domenica 17 Novembre 2024

Cosa prevede il nuovo accordo per la “governance globale” approvato all’ONU

Negli ultimi giorni a New York si sono tenuti due importanti incontri per cercare di accelerare i meccanismi di governo mondiale. Il primo, già concluso, si è svolto il 22 e 23 settembre presso le Nazioni Unite ed è stato chiamato “Summit of the Future”. Il secondo, in corso dal 23 al 27 settembre, si tiene presso la sede locale del World Economic Forum (WEF) con il nome di “The Sustainable Development Impact Meetings 2024” (SDIM). Durante l’incontro dell’ONU, i leader mondiali hanno adottato un “Patto per il futuro” per rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite, così da rispondere più velocemente e in modo coordinato alle crisi globali, che – come indicato nel documento finale – con sempre maggior frequenza «si verificano e si verificheranno». Il fine dichiarato è anche quello di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, inclusi quelli relativi allo Sviluppo Sostenibile (SDG). Intanto, al WEF, viene ribadita l’importanza della «collaborazione pubblico-privato», ossia tra governi e aziende multinazionali, per raggiungere gli obiettivi.

Nel corso del “Summit of the Future”, l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato l’adozione del “Patto per il futuro“. Gli unici voti contrari sono stati quelli di Russia, Iran, Bielorussia, Sudan, Siria, Corea del Nord e Nicaragua. L’obiettivo dell’accordo è accelerare il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Il documento approvato sottolinea costantemente la minaccia di nuovi shock e possibili emergenze a livello mondiale, utilizzata come motivazione per rendere necessari strumenti di governance globale più efficaci, da implementare attraverso cessioni di ulteriori porzioni di sovranità nazionale. Lo scopo dichiarato è quello di raggiungere tutti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) decisi in sede ONU. In questo contesto, si richiede che le Nazioni Unite abbiano un potere sempre maggiore sugli Stati membri. È stata bocciata la richiesta della Russia di inserire il principio di non ingerenza negli affari interni degli Stati. Il Segretario generale avrebbe «l’autorità permanente» di dichiarare «una piattaforma di emergenza in caso di un futuro shock globale».

Corposa la lista delle possibili calamità che potrebbero portare all’attivazione dell’emergenza, tra cui: eventi climatici o ambientali su larga scala; nuove pandemie; diffusione su larga scala di agenti biologici pericolosi (intenzionale o accidentale); eventi che interrompono i flussi globali di merci, persone o attività finanziarie; problemi su larga scala nel cyberspazio; interruzioni della connettività digitale globale.

Come sostenuto lo scorso anno da António Guterres, Segretario Generale dell’ONU, questi shock «ci stanno già colpendo con maggiore forza e frequenza, con gravi implicazioni per la pace e la sicurezza, la stabilità economica e la sostenibilità ambientale». Come dimostrato dalla pandemia di COVID-19 e dalla crisi globale del costo della vita, gli impatti possono colpire in modo sproporzionato i più poveri e i più vulnerabili, «portando i progressi previsti dall’Agenda 2030 ulteriormente fuori strada». Dunque, gli insegnamenti tratti dalla risposta a queste crisi evidenziano l’importanza di una risposta internazionale rapida, prevedibile e strutturata, della massimizzazione del ruolo unico dell’ONU e del coinvolgimento e della responsabilizzazione dei «multi-stakeholder» (portatori di interessi come multinazionali e organizzazioni private internazionali varie, come il WEF).

In quest’ottica, «spetterebbe al Segretario Generale decidere quando convocare una Piattaforma di Emergenza, in consultazione non solo con le autorità politiche nazionali dei Paesi membri, ma anche con istituzioni finanziarie internazionali, portatori di interessi e organizzazioni private». Il documento, approvato dall’Assemblea Generale e quindi operativo, non sarà però una pietra tombale alle decisioni dei singoli Stati. La piattaforma di emergenza creata, come ogni decisione adottata dalle Nazioni Unite, non essendoci forza coercitiva se non quella del Consiglio di Sicurezza che può obbligare le singole Nazioni ad un determinato comportamento, potrà comunque essere ignorata dai singoli Stati, quantomeno da coloro che ne hanno la forza di farlo.

Come detto, l’incontro “The Sustainable Development Impact Meetings 2024”, che si sta svolgendo al World Economic Forum, appare in perfetta continuità. Mentre in sede ONU hanno discusso e votato i governi, nella cornice del Forum delle multinazionali, creato nel 1971 dall’economista Klaus Schwab, a confrontarsi sono i «multi-stakeholder» citati espressamente tra i soggetti da consultare nel “Patto per il futuro”. Solo per citarne alcuni: BlackRock, Goldman Sachs, Meta, Google, Amazon, Pfizer, Intel, Allianz, IBM, Aramco, Nestlé, Morgan Stanley, JPMorganChase, Mastercard, Bill & Melinda Gates Foundation, Open Society Foundations.

[di Michele Manfrin]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

11 Commenti

  1. Folli odiatori dell’umanità. Disgregare i rapporti umani è il loro primo obiettivo. Basta leggere i nomi dei soci per rendersi conto che la storia non cambia:l’America , chiaramente manovrata da loro, o compra o, se non basta, destabilizza peruccidere. Che schifo. Mi auguro che il mondo emergente che giustamente si sta organizzando riesca a dare una definitiva lezione a questi marci nell’animo.

  2. Purtroppo ci sono in giro (soprattutto in Italia ) ancora troppi “fifoni” terrorizzati di perdere quello che hanno (ma che presto non avranno più e ahimè non ci credono). Basterebbe mettersi tutti d’accordo e non rispettare più le loro folli e dispotiche leggi e tutto questo finirebbe molto in fretta. La disobbedienza civile è l’unica arma che i cittadini possiedono. Qualche buon Amministratore Italiano ha iniziato a farlo (vedi Sindaco di Faenza) mi auguro che tanti altri seguano l’esempio. Tutti i cambiamenti della ns millenaria storia umana sono sempre iniziati dal BASSO, dalla gente comune che è quella che ha tutto da perdere quindi!?!?!?

  3. Non ce la faranno. Nonostante troppa gente continui ancora ad essere dominata dalla paura, dalla quale loro letteralmente si nutrono. Il giorno del giudizio terreno (per quello extra terreno…cosa si vuole…essendo loro esseri immondi e demoniaci, non hanno certo bisogno di ulteriori condanne) e’ molto vicino. La loro razza immonda che regna sulla terra oramai da troppi anni e’ destinata a fare la fine che si meritano.

  4. I soliti noti all’ opera di cui, immagino, nessun lettore/lettrice de L’ Indipendente ha “strettamente” bisogno. La buona notizia del giorno è che, con il sorriso sulle labbra, continueremo a dire di no a questa distopia poiché non siamo soli; anzi. Buona giornata a tutte le persone di buona volontà.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria