venerdì 27 Settembre 2024

Il Comune di Ravenna vuole usare il Pnrr per abbattere 70 pini

Settantuno pini cha da più di mezzo secolo regalano ombra e verde al viale principale di Lido di Savio e che ora il Comune di Ravenna vorrebbe abbattere per fare posto al nuovo parco marittimo, che in realtà di “parco” ha poco visto che si tratta principalmente di rifare l’asfalto togliendo gli alberi. Questo il progetto contro cui si battono i cittadini della piccola frazione balneare romagnola, che si sono riuniti in un comitato per chiedere all’amministrazione di salvare gli alberi. L’abbattimento dei pini rientra nel grande progetto del Parco Marittimo  che coinvolge tutti e 9 i lidi ravennati: «il più grande intervento di riqualificazione con finalità turistiche e ambientali nella storia di Ravenna» per usare le parole del sindaco Michele de Pascale. 17 milioni il costo totale, finanziati in gran parte con i fondi del Pnrr. Si tratta principalmente di riqualificare le strade, creare nuovi parcheggi, nuove piste ciclabili  e nuove vie di accesso alla spiaggia. Insomma, fare spazio a un turismo che si vuole sempre più protagonista dell’economia del territorio. 

Un progetto che ha già riscontrato le critiche delle associazioni ambientaliste, come ad esempio il WWF che a novembre scorso ha presentato ricorso al Tar contro i lavori a Porto Corsini e Marina Romea considerati «ad altissimo impatto ambientale su zone che prevederebbero invece le più ampie tutele, trattandosi di Riserve Naturali dello Stato e Parco del Delta del Po» in particolare «una passerella da quasi 600 metri sull’unica duna in crescita di tutto il litorale ravennate, sottoposto, com’è noto, a subsidenza e fortissima erosione».

Il ricorso è stato bocciato dal Tar, che l’ha dichiarato inammissibile specificando che era stato presentato troppo tardi: 120 giorni dopo la pubblicazione del progetto definitivo.

Da questo punto di vista sembra che il Comune sia stato abile a presentare il piano di lavori ai cittadini a giochi ormai fatti, almeno a Lido di Savio. Basti pensare che il progetto è stato discusso pubblicamente solo il 1 dicembre, mentre le delibera della giunta c’era già stata il 22 novembre.

«Ce ne siamo accorti a febbraio quando hanno cominciato a tagliare i primi pini – spiega Giulia Gamberini, portavoce del gruppo Salviamo i pini di Lido di Savio – nessuno ci aveva detto niente»

A quel punto gli abitanti di Lido di Savio si sono uniti in un comitato e hanno cominciato a raccogliere le firme per una petizione: «Ne abbiamo raccolte più di 2mila – continua Gamberini – non solo dei residenti di Lido ma anche dei turisti che vengono qui ogni anno e che hanno subito capito l’importanza della nostra iniziativa». Sono state organizzate anche diverse manifestazioni in estate, di cui una di queste il 25 agosto, anniversario della creazione dello stemma della città di Ravenna, che guarda caso ha proprio un grande pino al centro.

La raccolta delle firme è stata presentata in Comune, anche se per il momento l’amministrazione sembra intenzionata a seguire il piano stabilito. È principalmente una questione di sicurezza: «Quei pini sono instabili, pericolosi e creano un continuo danno alla pavimentazione – spiega l’assessora all’urbanistica Federica del Conte – le radici degli alberi non hanno attecchito in profondità e sono rimaste in superficie. Per questo i pini sono molto fragili e rischiano di cadere, soprattutto se si effettuano dei lavori. Basti pensare che in un caso, appena abbiamo tolto il primo strato di asfalto, uno degli alberi è subito caduto a terra».

In un tratto di viale Romagna i pini sono già stati abbattuti, al loro posto sono stati installati dei frassini, più facili da tenere sotto controllo. La differenza però salta all’occhio: da una parte ci sono dei maestosi arbusti alti diversi metri, dall’altra piccoli alberelli appena piantanti che impiegheranno anni per raggiungere una simile grandezza. 

«Cresceranno» assicurano dal Comune. Intanto però i cittadini proseguono la loro battaglia contro il progetto, il cui costo è di più di 2 milioni, finanziati in gran parte con il Pnrr: «Alla base dei fondi europei c’è la riqualifica – attacca Giulia Gamberini – «e noi non vediamo alcuna riqualifica nell’abbattere alberi così belli».

I lavori di abbattimento, da cronoprogramma, potrebbero riprendere a ottobre, dopo la pausa estiva. Il 16 ottobre tuttavia la petizione approderà in commissione consiliare. Il Comune si è detto disponibile a valutare le richieste dei cittadini per sostenendo con fermezza la bontà delle  proprie scelte: «Abbiamo 7mila ettari di boschi e pinete e siamo una delle città italiane maggiormente sopra la media per quanto riguarda il livello di verde pro-capite – conclude l’assessora Del Conte – ci teniamo».

[di Fulvio Zappatore]

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