venerdì 27 Settembre 2024

Barcellona: la polizia reprime le proteste per il diritto alla casa

Oggi 25 settembre a Barcellona si sono verificati scontri tra i Mossos d’Esquadra, gli agenti della polizia catalana, e un centinaio di manifestanti, in occasione dell’inaugurazione della The District, la fiera internazionale del mondo immobiliare. Numerosi sindacati, collettivi e associazioni impegnate nella lotta per il diritto all’abitare si sono ritrovate nei pressi del complesso fieristico Fira de Barcelona per manifestare contro le politiche speculative dei fondi d’investimento. Già dalle otto del mattino nella piazza adiacente all’ingresso della fiera, più di centinaio di manifestanti si sono radunati per far sentire la propria voce contro l’organizzazione dell’evento «più importante al mondo per l’industria del Real Estate» e contro il governo della città, che già da alcuni anni propone Barcellona come simbolo degli investimenti finanziari. «Semplicemente chiediamo al governo della città che non si metta un tappeto rosso per questo tipo di eventi, dove l’obiettivo principale è la speculazione e l’espulsione delle famiglie vulnerabili dalle proprie case» afferma Delia, portavoce del PAH, la Plataforma de Afectats per la Hipoteca de Barcelona. 

Durante la mattinata più volte il gruppo di manifestanti ha cercato di raggiungere l’ingresso, con il fine di intercettare le persone invitate alla fiera e sporcarle con delle vernici colorate. L’anno scorso, infatti, fece notizia l’intervento di un gruppo di manifestanti che, riuscendo ad infilarsi nei pressi del complesso, attaccò con la vernice i rappresentanti di alcune aziende immobiliari. Quest’anno però, la presenza delle forze dell’ordine è stata aumentata per impedire alla manifestazione di avvicinarsi alla fiera: una cinquantina di agenti in tenuta antisommossa, scortati dalle camionette dei Mossos d’Esquadra, hanno delimitato il perimetro dell’intera zona, creando cordoni ogni qualvolta il gruppo mostrasse l’intenzione di dirigersi verso gli ingressi. In varie occasioni si sono verificate cariche poliziesche ai danni dei manifestanti «armati» di striscioni, bandiere e vernici.

Intorno alle undici, il gruppo, riunitosi in corteo, ha attraversato e bloccato la Gran Via de Les Corts Catalanes, uno degli snodi principali della città, per poi dirigersi verso gli uffici della Generalitat de Catalunya. Qui, fatta irruzione, la manifestazione è proseguita all’interno delle sale, con l’obiettivo di attirare l’attenzione del governo regionale, attraverso cori, affissione di volantini e occupazione dello spazio. Inoltre, alcuni manifestanti sono riusciti a salire nei piani alti del complesso e hanno fatto ingresso negli uffici delle entità regionali che si occupano delle politiche medio ambientali. 

Usciti dagli uffici, però, il gruppo, imboccato il Passeig de la Zona Franca, è stato intercettato dalle camionette degli agenti, i quali, tagliata la strada, hanno ripreso a compiere alcune cariche e hanno bloccato e identificato i manifestanti, nello sgomento e nell’incredulità dei passanti. Una quindicina di camionette e una quarantina di agenti hanno circondato l’intero gruppo ormai con le spalle al muro, allontanando chi si era avvicinato con l’intenzione di documentare quanto stesse succedendo. Al momento, il movimento denuncia la detenzione di un giovane manifestante. 

«Noi rivendichiamo un abitare degno, come detta l’articolo 47 della Costituzione»‘mi spiega Delia, facendo riferimento alla proposta presentata dal governo spagnolo per creare una legge finalizzata alla regolamentazione degli affitti brevi, affossata però dal Partido Popular, da Vox e dal partito indipendentista catalano e conservatore Junts. Nonostante tutto, la gestione del tema da parte del governo di Pedro Sánchez non sembra convincere i collettivi: «è come mettere dei piccoli cerotti ad una ferita enorme, io credo che il problema dell’abitare sia molto più ampio di quanto loro provino a minimizzare».

La repressione compiuta dalla polizia oggi si ascrive perfettamente agli ultimi avvenimenti verificatisi a Barcellona; solo due settimane fa gli agenti dei Mossos d’Esquadra hanno impedito lo svolgimento di una manifestazione contro la America’s Cup, durante la quale era previsto un «bagno collettivo» nelle acque che in questi mesi stanno ospitando la competizione velistica. Nonostante Jaume Collboni prometta soluzioni contro la turistificazione e per una maggiore accessibilità alle abitazioni, è ormai più di un anno che i collettivi e i sindacati per il diritto all’abitare denunciano una crescita spropositata degli sgomberi da parte delle forze dell’ordine. La conseguenza è una grave perdita di fiducia nei confronti delle istituzioni, che sempre più di frequente negano il diritto alla protesta, attuando in maniera spesso brutale.

«Ci aspettiamo di tutto, puoi vedere da te com’è la situazione: siamo circondati dalla polizia, cosa possiamo aspettarci?» Il peggio, o sicuramente peggio rispetto all’anno scorso› mi confessa Delia poco prima dell’inizio della manifestazione. Il bollettino di questa mattinata è chiaro: alcune persone sono rimaste contuse, un giovane è stato arrestato e l’inaugurazione della fiera si è potuta svolgere in tutta tranquillità. Le motivazioni che stanno alla base di queste proteste, però, nessuno le ha volute ascoltare.

[di Armando Negro, corrispondente da Barcellona]

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