sabato 23 Novembre 2024

In Ucraina sarebbero scomparse almeno 270 mila armi dall’inizio della guerra

Dall’inizio della guerra in Ucraina, il 24 febbraio 2022, sono più di 270.000 le armi che sono state perse o rubate, vale a dire il 40% delle armi registrate. La situazione è peggiorata ulteriormente nel 2024, anno durante il quale sono state perse o rubate più armi rispetto all’intero anno precedente, raggiungendo le 78.217 unità di armi scomparse. Lo riporta Opendatabot, portale ucraino che si occupa dei problemi e delle cifre relative alle armi, riferendo anche che i dati sui furti sono quadruplicati rispetto al periodo antecedente l’invasione dell’Ucraina, ossia negli otto anni di conflitto nel Donbass. Lo scenario è preoccupante, in quanto la scomparsa delle armi può alimentare il mercato nero e facilitarne il convoglio nelle mani della criminalità organizzata. Le scomparse maggiori si sarebbero registrate nella regione in prima linea di Donetsk (19,4%) e nella regione di Zaporizhzhia (11,8%), nonché a Kiev (10%).

Come riferisce Ukranian News, “I fucili da caccia (27,9%), i fucili d’assalto (27,8%) e le carabine (10,8%) sono quelli che vengono persi più spesso. E tra i modelli, il fucile d’assalto AK-74 è il leader – 51.008 unità (18,8%), così come le pistole PM (7,4%) e le carabine SKS (4,4%)”. Secondo i dati ufficiali, solo il 12% delle armi scomparse sarebbero state rubate, ma è assai probabile che la percentuale sia più alta, in quanto la sottrazione dai magazzini sembra essere la prima causa dello svuotamento degli arsenali ucraini, soprattutto da quanto il presidente ucraino Zelensky, nell’agosto 2024, ha firmato una legge che conferisce ai civili il diritto di dichiarare, possedere e utilizzare armi da fuoco e munizioni ritrovate per proteggersi dall’aggressione delle forze russe. Dal giugno del 2023, invece, è operativo il Registro elettronico unificato delle armi da fuoco: da allora, i cittadini possono chiedere un permesso per acquistare, custodire e portare armi. Secondo il Ministero degli Affari Interni dell’Ucraina, sono state presentate quasi 226.000 richieste di permesso per ottenere armi e il numero medio di domande mensili è aumentato di 1,8 volte rispetto ai primi mesi di esistenza del Registro unificato delle armi.

Nonostante vi sia l’obbligo di registrare tutte le armi, molti cittadini potrebbero scegliere di non registrarsi, poiché ciò li costringerebbe a restituire i propri mezzi di protezione alla fine della guerra. Secondo un articolo della Global Initiative Against Transnational Organized Crime (GI-TOC), “il vasto numero di armi non tracciate potrebbe costituire una riserva per la criminalità organizzata e i trafficanti. I crimini legati alle armi potrebbero aumentare, soprattutto dato l’elevato numero di utenti addestrati che tornano dalle linee del fronte”.  Un altro rapporto della stessa organizzazione evidenzia inoltre che “L’afflusso di armi in Ucraina dopo l’invasione su vasta scala della Russia nel febbraio 2022, aggiunto a una riserva di armi già ampia nel Paese (soprattutto dopo lo scoppio del conflitto nel 2014), ha suscitato preoccupazione per la diffusione di queste armi nelle mani di criminali nell’Europa occidentale e per il possibile effetto sulle attività della criminalità organizzata”.

Già nell’estate del 2022, l’emittente americana CBS aveva condotto un’inchiesta sulle forniture di armi all’Ucraina da parte dei Paesi occidentali – riassunta nel documentario Arming Ukraine – da cui emergeva che solo il 30% delle forniture di armi arriva effettivamente in Donbass, lungo la linea del fronte. Il restante 70% nella migliore delle ipotesi sarebbe rimasto fermo nei centri di smistamento allestiti in Europa o nei depositi situati nell’ovest dell’Ucraina; nella peggiore, sarebbe addirittura sparito. Il problema del controllo delle armi continua ad essere presente, specie ora che i civili hanno il permesso di utilizzarle, ed è peggiorato con il ritrovamento delle cosiddette “armi da trofeo”, vale a dire quelle raccolte sul campo di battaglia. Secondo una stima ufficiale, il numero di queste armi ammonta a circa cinque milioni. L’articolo della GI-TOC fa notare che “la situazione attuale in Ucraina richiede una riflessione nuova e specifica sul tema del controllo delle armi”, in quanto al momento ci sarebbe ancora “una finestra critica di opportunità per adottare e implementare un quadro giuridico efficace che possa affrontare le armi illegali in Ucraina prima che diventino un rischio importante per la criminalità organizzata”.

[di Giorgia Audiello]

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