebbero avviato iniziative di crowd-sourcing per raccogliere fondi destinati all’acquisto di armi, apparecchiature per la visione notturna, droni, radio e generatori destinati alla Russia, avrebbero gestito un sistema di acquisto di voti in Moldavia e avrebbero pagato alcuni influencer per la creazione di contenuti. Tutte accuse che sarebbero «un’assurdità» secondo Peskov e secondo la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha commentato: «Penso che negli Stati Uniti dovrebbe apparire una nuova professione: uno specialista delle sanzioni già imposte alla Russia».
[di Roberto Demaio]
Cos’altro fare quando la narrazione viene smentita dai fatti , quando la paura di perdere le elezioni è una posta troppo alta , se non nascondere i fatti al popolo bue ed addossare la colpa della sconfitta all’azione del nemico procurato . Dunque oscurare,oscurare , nascondere e continuare la narrazione per non morire. Questa è la libertà della super democrazia per non morire subito, come merita. E l’Europa asservita segue a ruota.
Sanzionare, oscurare, bandire! Non sia mai che la “disinformazione propagandistica” dell’impero venga messa in dubbio.