domenica 17 Novembre 2024

Gli Stati Uniti hanno deciso di inviare nuove truppe in Medio Oriente

In mezzo al continuo intensificarsi dei combattimenti tra Israele e il movimento libanese Hezbollah, gli Stati Uniti hanno deciso di inviare nuove truppe in Medio Oriente in sostegno alle forze già presenti nel Paese. La notizia è stata data dallo stesso portavoce del Pentagono, il Generale Maggiore Patrick “Pat” Ryder, rispondendo in maniera concisa e sbrigativa a una domanda in conferenza stampa. L’annuncio ha preceduto di qualche ora l’ultimo massiccio bombardamento israeliano che si è abbattuto sul territorio libanese, uccidendo quasi 500 persone in un’area comprendente tanto il confine meridionale con lo Stato ebraico, quanto le alture collocate sul versante settentrionale del Paese.

L’annuncio di Pat Ryder è arrivato lunedì 23 settembre in occasione di una conferenza stampa. La diffusione dell’informazione, in verità, non sembra fosse programmata. Essa è infatti arrivata in risposta alla domanda di una giornalista che ha chiesto al comandante militare maggiori delucidazioni su una notizia che girava giorni fa, riguardante «un rapporto secondo cui altre portaerei sarebbero state inviate nella regione». Nel rispondere alla domanda, Ryder ha dichiarato che «alla luce dell’aumento della tensione in Medio Oriente e per estrema cautela, stiamo inviando un piccolo numero di personale militare statunitense aggiuntivo per aumentare le nostre forze già presenti nella regione», e che non avrebbe potuto fornire ulteriori dettagli «per ragioni di sicurezza operativa». Non è, insomma, chiaro di che genere di truppe si tratti.

Il «piccolo numero di forze» che gli USA invieranno in Medio Oriente si aggiungerà ai circa 40.000 soldati statunitensi già presenti nella regione. Il loro invio seguirebbe quello della portaerei USS Harry S. Truman, partita dalla Virginia lunedì assieme a due cacciatorpediniere della Marina e a un incrociatore. Secondo l’agenzia di stampa Associated Press «la partenza delle navi apre la possibilità che gli Stati Uniti possano trattenere nella regione sia la Truman che la portaerei USS Abraham Lincoln, che si trova nel Golfo Arabico, nel caso in cui scoppiassero ulteriori violenze». Oltre ad aumentare la propria presenza in Medioriente, gli USA, come sottolinea la domanda della giornalista a Ryder, non hanno mai smesso di inviare armi, aerei, e attrezzatture difensive a Israele. L’ultimo invio di aerei da combattimento di cui si abbia avuto notizia risale al 2 agosto.

La conferenza di Pat Ryder segue l’aumento di intensità degli scontri e dei bombardamenti che coinvolgono Israele ed Hezbollah, e si è tenuta lo stesso giorno dell’ultima grande operazione israeliana su territorio libanese. In quell’occasione, l’esercito israeliano ha colpito decine di città e oltre un migliaio di obiettivi, uccidendo 492 persone e costringendo circa 500.000 libanesi ad abbandonare le proprie case. Ieri, gli attacchi sono continuati, e a Beirut è stato ucciso un importante comandante militare di Hezbollah; la stessa Beirut e, in generale, la parte meridionale del Paese risultano ancora sotto attacco. Il bilancio dei morti da lunedì è di 569 persone. Anche il movimento libanese ha continuato i propri attacchi su territorio israeliano e sulla Palestina occupata. La maggior parte degli attacchi si concentra sull’area di Haifa, e oggi è stato scagliato un missile su Tel Aviv, che le IDF dicono di avere intercettato.

[di Dario Lucisano]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

1 commento

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria